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IL NUOVO ORDINE GEOPOLITICO MULTIPOLARE

La storia sta accelerando il suo percorso verso una nuova architettura:l’Ordine Geopolitico Multipolare.
La tregua in Palestina seguita da un nuovo vertice a Budapest tra Donald Trump e Vladimir Putin lasciano presupporre ad una svolta delle relazioni diplomatiche sul fronte delle leadership geopolitiche. E’ un passaggio che non ci vede in alcun modo protagonisti, ma non per questo potremmo non trarre alcun beneficio.

Alla configurazione del Nuovo Ordine Geopolitico Multipolare si unirà con buona probabilità a fine mese l’incontro tra i presidenti Trump e Xi Jinping in Corea del Sud.

Il declino dell’opzione Tomahawk sta riducendo i premi di rischio su alcuni strumenti di mercato a partire dai costi energetici e di conseguenza dai tassi sul tratto lungo della curva dei governativi. La fornitura dei famigerati missili da crociera subsonici a lungo raggio avrebbe alzato ulteriormente il livello di tensione tra Mosca e Washinton innescando di conseguenza le spinte speculative sui prezzi del gas. La stessa tregua a Gaza, fortemente voluta dai paesi arabi, ha tolto premio al rischio alle quotazioni del petrolio. I prezzi di conseguenza sono scesi: il Brent ha verificato il primo dei nostri target ribassisti indicati a 63 usd/bar e si apprestano a dirigere verso l’obbiettivo successivo dai noi stimato agli inizi dell’anno a 55 usd/bar.

Le quotazioni del Natural Gas europeo TTF dopo alcune pressioni esercitate sugli iniziali livelli di resistenza tecnica a 34/35 eur/mwh stanno scendendo verso i minimi di periodo disinnescando, dopo le settimane in cui la fornitura dei Tomahawk sembrava piuttosto concreta, un premio al rischio che stava crescendo pericolosamente. L’annuncio del vertice di Budapest ed il contestuale declino dell’opzione di cui sopra raffredda le ragioni alla base della leva speculativa generata dalle ipotesi incendiarie prodotte sugli impianti petroliferi e sui campi di produzione del gas con il conseguente collasso delle forniture.

Questo nuovo scenario unito alle aspettative che si possa profilare segnali che portano verso una pace in Ucraina potrebbero sciogliere le tensioni sulle negoziazioni del TTF e consentire che le quotazioni scendano: Stimiamo un possibile caduta dei valori verso 28 6 successivamente 23 eur/mwh. Di conseguenza anche i prezzi dell’energia elettrica declinerebbero verso 80/70 eur/mwh. (Perhttps://www.wbadvisors.it/boarding-list/ avere le nostre analisi e l’Outlook sulle commodity industriali richiedi il nostro report WB COMMODITY PERSPECTIVE)

Abbiamo nuovi segnali positivi sul ribasso dei tassi

Il ribasso delle quotazioni dell’energia contribuirebbe a contenere i timori per un rialzo dell’inflazione, quindi consentirebbe ai rendimenti sui governativi di riprendere il percorso regressivo dopo una lunga pausa in cui quelli del Bund erano risaliti sino al 2.70%.

La scorsa settimana sono scesi i tassi IRS in linea con le nostre previsioni di scenario. Pure i rendimenti sui bond governativi sono scesi in tutti i tratti della curva. Anche i rendimenti sull’Oat francese sono scesi nonostante le tensioni sempre più acute verso la crisi politica del Paese mentre S&P declassa il rating sovrano della Francia a causa della “Crisi debito, incertezza politica”. Nel contempo Dbrs promuove Italia alzando il giudizio ’A’.

Queste mosse precedono la prossima settimana quando ritorneranno a riunirsi le banche centrali: Bank of Japan, Federal Reserve e BCE.
Tre banche che prenderanno decisioni sulla politica monetaria su basi disallineate ma suggestionate comunque dalle mosse della FED.

Il Giappone rimane inserito in un percorso di rialzi anche se l’elezione a Primo Ministro della premier Sanae Takaichi potrebbe raffreddare le attese. Il Parlamento si riunirà in una sessione straordinaria per eleggere un primo ministro. Le speranze del Pld di veder eletta la prima donna del Paese, Takaichi, si sono allentate a seguito della rottura della storica alleanza con il Komeito. Si aprono ora diverse possibilità e alleanze. In una crisi politica la BoJ potrebbe anche alzare timidamente i tassi. Ciò che più conta è comunqu lo spread tra i tassi giapponesi e quelli americani in progressiva convergenza. La riduzione del differenziale spingerebbe i mercati a ridurre le posizioni di carry trade speculative favorendo un apprezzamento dello yen. I valori contro euro stanno scendendo dopo il recente picco. Ci aspettiamo una coda lunga in cui lo yen potrebbe recuperare in modo sensibile valore nelle prossime settimane.

