LA GEOPOLITICA : GEO PSICOSI
Putsch, Elezioni, Referendum
WB_PERSPECTIVES _LUGLIO 18 2016
Agli inizi del 2000 ho elaborato una tesi in cui la stagnazione globale avrebbe preoccupato il mondo per il ventennio successivo. Il RumblingWorld ha rappresentato nel mio lavoro professionale il filo rosso lungo il quale interpolare la rappresentazione di cicli contrapposti in questo lungo ventennio. In effetti osservando l’andamento del MSCI World Index la rappresentazione del suo andamento risulta allineata all’idea di un super ciclo laterale in cui periodi di espansione si contrappongono a fasi di recessione.
La stagnazione secolare che ha dominato in questo tempo, ha creato i presupposti per un sconvolgimento degli equilibri economici e politici determinando il disordine globale. Le relazioni tra la geografia fisica, la geografia umana e l’azione politica, in pratica la geopolitica, si sono violentemente imposte sul processo di una globalizzazione fin troppo spinta. L’accelerazione delle interrelazioni tra sistemi economici, sociali, culturali e tecnologici, ovvero tra oriente ed occidente, è avvenuta senza un’adeguata preparazione delle economie avanzate verso quelle emergenti. Ciò ha prodotto una forza Schumpeteriana distruttrice solo in parte costruttiva allo stato. Il principio di economia dinamica elaborato da Schumpeter si basa su equilibri economici adattivi combinati sulla mutevole domanda dei consumatori. In realtà la mutevole domanda è a sua volta determinata dalle innovazioni tecnologiche, le quali aprono nuovi mercati, cambiano le modalità organizzative della produzione, incentivano nuovi investimenti che dipendono in gran parte dalla disponibilità del credito.
Le banche centrali, come fa notare Bill Gross, hanno cercato di sostituirsi agli squilibri che si sono generati con politiche inedite di allentamento monetario al punto da spingere oggi a rendimenti negativi oltre 13 trilioni di dollari di bond nel mondo. Gran parte di questi bond sono quotati tra l’Europa continentale ed il Giappone, le due aree che maggiormente soffrono di stagnazione.
Le borse di questi paesi sono tutte in negativo nell’ultimo anno, mentre quelle anglosassoni mettono in evidenza bilanci parzialmente positivi.
Per tutti gli indici invece si rilevano volumi in contrazione con evidenti spike nelle giornate di sell_off.
E’ evidente il livello di tensione che i mercati incorporano nelle loro valutazioni basate gran parte sul rischio sistemico. Da un lato sono pressoché minime le alternative che si oppongono all’equity, dall’altro i prezzi sono inquinati dalla patina stratificata del QE. Alla fine tutti i giochi fanno riferimento allo Standard & Poor 500 per le condizioni sistemiche, ai singoli mercati per i rischi periferici. Finora si sono intensificati quest’ultimi, mentre l’S&P 500 nonostante una minore partecipazione degli attori al rialzo è salito oltre il tetto dei precedenti massimi.
Vista la scarsa partecipazione al rialzo ci si interroga sulla credibilità del movimento. E’ verosimile ritenere che molti operatori vogliano attendere una verifica dei precedenti massimi violati, ovvero 2130/25, prima di allinearsi al rally consapevoli che il punto cardine che supporta effettivamente il rally quota in area 2110. Ritorni sotto questo livello comprometterebbero la scalata dei prezzi verso 2230/50. L’evento inoltre taglierebbe le gambe alla reazione che i periferici europei stanno costruendo in attesa degli stress test sulle banche vigilate dalla BCE.
In altri termini il grande punto di riferimento sistemico per i mercati azionari potrebbe coincidere con i comportamenti dell’S&P 500 qualora decida, come pensiamo, di avviare anch’esso un test dell’area 2110.
Nel gioco del Risk_On/Risk_Off , gli strumenti di avversione al rischio (bond globali), hanno anch’essi aggiornato i massimi storici; in queste ultime ore sono impegnati in una ritirata tattica. Tuttavia la permanenza del 10 anni US sotto 1.65% mantiene aperto il gioco dal quale non escludiamo la partecipazione diretta dei vigilantes centrali proprio in coincidenza con i punti cruciali.
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