Buongiorno,
i mercati aprono questo fine settimana in attesa del G20 di Buenos Aires. Si guarda al vertice USA Cina e conseguentemente alle indicazioni che usciranno dall’incontro sui temi doganali e sulla proprietà intellettuale. L’esito determinerà la reazione dei mercati. Per cui i minimi che abbiamo visto sull’azionario la scorsa settimana rappresenteranno le soglie sotto cui fissare le protezioni sui portafogli azionari. In Europa come del resto in America si sono visti acquisti reattivi su tali livelli. Se reggeranno ai termini dei colloqui potremmo giocare un’altra reazione positiva sempre comunque inserita in un contesto di precarietà.
Si consolida nel frattempo l’idea che la Fed abbia rinunciato al momento nel procedere ai 4 aumenti dei tassi attesi per il 2019. Probabilmente completerà con dicembre il programma di normalizzazione prendendosi una pausa. Ne parleremo più diffusamente la prossima settima. Nel frattempo facciamo notare che nei mercati obbligazionari governativi le cose stanno evolvendo verso un ridimensionamento dei rendimenti sul tratto lungo: il 10 anni Germania scende sotto 0.35 (come atteso), il 10 anni USAsi avvia a collaudare l’area del 3% ma pensiamo che possa scivolare lentamente verso 2.80%.
Lo spread come indicato in tempi difficili e non sospetti dopo aver delimitatole pressioni a 330 punti sta scendendo sotto 287 Chiusura di ieri. Ciò avvalora e conferma l’outlokk che abbiamo fissato per il differenziale. Sul 10 anni Italia ci attendiamo ora una discesa dello spread a 240 ed un ridimensionamento del tasso di 0,5%.
L’eur usd tenderà in questa fase a consolidare un mini range dal quale trarremmo indicazioni la prossima settimana. Per il momento restiamo neutri nel brevissiomi con spunti che potrebbero spingere il cambio oltre 1.14 in direzione di 1.1435/50. Il sostegno infraday si pone in area 1.1340/10.
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EVENTI DEL GIORNO
BTP E MANOVRA – In un clima di cauta attesa sulla possibilità di un punto di incontro tra Roma e Bruxelles sulla manovra di bilancio, l’obbligazionario italiano ha archiviato l’ultima seduta in territorio positivo, sebbene rendimenti e spread restino su livelli elevati.
L’alto livello del differenziale, ha assicurato Conte da Buenos Aires, dove prenderà parte al G20, non lascia indifferente il governo, che è al lavoro per superare la situazione. Sia Di Maio che Salvini hanno espresso fiducia nella possibilità di trovare un accordo. Il leader leghista in particolare ha sottolineato come il target del 2,4% per il deficit/Pil non sia scritto nella Bibbia.
Intanto, però, i capi di Stato e di governo hanno appoggiato la proposta della Commissione Ue, che chiede di avviare nei confronti dell’Italia la procedura disciplinare per il mancato rispetto della regola del debito. L’avvio formale della procedura, che potrebbe portare a sanzioni finanziarie ed esporre l’Italia alla speculazione dei mercati per un periodo prolungato, non è previsto prima di gennaio e Tria, secondo le dichiarazioni del ministro da Buenos Aires riportate stamane dai quotidiani, lo ritiene ancora evitabile.
Secondo ‘Il Messaggero’ Conte e Tria stanno studiando la riduzione del target deficit/Pil a circa il 2% per raggiungere un accordo con la Ue.
PIL ITALIA – Istat diffonde la lettura finale del Pil del terzo trimestre, che preliminarmente aveva mostrato una variazione nulla, rivelando un rallentamento della crescita peggiore del previsto. L’aggiornamento sarà accompagnato dallo spaccato delle componenti. Nell’ultimo comunicato Istat aveva segnalato il contributo negativo della produzione industriale, mentre la componente nazionale e quella estera netta, secondo quanto anticipato, hanno dato un contributo nullo.
DATI INFLAZIONE – A due settimane dal prossimo consiglio di politica monetaria della Bce, i dati preliminari di Eurostat offriranno indicazioni sull’andamento dei prezzi al consumo nella zona euro. La mediana delle attese prospetta una decelerazione dell’andamento dell’inflazione annua a 2% da 2,2% di ottobre, mentre è previsto in lieve rialzo a +1,3% per l’indice annuo dei prezzi ‘core’, che esclude alimentari freschi ed energia, da +1,2% di ottobre. Per quanto riguarda l’inflazione italiana, la mediana delle attese prospetta un calo dell’indice armonizziato Ue a 1,6% da 1,7% di ottobre.
DATI LAVORO – Sul fronte macro spiccano anche le statistiche mensili sul mercato del lavoro nel blocco della valuta unica e in Italia. Per quanto riguarda quest’ultima, la mediana delle attese degli economisti prospetta un tasso di disoccupazione stabile a 10,1% in ottobre, mentre per la zona euro è prevista una marginale discesa a 8,0% da 8,1% di settembre.
VERBALI FED – Quasi tutti gli esponenti della Federal Reserve nel corso dell’ultimo comitato di politica monetaria dell’istituto centrale Usa hanno concordato sul fatto che un nuovo rialzo dei tassi d’interesse è probabilmente da ritenersi giustificato abbastanza presto, ma hanno anche avviato un dibattito sul momento in cui mettere in pausa la risalita del costo del denaro e su come comunicare all’esterno tali intenzioni.
TENSIONI TRA USA E RUSSIA – Trump ha improvvisamente cancellato un incontro fissato con Putin a margine del G20 di Buenos Aires, segnalando il proprio disappunto per l’atteggiamento di Mosca nei confronti dell’Ucraina.
