Nel pomeriggio di ieri, a Jackson Hole, si sono aperti i lavori del Symposium della Federal Reserve: Challenges for Monetary Policy.
Negli ultimi due decenni, i banchieri centrali hanno utilizzato il simposio annuale della Federal Reserve Bank di Kansas City per tracciare e segnalare cambiamenti nella politica monetaria. Con i timori per un aumento della probabilità che nei prossimi mesi possa verificarsi una recessione globale, per le cui attese già oggi i mercati scontano un crollo dei rendimenti obbligazionari, l’evento di quest’anno assume ancor più un carattere ancor più indicativo, rispetto alle precedenti occasioni.
Gli osservatori della Fed si aspettano che il presidente Jerome Powell suggerisca che la banca centrale è pronta a ridurre ulteriormente i tassi di interesse quando terrà il discorso di apertura alla conferenza di oggi. La Fed ha già operato un taglio affermando di averlo fatto in virtù di un aggiustamento del ciclo. In verità i mercati dal taglio dei tassi hanno comprato ulteriormente Treasury lunghi scommettendo in ulteriori tagli.
Nel nostro ultimo report WB PERSPECTIVES del 20 agosto, abbiamo voluto mettere in evidenza le condizioni operative del comparto obbligazionario globale alla vigilia di questo appuntamento.
Le emissioni governative IG quotano quasi tutte in negativo. Nella zona euro (nord Europa) tutta la curva dei rendimenti quota tassi negativi. Sono il frutto di una congiuntura in cui l’attesa per le prossime mosse delle banche centrali siano guidate dall’intenzione di riattivare robusti programmi di allentamento monetario.
I dati economici su cui rifletteranno i board delle banche centrali per prendere le decisioni definitive continuano ad esprimere scenari di segno riflessivo.
La crescita globale rimane debole. In particolare esprimono sofferenza i comparti manifatturieri. In Eurozona il rallentamento del manifatturiero risulta più acuto ed in atto da oltre 18 mesi. Tuttavia il racconto su cui prevalgono le riflessioni degli osservatori mette poca enfasi sulla tenuta del settore dei servizi. Ovunque si registra una diffusione dei consumi ancora positiva. L’indice JP Morgan Global PMI evidenzia addirittura una reazione positiva nell’ultima rilevazione di agosto. Per tale ragione l’indicatore Composite migliora anch’esso le sue prestazioni suggerendo un maggior equilibrio nelle stime di scenario.
Le paure relative a venti recessivi provenienti dall’unica area resiliente, gli Stati Uniti, si sono rafforzate a seguito dell’inversione della curva dei rendimenti. Anche qui ci sembra opportuno bilanciare in parte tali segnali ponderandoli con gli effetti delle attese sull’operato delle banche centrali. In altri termini l’aspettativa per gli stimoli monetari tende a deprimere i rendimenti sul tratto lungo della curva creando, a nostro avviso, paradossalmente un effetto distorsivo.
Ciò scritto, rimangono sul tavolo le informazioni negative che provengono dai produttori di metalli non ferrosi a partire dal rame.
Gli users di rame, alluminio ed acciaio, dopo una breve fase in cui gli indicatori di sentiment risultavano in recupero, sono ritornati ad esprimere aspettative meno serene. Due sono gli elementi per cui tali indicatori preoccupano: il loro sincronismo simmetrico, il ritorno dai minimi di inizio anno a quota 50 e la successiva ricaduta.
Per i nostri modelli di analisi intermarket il comparto costituisce un proxy indicator sullo stato generale della crescita. Rappresenta il primo anello nella Algo-Chain da cui derivano altre valutazioni di ciclo. In passato abbiamo rilevato nelle nostre osservazioni forti correlazioni tra il comportamento delle banche centrali e l’andamento del comparto.
Riteniamo quindi che sia molto probabile che dal Symposium escano indicazioni per il futuro prossimo di segno stimolativo, magari assecondate dalla lettura dei dati macro che si presenteranno a settembre.