MARKET MOVER 24 SETTEMBRE 2018
Mercoledì si attende la decisione del Fomc, ampiamente scontata, su un ulteriore rialzo dei tassi FED. Si rafforza l’idea che nel corso del 2018 possano sommarsi 4 chiamate al rialzo dei Fed Funds. I dati sulla crescita positivi e proiettano l’output del modello di stima del GDP USA per il 3°q al 4,4%. Nel contempo il consensus medio degli economisti si alza sopra il 3%.
Il 10 anni USA nel frattempo mantiene quota 3% sfidando il precedente massimo fissato nel mese di maggio a 3,10%. La violazione di questo picco unita al break up tecnico della trendline che delimita il ciclo riflessivo dei tassi americani degli ultimi 20 anni, conferma l’ipotesi basate su altri tre rialzi dei Fed Funds per il 2019.
Di converso oggi si attende lo speech di mario Draghi al Parlamento europeo per avere un chiarimento sulla linea monetaria perseguita all’interno del Board della BCE manifestatasi più aggressiva nelle recenti dichiarazioni di alcuni suoi membri.
L’eur usd riassume lo stato delle cose in una posizione più articolata dopo il ritorno dei valori oltre la soglia 1.1720 eur usd. Il ritracciamento delle prossime ore della spinta rialzista della scorsa settimana collauderà l’effettiva capacità del cambio di rimanere sopra 1.17 e quindi confermare un riassetto del trend a favore, nel breve dell’euro. Diversamente il quadro rischia di mettere in evidenza un ennesimo rimescolamento delle carte. Il pivot point settimanale si colloca in tal senso a quota 1.1620. Sotto tale soglia il mercato (trader di breve termine) ritorna nuovamente venditore di euro riallineandosi alla tendenza di fondo che per noi rimane ancora di segno riflessivo.
Si attende in settimana il varo della Legge di Bilancio. Finalmente si conosceranno i numeri relativi al deficit programmato. Lo spread nel frattempo si presenta sul nostro livello target 220. Ci attendiamo reazioni verso area 240/45 ma non situazioni di tensione eccessivamente elevata a seguito di un disavanzo programmato attorno al 2%.
Nel contempo il quadro generale in Eurozona tende a perdere momentum. Oggi la pubblicazione dell’indice IFO (Germania) potrebbe confermare un ulteriore discesa dal precedente 103,8 ad un atteso 103.6 (con rischi al ribasso). I dati PMI rimangono deboli e strutturalmente riflessivi dagli inizi dell’anno in corso.
AGENDA LUNEDI’ 24 SETTEMBRE
MANOVRA – È attesa in settimana la nota di aggiornamento al Def, sulla cui base verrà costruita la manovra 2019. Il nuovo quadro di bilancio deve arrivare entro giovedì ma potrebbe anche essere anticipato già a oggi o domani per gli imminenti impegni di Conte all’Onu. Nel weekend — occupato in realtà più dalle polemiche sul caso Casalino che dalla discussione su numeri e misure — Salvini in un’intervista al Corriere ha invitato Tria ad aver coraggio e affermato che il deficit non è un problema. Il punto centrale della discussione è il livello di deficit/Pil dell’anno prossimo: ancora stamane Repubblica e Messaggero confermano la volontà del Mef di tenersi all’1,6%, in linea con gli impegni europei, mentre molti nel governo, a cominciare da Di Maio, spingono per un superamento del 2%. Oggi è prevista una riunione del Cdm, dedicata ufficialmente al decreto su sicurezza e immigrazione.
GIOREGETTI SU MANOVRA – Secondo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giorgetti è difficile riuscire a fare subito tutto quello che è stato promesso in campagna elettorale; “quello che si può fare è farlo nei 5 anni di durata del governo, perché così si fanno le cose in modo serio”. Nel fine settimana il sottosegretario leghista ha sottolineato la necessità di adottare politiche serie e credibili per la crescita, pur in un contesto di responsabilità, e che il problema non è un decimale in più o in meno.
VISCO SU DEFICIT – Un aumento “improduttivo” del disavanzo finirebbe per peggiorare le prospettive dei conti pubblici italiani, alimentando i dubbi degli investitori e spingendo più in alto i rendimenti sui titoli di Stato, con il rischio che il debito/Pil possa “rapidamente portarsi su una traiettoria insostenibile”. Lo ha detto il governatore di Bankitalia Visco, intervenendo nel fine settimana a un convegno. Visco avverte che lo strumento del disavanzo va utilizzato con cautela e anche in presenza di un’efficace politica di investimenti “resterebbe necessario definire una strategia credibile negli obiettivi di bilancio e nelle linee di riforma”. Un’espansione di bilancio accompagnata da un deterioramento della fiducia degli investitori genererebbe un impatto sui tassi di interesse che potrebbe anche risultare “particolarmente elevato”, conclude Visco, ricordando che l’Italia deve collocare ogni anno sul mercato circa 400 miliardi di debito pubblico.
BTP – In attesa dei primi numeri concreti sulle grandezze di finanza pubblica del 2019, sul mercato ha resistito la settimana scorsa un certo appetito per la carta italiana, che offre rendimenti interessanti rispetto a quella core ma anche rispetto agli altri periferici della zona euro. I Btp sono tornati a salire venerdì: il tasso decennale è sceso fino a 2,82%, schiacciando lo spread su Bund a quota 236, in restringimento di 5 punti base sulla chiusura precedente. Il mercato ripartirà stamane da un rendimento a 10 anni di 2,84% e da uno spread di 238.