All’interno del Fomc, il braccio di politica monetaria della FED, si sta animosamente discutendo sull’ampiezza del taglio: 25 o 50 bp? Il mercato sconta sempre l’ipotesi di 25 bp ad ottobre ed altri 25 a dicembre. La BCE ufficialmente non prevede alcun taglio, ma pensiamo che all’interno del consiglio gli orientamenti siano divisi sulla necessità di operare almeno un altro taglio. In considerazione degli ultimi dati sulla Produzione Industriale tedesca, ancorché riferiti ad Agosto -3,9% m/m meriti l’attenzione dei banchieri centrali.

In settimana avremo l’aggiornamento sui dati PMI Flash, le anticipazioni su ottobre. Finora abbiamo sempre analizzato i dati sulla fiducia delle imprese manifatturiere dell’Eurozona, osservando un tracciato dominato da proiezioni incerte, ritornate deboli nelle rilevazioni di settembre. Questo vale per il PMI, l’IFO e l’indice ZEW.

Negli Stati Uniti i dati PMI assumo maggior rilievo in una fase in cui è scesa l’oscurità sui dati calcolati dalle agenzie governative a causa del lockdown. L’Ultima rilevazione del GDPNow che stima la crescita del PIL reale nel terzo trimestre del 2025 è stata del 3,9% al 17 ottobre, in aumento rispetto al 3,8% del 7 ottobre. Dopo la relazione mensile del Tesoro della scorsa settimana proveniente dal Bureau of the Fiscal Service, le previsioni sulla crescita della spesa per consumi personali reali del terzo trimestre e sulla crescita degli investimenti privati ​​interni lordi reali sono aumentate rispettivamente dal 3,2% e dal 4,0% al 3,3% e al 4,4%, mentre le previsioni sulla crescita della spesa pubblica reale del terzo trimestre sono diminuite dall’1,8% all’1,5%. Questa settimana, (la notizia non è ancora certa causa lockdown), l’inflazione statunitense potrebbe essere aggiornata. Il Consiglio si troverebbe a chiamare un secondo taglio sulla base dei timori concreti del declino dell’occupazione, le pressioni inflative ed una crescita ancora robusta.

La configurazione di un nuovo Ordine Geopolitico Multipolare dovrebbe premiare ancora il dollaro

La competizione geoplanetaria oltre ai confronti diplomatici, le guerre commerciali, combatte anche sulle piattaforme finanziarie. Oro, Argento, Dollaro, Treasury Bond, sono tutti pezzi di un complesso puzzle le cui articolazioni viaggiano su provocazioni, rapporti di forza, tregue armate, accordi e deterrenza. Sui media leggiamo dazi al 100% sugli stream di mercato leggiamo rialzo dell’oro, vendite di bond deterrenza sulla de-dollarizzazione. In questo ambito le trame sono meno pubbliche, come pure le tregue e gli accordi.

Il comportamento tenuto dai prezzi che abbiamo osservato la scorsa settimana rivelano un potenziale riallineamento degli equilibri. Forse più di una tregua. Oro e Argento potrebbero aver segnato il loro picco, almeno in questa fase. I rendimenti dei Treasury Bond hanno ripreso a scendere. Ottime notizie. Il petrolio non rappresenta una minaccia. Il Dollaro ha superato una significativa prova di forza ritornando a collaudare l’area da cui era scattato il precedente segnale di acquisto a 1.1740/20 eur usd, dopo aver fissato minimi relativi a 1.1545. Sul precedente buy signal del dollaro avevamo scritto nel post,di inizio mese anticipando la Fine del Ciclo Rialzista dell’Euro. C’è molto nervosismo sul mercato. Sottotraccia sono presenti distorsioni nel comparto finanziario statunitense, ma allo stesso tempo anche in Francia, senza citare la Cina.
Sul vertice Trump Putin abbiamo posto una forte ipoteca sul ritorno d’interesse per il dollaro. Nel nostro report di ottobre FX RISKOO abbiamo fissato chiari obbiettivi su cui il cambio eur usd potrebbe allineare le quotazioni nei prossimi mesi. Nel frattempo questa settimana, in attesa della FED e della BCE, ci aspettiamo un ritorno dei valori verso i recenti minimi.