C’è grande attesa per i dati PMI flash di agosto. I mercati sono interessati al loro andamento per verificare gli effetti del recupero in un momento in cui ritorna a preoccupare in molte aree la ripresa dei contagi.
Recupero più debole, inflazione ridotta
Ieri la Fed ha pubblicato i verbali dell’ultimo Fomc. Il tono dei verbali indica una certa preoccupazione per lo stato dell’economia con le prospettive economiche del personale della Fed che avvertono che il previsto tasso di ripresa del PIL reale e il ritmo di diminuzione del tasso di disoccupazione, nella seconda metà di quest’anno dovrebbe essere un po meno robusto rispetto alla previsione precedente. Ciò è dovuto alla rinnovata ripresa dei casi Covid-19 e a molti stati che hanno ridotto la riapertura delle loro economie con “alcuni indicatori di sentiment che indicano una decelerazione dell’attività economica.
L’effetto negativo della pandemia sulla domanda aggregata ha compensato le pressioni al rialzo su alcuni prezzi derivanti da vincoli di offerta e da una maggiore domanda di determinati prodotti, cosicché l’effetto complessivo della pandemia sui prezzi è stato definito disinflazionistico.
In risposta all’elevato grado d’incertezza i verbali della Fed hanno messo in evidenza la richiesta di alcuni membri del Board di interventi aggiuntivi in aggiunta ad un forte sostegno della politica fiscale per incoraggiare rapidi miglioramenti nelle condizioni del mercato del lavoro.
Per il momento il Consiglio ha preferito passare la mano al meeting di settembre lasciando intendere che perseguirà con tutti i possibili strumenti la ricerca di riportare il tasso medio d’inflazione vicino al 2%.
La ripresa in alcune aree della diffusione del Covid-19 sta preoccupando i mercati
Le indagini PMI mondiali hanno indicato un rafforzamento della crescita economica globale nel mese di luglio, ma la ripresa è rimasta contenuta in virtù del mantenimento delle misure di contenimento sociale. Ciò ha inviato un segnale di avvertimento sulla crescita globale che potrebbe rallentare di nuovo dopo il rimbalzo iniziale.
Nonostante il diffuso sostegno delle politiche governative, l’occupazione in diverse aree stenta a recuperare. Questo crea più di qualche dubbio sulla ripresa dei consumi stressando le aspettative sulla ripresa nei mesi a venire.
Domani negli Stati Uniti, l’attenzione si concentrerà sui sondaggi relativi al PMI per valutare il ritmo della ripresa a metà del terzo trimestre. In particolare si guarderà all’indicatore del PMI per l’occupazione. Le attese scontano una tenuta degli indici sopra quota 50 con ulteriori progressi rispetto al mese di luglio.
I mercati continueranno inoltre a prestare molta attenzione anche agli eventuali progressi dei negoziati sul piano fiscale.
In Asia Pacifico, saranno presi in considerazione i dati PMI flash per il Giappone e l’Australia, con quest’ultimo che attira particolare attenzione per valutare l’impatto economico delle nuove restrizioni COVID-19 imposte nella regione di Victoria dove si registra un forte aumento delle infezioni.
Anche in Europa si attendono gli esiti delle indagini PMI flash per il Regno Unito e l’Eurozona. Anche in questo caso l’attesa sconta un dato mediamente superiore al mese precedente con rilevazioni ben al di sopra di area 50.
Le risposte dei mercati
La scorsa settimana avevamo messo in evidenza il rischio di assistere ad una correzione dei mercati con una rotazione dei flussi verso strumenti di parcheggio.
I mercati azionari spinti dai progressi di Wall Street si sono dimostrati più resilienti, ma questo non ha modificato le nostre attese. Restiamo sempre orientati per un’azione correttiva confermando per l’Eurostoxx 50 i trigger già indicati la scorsa settimana tra 3200/3170.
I bassi volumi hanno favorito movimenti distorsivi
I bassi volumi registrati in diverse asset class hanno favorito manovre distorsive su alcuni strumenti. Martedì 18, abbiamo visto sull’eur usd un falso segnale di break up dei precedenti massimi fissati a 1,1915 tra la fine di luglio e gli inizi di agosto. Ieri il cambio ha subito il ritorno dei valori a 1,1840. Mentre il primo break up ha spinto molti operatori a ricoprirsi sull’euro vendendo dollari, l’attuale movimento di rientro dovrebbe imporre un reversal delle precedenti tattiche. Riteniamo che i trigger più significativi in tal senso siano presenti sotto area 1,17 eur usd.
Nell’aggiornamento che stiamo preparando all’Outlook per il nostro servizio di Enterprise Risk Management stiamo approfondendo alcune considerazioni tecniche sul cambio eur usd ed in generale sull’euro da mettere a fuoco per l’autunno in prospettiva della costruzione dei budget per il 2021.
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