La Fed taglia i tassi di 25 bp come da nostre attese.
I mercati assorbono il taglio dei tassi senza grandi reazioni visibili. Delude il Presidente d. Trump. Tuttavia sotto il pelo dell’acqua si notano da alcune sedute tensioni sul mercato monetario overnight. La Fed è già intervenuta immettendo liquidità su tensioni crescenti che non si vedevano dai tempi della crisi del 2008. Negli ultimi giorni ha immesso sul mercato con operazioni repo quasi 130 miliardi di dollari.
Il prosciugamento della liquidità costituisce sempre un segno di allerta.
Nonostante la forte richiesta di liquidità da parte del sistema ieri, dopo l’annuncio della Fed, non abbiamo rilevato particolari sbandamenti sui mercati. In conferenza stampa Jerome Powell ha lasciato intendere che il Board per ulteriori accomodamenti analizzerà i prossimi numeri macro per intervenire ancora, ieri soltanto 7 membri su 17 hanno dichiarato di ritenere appropriato un terzo taglio quest’anno. Noi pensiamo invece che la Fed taglierà ancora.
In realtà ci attendiamo altre riduzioni in futuro a partire dal meeting di dicembre.
L’eur usd è rimasto nel range con qualche cenno di rialzo contrastato al momento dal transito di due zone di resistenza che non dovrebbero consentire al mercato di andare oltre l’ostacolo tecnico: 1.1115 e 1.1180.
In giornata si riunisce la Bank of England e la Norges Bank. La prima sconta sul mercato attese neutre. Il Board non ritiene di dover intervenire prima che si delinei l’evento Brexit.
Secondo un sondaggio Reuters – che vede tra l’altro la Brexit posticipata al gennaio 2021, con possibilità al 35% di un divorzio “senza regole” dall’Ue – l’istituto centrale inglese terrà fermi i tassi allo 0,75% sino al 2022. Secondo quanto riportato dal Financial Times l’altro ieri, la nomina di un nuovo governatore BoE potrebbe slittare a dopo le elezioni mentre all’attuale, Mark Carney, potrebbe essere chiesto di estendere il suo mandato se la Brexit verrà rinviata.
La sterlina continua a recuperare terreno sull’euro in modo frazionale in linea con le attese anticipate nell’Outlook mensile. Prevediamo presto un test di area 0.88 eur gbp. La Banca Centrale della Norvegia invece è ancora una volta attesa dal mercato a rivedere al rialzo i propri tassi. Essendo l’unico caso di regulator posizionato in termini restrittivi, riteniamo che difficilmente l’attesa si tradurrà in un’azione concreta. L’eur nok dovrebbe continuare comunque nell’azione di recupero sull’euro in direzione di area 9.70 nelle prossime settimane: 9,85 costituisce nell’odierna seduta l sostegno ad un eventuale delusione delle attese, ma rimane pur sempre vulnerabile.
Le reazioni del mercato equity & forex.
Per gli investitori in equity rimane invece positivo il comportamento dello yen sul dollaro. Il recupero del dollaro sopra 107.50 riporta sul focus operativo la possibilità che il dollaro possa salire oltre 108.50 sciogliendo definitivamente (almeno per il breve) i timori legati alla finestra che si era aperta sul tema dell’avversione al rischio con il rialzo dello yen. In sintesi si guarderà all’area 108.50 per catturare anche sul fronte delle correlazioni intermarket segnali che possano riportare maggiore serenità sul fronte azionario. La BoJ da pochi minuti ha concluso il suo meeting mensile. Nel comunicato conferma di aver mantenuto i tassi invariati, indicando però la volontà di espandere gli stimoli all’economia già nel suo board di ottobre se necessario. Come atteso, BOJ ha lasciato i tassi a breve a -0,1% tentando di riportare allo 0 il rendimento del JGB a 10 anni nell’ambito della sua politica di controllo della curva.
Il grafico orario su eur usd già pubblicato dopo le decisioni della Bce continua tecnicamente a dominare il flusso dell’elasticità tra domanda ed offerta infraday.