PRIMARIO – A mercati chiusi il Tesoro comunica i dettagli delle aste a medio lungo di questo giovedì, 27 settembre. UniCredit prevede un’offerta tra 2 e 2,5 miliardi sia per il Btp quinquennale (ottobre 2023) sia per il decennale (dicembre 2028) e tra uno e 1,5 miliardi del Ccteu settembre 2025. Venerdì sera intanto via XX settembre ha annunciato che nell’asta Bot di mercoledì verranno messi a disposizione 6 miliardi di Buoni a 6 mesi (a fronte di titoli in scadenza per la stessa cifra); martedì 25 verranno invece offerti fino a 1,75 miliardi di Ctz e fino a un miliardo di Btpei settembre 2032.
DAZI – Usa e Cina hanno fatto scattare stamane nuove tariffe reciproche sulle importazioni, in un nuovo round della guerra commerciale ormai aperta tra i due paesi. Nella notte sono entrati in vigore dazi del 10% su ulteriori 200 miliardi di dollari di beni che la Cina esporta negli Usa; in risposta Pechino ha varato nuove tariffe su 60 miliardi di beni Usa. Pessimismo emerge anche dalla decisione della Cina, riportata dal ‘Wall Street Journal’, di non inviare il proprio vicepremier ai colloqui previsti a Washington questa settimana; nessun’altra data è stata al momento fissata per nuove trattative commerciali tra i due paesi.
IFO GERMANIA – Il dato macro principale della giornata sarà l’Ifo tedesco di settembre. L’indice di fiducia delle imprese in Germania è previsto in leve calo, a 103,8 punti dopo essere salito in agosto oltre le attese a 103,8.
BCE – Draghi interviene nel pomeriggio in commissione Affari economici e monetari del parlamento europeo per un’audizione di routine. Ieri intanto il banchiere centrale austriaco Nowotny ha affermato che bisognerebbe velocizzare l’uscita dalla ‘modalità di crisi’: “siamo in una situazione economica veramente molto buona… penso che la normalizzazione debba forse in qualche modo avere luogo più velocemente” ha detto. Poco più di una settimana fa, nella conferenza stampa post meeting, Draghi ha sostanzialmente ribadito la visione positiva sulle prospettive dell’economia europea (e la chiusura del Qe a fine 2018), sebbene alcuni membri del board avrebbero preferito toni più cauti, secondo quanto riferito da fonti. Le parole di Draghi hanno però confermato le attuali previsioni di mercato, che indicano un primo intervento della Bce sui tassi solo alla fine dell’estate dell’anno prossimo.
RATING – Non sono arrivate novità di rilievo dai pronunciamenti di venerdì sera delle agenzie sui rating sovrani europei. Tra quelli in calendario, Moody’s ha confermato sulla Grecia la valutazione di ‘B3’ con outlook positivo; lo stesso per S&P che sulla Spagna ha ribadito il rating di ‘A-‘ con outlook positivo.
GREGGIO – Prezzi petroliferi in rialzo questa mattina, sullo sfondo di un mercato Usa che mostra segnali di surriscaldamento proprio a poche settimane dalla prevista entrata in vigore delle nuove sanzioni contro l’Iran. Le scorte Usa di greggio sono ai minimi da inizio 2015 e, sebbene la produzione resti su livelli record, dati recenti hanno suggerito un rallentamento dell’attività di perforazione. Alcuni analisti, come quelli di JP Morgan, avvertono del rischio di picchi oltre i 90 dollari nei prossimi mesi. Alle 7,20 italiane il futures Brent scambia a 79,87 dollari il barile (+1,07), il Nymex a 71,64 dollari (+0,86).
FOREX – Complice la chiusura per festività sia della piazza cinese sia di quella giapponese, è rimasta piuttosto contenuta la reazione dei cambi alla notizia dell’entrata in vigore dei nuovi dazi e della cancellazione da parte della Cina dei colloqui commerciali con gli Usa, fatto salvo un passeggero picco in apprezzamento dello yen. Il cambio euro/dollaro tratta a 1,1738/42 da 1,1749 dell’ultima chiusura. Dollaro/yen a 112,59/60 da 112,56, con un minimo di seduta a 112,28. Euro/yen a 132,20/21 da 132,29, dopo un minimo intraday a 131,95.
TREASURIES – Poco movimentati i Treasury nelle contrattazioni della mattinata; anche in questo caso si fa sentire la scarsità dei volumi legata alle festività in Giappone e Cina. Il benchmark decennale Usa cede 1/32, rendimento a 3,067%.
DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Istat, innovazione imprese anni 2014-2016 (10,00).
GERMANIA
Indice Ifo settembre (10,00) – attesa 103,2.
USA
Indice attività nazionale agosto (14,30).
ASTE DI TITOLI DI STATO
ITALIA
Tesoro, annuncio tipologia e quantitativi Btp e Ccteu in asta il 27 settembre.
EUROPA
Germania, Tesoro offre 2 miliardi Bubill tre scadenza 5/12/2018.
USA
Washington, Tesoro offre 48 miliardi titoli Stato 13 settimane 27/12/2018, 42 miliardi titoli Stato 26 settimane 28/3/2019 e 37 miliardi titoli Stato 2 anni 30/9/2020.
BANCHE CENTRALI
EUROPA
Zona euro, audizione Draghi a commissione Affari economici parlamento europeo (15,00).
APPUNTAMENTI
ITALIA
Roma, Palzazzo Chigi, riunione Consiglio ministri su decreto sicurezza e immigrazione (10,00).
ASIA
Cina, mercati chiusi per festività.
Giappone, mercati chiusi per festività