L’indagine mensile sullo stato di fiducia delle imprese pubblicato ieri da Markit sull’Eurozona, potrebbero alimentare nel meeting odierno della BCE qualche preoccupazione sulle aspettative di crescita dell’economia europea. Benchè l’andamento dei prezzi rimanga elevato, ai massimi degli ultimi 7 anni, la congiuntura letta attraverso l’indice principale PMI (Purchase Manager Index), appare in declino. Tant’è che la stessa Germania sta rivedendo al ribasso le proprie stime di crescita per l’anno in corso e per il prossimo.
Le ragioni edotte per la perdita di momentum sono sempre le stesse, dazi e rallentamento della domanda globale, tuttavia l’attuale fase coincide con la riduzione dei stimoli monetari avviata dalle banche centrali. I mercati vendono equity. In America perchè i livelli raggiunti dagli indici risultano in eccesso, negli emergenti per eccesso di debito, soprattutto quello denominato in dollari, in Cina per squilibri sul credito, in Europa perchè la crescita rimane strutturalmente debole.
Nel quadro abbiamo messo in sintesi l’andamento dei principali valori da inizio anno aggiornato alle chiusure di ieri.
Il quadro mette in evidenza pochi strumenti ancora sopra la linea di galleggiamento, e per quei pochi riteniamo che vi siano soprattutto sul fronte equity molte probabilità che scendano ulteriormente di valore.
Soltanto il dollaro, oltre al petrolio ed alle commodity agricole, quota in positivo.
Il dollaro, da inizio anno, rimane la nostra carta vincente per questo 2018. Riteniamo che nei prossimi giorni l’eur usd vada a vedere i minimi a quota 1,13 per aprire un’altra reazione ( prese di beneficio su posizioni lunghe di dollari ispirate al breve termine) per poi proseguire. Ci stiamo preparando per il 2019 dove il tema delle valute sarà ancora in primissimo piano.
E’ bene non farsi trascinare troppo dalle infinite dispute mediatiche sullo spread per non perdere di vista il quadro generale. Per noi la soglia di osservazione del differenziale tassi, rimane 330 punti base. Inutile spaventarci dei 400 punti finchè rimaniamo sotto tale livello.
Siamo convinti che oggi la BCE guarderà a questi numeri e li metterà in proiezione per il prossimo anno. Motivo per cui ci aspettiamo che in conferenza stampa il governatore, Mario Draghi, pur difendendo il proprio operato, aprirà le porte (meglio una finestra per il momento!) per comunicare che la BC è cosciente delle criticità che stanno soffiando sui mercati, al di là delle contese europee. Ricordiamoci che ha sempre sostenuto tra le righe che se necessario la BCE è pronta a rivedere la prpria linea sull’imminente chiusura degli stimoli monetari.
Ieri infatti i rendimenti del Bund hanno chiuso sotto quota 0.40% (10 y yield); un passo ancora giù, sotto 0.30, e si ritorna nuovamente verso i minimi storici (min. lug 2016 -0.20%)!
Questa mattina sono indiretta su LE FONTI TV alle 9.30 per commentare la situazione, mentre questa sera alle 17.45 sarò ospite al GR ECONOMIA di RAI 1 per commentare la conferenza stampa della BCE.