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IL 2025 INIZIA IL 20 GENNAIO CON DONALD TRUMP

L’attesa per l’insediamento ufficiale del presidente Donald Trump e della nuova Amministrazione statunitense sta producendo un’intensa attività di rumors sulle azioni che The Donald intraprenderà sin dalle prime decisioni politiche. La volatilità delle notizie sembra più elevata di quanto non si muovano i mercati. Ma pensiamo sia soltanto una fase in cui l’attesa trattiene gli investitori dall’intraprendere azioni specifiche. Nel frattempo fanno premio le micro tendenze tracciate alla fine dello scorso anno: dollaro forte, rendimenti obbligazionari in rialzo, borse governate da prese di beneficio, commodity in ordine sparso.

C’è un liberi tutti in attesa che le prime mosse concrete dispieghino il loro effetto su geopolitica, economia e governo degli affari interni.

Tra tutti i movimenti quello che più spaventa riguarda la progressione al rialzo del 10Y Treasury yield.

La Fed nell’ultima riunione del 2024 aveva inviato ai mercati un messaggio meno accomodante di quanto gli investitori scontassero sino a quel momento. L’ipotesi di due tagli indicati nei Dot Plot di dicembre ha in qualche modo raffreddato l’autoreferenzialità dei mercati azionari, non più così sicuri che il paracadute dei tassi possa supportare i multipli di borsa. Lo Standard & Poor 500 ha smesso di salire formando una distribuzione che, come abbiamo scritto nell’OUTLOOK 2025 rischia di auto alimentare un processo di vendite con effetto palla di neve. Il Board della Fed potrebbe anche compiacersi di una correzione profonda più di quanto il consensus condivida. Nello scenario da noi indicato si parte proprio con un movimento ribassista delle borse, iniziando da quelle americane seguite a breve distanza da quelle europee, con un flash down sino a quota 5500/350,. Qualora raggiungendo l’area i buy order non fossero in grado di riassorbire le perdite, il rischio effetto palla di neve aumenterebbe le probabilità per un’estensione del movimento correttivo. E’ un’ipotesi che alla Fed potrebbe piacere in quanto consentirebbe di raffreddare il rialzo dei rendimenti e riattivare le attese per un ritorno di un atteggiamento più accomodante.

In attesa di appurare lo sviluppo di questo fantascenario, il rialzo dei rendimenti americani, unito ad uno spread (10Y) tra tassi USA e Germania sopra i 200 bp, continua a sostenere il dollaro. La settimana apre con nuovi minimi a ridosso di area 1,02 che potrebbe delimitare temporaneamente le vendite di euro in attesa dei dati sull’inflazione.

Il calendario macro economico della settimana tra i tanti dati riporta quelli, senz’altro di maggior interesse, sull’inflazione rilevata lo scorso dicembre americana (mercoledì) ed europea (giovedì Germania – Italia, venerdì Eurozona). Quella USA è attesa il progressione da 2,7 al 2,9%, quella tedesca dal 2,2 al 2,6%, stabile l’inflazione all’1,3% in Italia, mentre quella generale in Eurozona è attesa anch’essa in rialzo dal 2,2 al 2,4%.

Le statistiche non dovrebbero sovvertire le aspettative sulle decisioni che prenderanno le due banche centrali a fine mese, il 29 la Fed, il 30 la BCE:

L’Outlook per le due banche è parte da due diversi orientamenti. Dai verbali della Fed rilasciati con il meeting di dicembre, non emergono indicazioni favorevoli ad un altro taglio. Al momento la curva future sui Fed Funds evidenzia soltanto per gli inizi dell’autunno un ulteriore possibile taglio di 25 bp. Per la BCE prevalgono ancora aspettative sulla crescita strutturalmente deboli e incerte, mentre le aspettative di inflazione continuano a esser ben ancorate. In linea teorica il Consiglio dovrebbe procedere con un altro taglio di 25 bp, anche per dare un segnale al mercato obbligazionario troppo suggestionato dal percorso del Treasury USA. Il dubbio eventuale rimane sempre correlato all’atteggiamento della Banca centrale verso la debolezza del cambio. Dallo scorso settembre sembra che il Consiglio abbia allentato il controllo sull’euro.

US TREASURY 10Y YIELD
IL 2025 INIZIA IL 20 GENNAIO CON DONALD TRUMP
WB CORPORATE RISK MANAGEMENT: US TREASURY YIELD 10Y

Il nostro OUTLOOK 2025 delinea un percorso analogo a quello configurato nel 2022. In attesa che il presidente Donald Trump, fortemente contrario alla forza del dollaro, muova contro l’indipendenza della Fed sulla politica monetaria, dovremo considerare la possibilità di andare a verificare un test dell’area 1- 0,99 eur usd a breve, dove la dinamica tra acquisti di dollari e vendite di euro potrebbero maturare uno squilibrio eccessivo ed aprire una fase di consolidamento con reazioni, probabilmente temporanee, della divisa europea.

EUR USD TREND CYCLE
IL 2025 INIZIA IL 20 GENNAIO CON DONALD TRUMP
WB CORPORATE RISK MANAGEMENT: EUR USD ADVANCE CYCLE
RISKOO EVRERYONE IS A RISK MANAGER