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FED E BCE RISPETTANO LE ASPETTATIVE, MA IL FUTURO NON E’ CERTO

La settimana scorsa abbiamo seguito la pubblicazione di molti indicatori di fiducia, i quali si sono attestati appena al di sopra delle aspettative. Sono inoltre stati rilasciati i dati IPC per alcuni paesi dell’Eurozona, nonché varie stime in linea sulle attese sui relativi PIL. Tuttavia ciò gli investitori e soggetti economici, erano principalmente concentrati sulle riunioni della FED e BCE. Mercoledì infatti l’Istituto monetario statunitense ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta consecutiva, come ampiamente previsto da diversi mesi, portando l’intervallo obiettivo nel range compreso tra il 3,75% e il 4,00%. La decisione è stata adottata per sostenere un mercato del lavoro in indebolimento, nonostante l’inflazione rimanga piuttosto lontana dall’obiettivo del 2% (attuale 3,1%). La FED ha sottolineato che la mancanza di dati economici rilevanti a seguito dello shutdown ha introdotto ulteriori complicazioni nella formulazione di previsioni. La decisione non è stata unanime, con due membri che hanno espresso posizioni divergenti: uno contrario ad effettuare il taglio atteso , mentre Mirian, fedele sostenitore delle politiche espansionistiche di Trump, favorevole ad operare un taglio maggiore. Il presidente della FED, Jerome Powell, ha avvertito che l’ulteriore riduzione dei tassi prevista a dicembre “non è del tutto scontata, tutt’altro”. Questo ha smorzato in parte le aspettative del mercato per un’immediata successiva riduzione dei tassi; anche se sulla base del nostro modello confermiamo comunque che ci siano i presupposti perché ciò avvenga.

Per quanto riguarda la BCE, essa ha optato per una pausa, mantenendo i tassi di interesse invariati al 2% per il terzo mese consecutivo con una decisione unanime. Le motivazioni che hanno guidato tale scelta sono legate al un inflazione prossimo all’obiettivo di medio termine al 2%, con prospettive future valutate come sostanzialmente invariate. In conferenza stampa, la BCE ha confermato una visione relativamente positiva della crescita dell’Eurozona, sostenuta da un mercato del lavoro robusto, nonostante le incertezze globali. La presidente Lagarde ha ribadito che la BCE è in “buona posizione” rispetto alla politica monetaria, e che adotterà un approccio basato sui dati, senza fornire dichiarazioni specifiche sull’andamento futuro dei tassi. Nel nostro Inside Central Bank, dove abbiamo analizzato in diretta streaming l’esito delle riunioni della FED e BCE, abbiamo confermato sulla base delle decisioni prese il nostro di scenario di base orientato ad un ulteriore rafforzamento del dollaro. Per ricevere l’invito a partecipare ai prossimi ICB, clicca qui.

La settimana attuale offrirà importanti dati per valutare le condizioni economiche attuali e a venire. Nella giornata odierna sono stati rilasciati i dati PMI del settore manifatturiero dell’Eurozona, sostanzialmente in linea con le rilevazioni del mese precedente (Germania 49.6 attuale) e un moderato recupero dell’Italia da 49 a 49.9. Mercoledì sono attesi i dati per il comparto dei servizi. Le aspettative per questi indicatori sono, quasi per la totalità, pressoché in linea con i valori precedenti (clicca qui per il rapporto PMI flash di settembre) , di conseguenza gli analisti si aspettano di vedere  un mercato generale dell’Eurozona in crescita, con un valore di 50 per il settore manifatturiero e di 52,6 per quello dei servizi; mentre l’attività produttiva rimarrebbe in calo per Germania, Italia e Francia con valori al di sotto della soglia neutra di 50. Invece, gli indicatori nell’ambito terziario dovrebbero attestarsi oltre tale livello, ad eccezione della Francia per cui è previsto un valore di 47,1.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, domani avremo il dato sui nuovi lavori USA (JOLTS) di settembre e giovedì le richieste di disoccupazione continua, elementi essenziali per aggiornare le prospettive sull’andamento dei tassi di interesse. In aggiunta, mercoledì potremo osservare la variazione dell’occupazione non agricola USA, attesa con valore positivo di 28.000.

La produzione industriale tedesca sarà pubblicata giovedì, stimata per il mese di settembre in crescita al 2,9%, con il tendenziale annuo al -4,2%. Sarà interessante confrontare questo dato con l’indicatore PMI di oggi, per avere un quadro più completo sull’andamento futuro dell’economia.

Oltre a ciò martedì sarà rilasciato il saldo della bilancia commerciale USA di agosto prevista a -60.40B e venerdì quella tedesca attesa a 17B. Mercoledì invece sarà diffuso l’ammontare delle vendite al dettaglio dell’Italia (settembre), con un aumento stimato del 0,2%, in linea con le proiezioni previste di crescita del settore terziario dell’indice PMI.

CURVE DEI RENDIMETI E ORO: NUOVI TARGET IN ARRIVO

Per quanto riguarda invece le curve dei rendimenti, il tasso Euribor a 2 anni sta testando nuovamente il supporto da noi indentificato a 2,10. Inoltre è in corso una ripresa a ribasso dei rendimenti del bund, con un’ampiezza di movimento a ribasso maggiore rispetto a quella del treasury; di conseguenza lo spread a 10 y dovrebbe tenere 135-140bp.

L’oro ha aperto la settimana passata al di sotto del supporto psicologico di 4000$, a seguito della rinnovata fiducia del mercato sugli accordi commerciali. Oggi, dopo essersi nuovamente attestato sotto la soglia di 4000, sta oscillando attorno a 4.010, mostrando una certa stabilizzazione; tuttavia queste discese potrebbero essere interpretate come segnali di debolezza, i quali potrebbero favorire ulteriori deprezzamenti nel breve periodo. Inoltre la correzione in atto, dovrebbe portare beneficio al dollaro, alimentando così le nostre prospettivi di target a 1,14. I valori obiettivo sulle materie prime sono stati trattati in modo più approfondito nel nostro Outlook mensile, per avere le nostre analisi e l’Outlook sulle commodity richiedi il nostro report WB COMMODITY PERSPECTIVE.

EUR USD: LE NOSTRE PREVISIONI CONTINUANO A TROVARE CONFERMA

Le movimentazioni maggiori, come era naturale aspettarsi, sono avvenute in prossimità delle sedute della FED e BCE. Ciò che era meno scontato invece, è l’attuala fase di apprezzamento del dollaro, in contrasto con la stragrande maggioranza degli analisti che quotavano un deprezzamento dello stesso con target area 1,20. Noi di WBADVISORS, nuotando contro corrente, avevamo già anticipato questa fase (link al nostro articolo passato), indicando un target di breve periodo a 1,15. Tali affermazioni hanno trovato riscontro nelle sedute degli istituti monetari, non a caso il rapporto EUR USD era salito fino a 1,1665 in prossimità della riunione FED, per poi raggiungere 1,1577 a seguito della stessa. Il giorno seguente, i valori hanno continuato a scendere, fino a conseguire 1,1547 e 1,1520 nella giornata di chiusura della settimana. Attualmente i valori oscillano attorno a 1,1517; continuiamo perciò a riaffermare il nostro scenario ribassista dell’euro, supportati dai nostri indicatori e modelli proprietari esclusivi. Terremo sotto osservazione i prossimi dati in uscita, soprattutto quelli relativi al mercato del lavoro statunitense e le rilevazioni PMI, per fornire indicazioni coerenti e aggiornate.