DATI GIAPPONE – Lunga serie di dati dal Giappone. L’inflazione core dell’area di Tokyo è cresciuta a novembre di 1% su base annua, come nel mese precedente ed in linea alle attese. Il tasso di disoccupazione ad ottobre si è attestato a 2,4% da 2,3% del mese precedente, a fronte di attese per una lettura invariata. Sempre ad ottobre, la produzione industriale ha registrato un rimbalzo congiunturale di 2,9% (l’aumento percentuale più consistente dal 2015) dopo la contrazione di 0,4% segnata in settembre (legata in buona parte alle catastrofi naturali che hanno colpito il Paese), a fronte di attese per un incremento di 1,2%. Le aziende manifatturiere tuttavia prevedono un fase di rischi crescenti a causa delle frizioni sul commercio internazionale.
DATI CINA – In attesa dell’incontro tra Trump e Xi Jinping in Argentina nel weekend, emergono nuovi segnali di come la disputa commerciale tra Washington e Pechino pesi sull’attività del settore manifatturiero cinese, che ha registrato la prima stagnazione da oltre due anni a questa parte a novembre, secondo le indagini congiunturali a cura dell’ufficio nazionale di Statistica. Il Pmi manifatturiero si è attestato a 50 (soglia spartiacque tra crescita e contrazione) da 50,2 di ottobre, mentre le attese prospettavano una lettura invariata. La crescita dell’attività del settore dei servizi ha rallentato a 53,4 da 53,9 di ottobre.
FOREX – Principali rapporti di cambio poco variati in attesa di possibili indicazioni che potrebbero arrivare dal G20 argentino. Intorno alle 7,50 l’euro viaggia a 1,1399 dollari da 1,1391 della precedente chiusura; il dollaro passa di mano a 113,40 yen da 113,47 della chiusura; poco mosso anche l’euro/yen a 129,18 da 129,28.
GREGGIO – Quotazioni petrolifere in modesto rialzo negli scambi asiatici, in previsione dei tagli alla produzione da parte dei Paesi membri dell’Opec, ma l’aumento dell’offerta da parte degli Usa limita i guadagni. I prezzi restano inferiori di un terzo rispetto ai livelli di ottobre. I future sul Brent salgono di 17 centesimi a 59,78 dollari al barile; i derivati del Nymex salgono di 5 centesimi a 51,5 dollari al barile.
TREASURIES – La curva dei rendimenti dell’obbligazionario Usa nel tratto 2/10 anni si è appiattita dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione del comitato di politica monetaria Fed, da cui si è avuta la conferma dell’intenzione dell’istituto centrale di effettuare un rialzo del costo del denaro a dicembre, nonostante la volatilità del mercato, mentre si è aperto il dibattito interno su come comunicare al mercato una possibile pausa nel percorso di risalita dei tassi intrapreso negli ultmi anni. Il rendimento del benchmark 2 anni si è mosso verso l’alto, mentre per la prima volta da settembre il tasso a 10 anni Usa è sceso brevemente sotto la soglia psicologica del 3%.
DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Istat, stima occupati e disoccupati ottobre (10,00) – attesa 10,1%.
Istat, stima prezzi al consumo novembre (11,00) – attesa dato Ipca -0,3% m/m; 1,6% a/a.
Istat, Pil finale trim3 (12,00) – attesa 0,0% t/t; 0,8% a/a.
FRANCIA
Stima prezzi al consumo novembre (8,45) – attesa dato armonizzato 2,2% a/a.
GERMANIA
Prezzi import ottobre (8,00) – attesa 0,5% m/m; 4,2% a/a.
Vendite al dettaglio ottobre (8,00) – attesa 0,3% m/m; 2,7% a/a.
GRAN BRETAGNA
Fiducia consumatori novembre – attesa -11.
GRECIA
Prezzi alla produzione ottobre (11,00).
Vendite al dettaglio settembre (11,00).
PORTOGALLO
Stima prezzi al consumo novembre (10,30).
Pil finale trim3 (12,00).
SPAGNA
Bilancia partite correnti settembre (10,00).
ZONA EURO
Stima flash prezzi al consumo novembre (11,00) – attesa 2,0% a/a.
Tasso disoccupazione ottobre (11,00) – attesa 8,0%.
USA
Pmi Chicago novembre (15,45) – attesa 58,0.
BANCHE CENTRALI
ITALIA
Banca d’Italia pubblica indice Eurocoin di novembre.
EUROPA
Zona euro, intervento Coeuré a Francoforte (13,45).
USA
New York, intervento presidente Fed New York Williams (15,00).
APPUNTAMENTI
ITALIA
Frascati, “Tips launch” evento organizzato da Banca d’Italia e Bce con Mersch, Ignazio Visco, Salvatore Rossi (11,00).
Milano, Reuters pubblica asset allocation novembre (13,00).
Milano, convegno Univ. Cattolica su “Attivi bancari illiquidi in Europa: cosa sapere, cosa fare” con Alessandri, Panetta, Penati, Gualtieri (9,20).
Verona, Jobs Orienta con Di Maio (16,00).
EUROPA
Belgio, Fitch si pronuncia su rating sovrano.
Bulgaria, S&P si pronuncia su rating sovrano.
Irlanda, S&P si pronuncia su rating sovrano.
Liechtenstein, S&P si pronuncia su rating sovrano.
Portogallo, Fitch si pronuncia su rating sovrano.
AMERICA LATINA
Buenos Aires, inizia vertice G20; termina l’1 dicembre