BAD NEWS IS GOOD NEWS
Mentre il FMI nella sua Spring Session di Washington lancia segnali di warning sui rischi recessivi, i mercati azionari continuano ad aggiornare al rialzo i loro valori. Da un lato i rendimenti relativi al tratto lungo della curva USA e Germania rimangono deboli e strutturalmente ancora inseriti in un bear market, dall’altro gli indici azionari evitano puntualmente di entrare in correzione nonostante condizioni quantitative in eccesso in diversi casi.
Sotto il profilo macro gli indicatori leading e coincident fotografano condizioni di rallentamento della crescita soprattutto sui comparti manifatturieri confermando lo spirito apprensivo dei regulators. Nonostante si dipinga quindi uno scenario denso di incertezze, le borse continuano ad apprezzarsi.
Le ragioni di questa distonia hanno tre spiegazioni: un ulteriore immissione di liquidità da parte della PBoC nel mercato, la riconversione delle banche centrali verso un atteggiamento ultra accomodante ed i buy back USA.
A marzo la Banca Centrale cinese, per evitare che il sistema delle shadow bank possa entrare ulteriormente in crisi, ha immesso ulteriore liquidità pari a 2.86 triliardi di yuan dopo l’immissione straordinaria di inizio anno. L’impulso monetario delle banche centrali continua di fatto a sostenere oltremodo i mercati azionari.
In Europa gli indici si sono allineati all’andamento globale evitando di entrare in correzione. Per il Dax il punto sotto il quale sono presenti eventuali ordini di vendita (prese di profitto) si colloca ora in area 11850, 3415 per l’Eurostoxx 50, 21500 per il FTSE MIB.
Sul mercato forex l’euro ha evitato di cedere quota 1.12 contro dollaro. Il range di brevissimo rimane collocato sempre tra 1,1370 – 1,1180 eur usd, mentre il punto intermedio si colloca per oggi e domani in area 1.1250.
In settimana a partire da martedì avremo la lettura in Germania dell’indice ZEW sulla fiducia degli investitori e delle imprese, a seguire (giovedì) la lettura degli indici PMI relativi al comparto manifatturiero attesi in debole recupero a 45,20 da 44,1. Il dato più significativo negli USA, per la settimana, verrà pubblicato sulle vendite al dettaglio (giovedì); l’attesa è per un progresso pari allo 0,9% sul mese precedente, a seguire avremo i numeri sull’indice di produzione di Philadelphia.
In Italia nonostante tutte le polemiche, il 10 anni ritorna a scendere verso quota 2.50. La violazione di questo valore al ribasso darebbe nuovo impulso agli acquisti di BTP, nonostante tutte le discussioni aperte sul DEF e sulle tensioni governative. Ciò non significa che la situazione sia meno critica di quanto non si commenti, significa semplicemente che la presenza della BCE continua a rappresentare per i mercati un valido motivo per non aggredire la debolezza italiana.
Nella sostanza non attendiamo situazioni di particolare volatilità.