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FOREX MARKET ALLA RICERCA DI NUOVI EQUILIBRI

FOREX MARKET: il macro clima e gli scenari politici in evoluzione potrebbero modificare gli attuali equilibri sul mercato dei cambi.

In un momento estremamente complesso gli investitori stanno analizzando più temi prima di declinare in un quadro tendenziale l’andamento dell’euro contro dollaro e di conseguenza contro le altre divise.

Procediamo con ordine. In primo luogo ci sono i tassi d’interesse. La BCE ha fatto un primo taglio senza offrire spunti concreti looking forward su quale sia la strada che intende percorrere. Dal nostro punto di vista lo scenario macro evidenzia un ulteriore rallentamento della crescita: i recenti dati su Produzione Industriale, Ordinativi all’industria, Consumi, risultano in frenata, soprattutto i primi. L’inflazione ha ripreso nuovamente a scendere accelerando lo scenario che dirige verso il target del 2%. Il quadro fiscale imposto dalla Commissione europea con la rimessa in funzione del Patto di Stabilità, ritorna restrittivo. Dovrebbe essere la Banca centrale a sostenere la crescita con azioni di accomodamento monetario.

Anche negli Stati Uniti ritornano segnali che preludono ad un rallentamento della crescita. Tuttavia il differenziale tra le due aree mette in evidenza una forza relativa ancora a vantaggio degli USA. Qui si cerca di capire se la Federal reserve taglierà a settembre ed eventualmente a dicembre una seconda volta. E’ plausibile pensare che se la Fed allenta le condizioni monetarie, la BCE ha più margini di manovra.

Sul fronte politico l’Europa manifesta un aumento della confusione nelle sfere del consenso. Sia l’elezione per il rinnovo del Parlamento europeo, che quelle per la Francia, non depongono a favore della linearità. Negli Stati Uniti del resto sono ancora dubbie le candidature democratiche. Questi dovrebbero sciogliere le eventuali riserve alla Convention di agosto.

E’ possibile che il quadro generato, in cui si addensa il fumo d’incertezza, permetta ai policy maker ancora al governo di guadagnare tempo e continuare a gestire i temi geopolitici nel solco delle contrapposizioni consolidate tra G7+ e Global South.

I tassi IRS dall’ultimo meeting della BCE sono risultati neutrali a tutte le dinamiche, performando un movimento laterale, come se gli investitori avessero sospeso il loro giudizio su tutta la linea congiunturale. Il Forum di Sintra, promosso come ogni anno dalla BCE, non ha contribuito a fare chiarezza sui temi posti all’attenzione della stessa, salvo raccogliere una poco fruttuosa comprensione della perdita di momentum della crescita in Eurozona.

Sotto traccia, tuttavia rileviamo un segnale che merita attenzione: lo spread a 10 anni tra il Treasury USA ed il Bund Germania è sceso la scorsa settimana di quasi 20 bp. Diversamente dalle nostre attese, i rendimenti statunitensi sono scesi in termini relativi rispetto a quelli tedeschi che sono rimasti sostanzialmente fermi. Il dato sull’occupazione Usa non ha soddisfatto le attese degli investitori.

Nonostante la fase interlocutoria dei tassi IRS in Eurozona restiamo comunque confidenti su uno scenario riflessivo. Il 5Y quota in area 2,85%. Sotto area 2,75% sono presenti a nostro avviso nuovi ordini di acquisti di put sul fisso, impostati a protezione di un eventuale accelerazione al ribasso della curva. Stesse indicazioni emergono per il 10Y USA. Confermiamo quindi quanto indicato nella diretta streaming INSIDE CENTRAL BANK realizzata dopo la conferenza stampa della FED, a margine dell’ultimo Fomc. I rendimenti Usa, al pari di quelli europei, dovrebbero scendere ulteriormente offrendo nuove prove di uno scenario tassi sempre di segno regressivo.

Ulteriore riprova di questo percorso sarà verificata con i dati sull’inflazione americana in calendario questa settimana: l’ U.S. CPI, in calendario giovedì 11, dovrebbe evidenziare una ripresa della riduzione del tasso tendenziale annuo dal 3,3 al 3,1%. Come sopra scritto in Germania ed in Eurozona il processo risulta già in uno stato più maturo, rispettivamente 2,2 e 2,5%.

In tutto ciò l’eur usd non reagisce alle pulsioni politiche in Eurozona. Probabilmente i mercati attendono sviluppi sulla formazione del governo in Francia, restando positivamente impressionati dalla desistenza di Macron che probabilmente esce vincitore dall’azzardo politico giocato. Diversamente dalle nostre attese i corsi hanno esteso il rialzo sino a collaudare l’area più significativa in termini tecnici 1,0840 anziché 1,0780. Dobbiamo necessariamente seguire gli sviluppi su tale livello per capire se la divisa europea ha le gambe per prolungare il recupero sul dollaro o se invece rientrare nel range la cui base quota tra 1,0700/1,0680. Sulla base dei dati macro restiamo ancora positivi sul dollaro.

WB FX RISK MANAGEMENT ANALYTICS: EUR USD ADVANCE CYCLE