Con le prese di beneficio in borsa maturate a seguito del peggioramento del quadro geopolitico ritorna l’attenzione per gli effetti che le tensioni militari continuano a produrre, alimentando una fase di crisi economica che ci porta sempre più dentro ad una recessione.
Il governatore di Bankitalia e consigliere della BCE, Fabio Panetta, ha recentemente sostenuto la necessità che l’orientamento della politica monetaria si sposti in territorio neutrale. Intervenendo con uno speech all’Università Bocconi di Milano, ha invocato “un approccio più tradizionale e realmente lungimirante della politica monetaria… È il momento di normalizzare il nostro orientamento di politica monetaria e passare a un territorio neutrale o, se necessario, addirittura espansivo”. Ciò conferma che all’interno del Direttivo BCE vi sono opinioni più accomodanti rispetto ad altri consiglieri e che la discussione è aperta a più soluzioni. I mercati scontano pienamente un ulteriore taglio dei tassi di un quarto di punto percentuale il mese prossimo. Tuttavia in forma minore la curva future sconta una probabilità del 20% di un più consistente taglio di 50 pb.
Il giudizio espresso dal governatore Panetta implica a nostro avviso un potenziale allentamento complessivo della linea di policy monetaria, prezzata da qui alla prima metà del 2025, con un’azione piuttosto ampia misurabile in 125 pb. La curva stima la probabilità del 45% che il tasso terminale sui depositi possa scendere sotto al 2%. Secondo lo stesso Panetta, non è “blasfemia” affermare che i tassi possano andare sotto tale soglia.
Di questo scenario abbiamo già offerto alcune nostre indicazioni negli streaming INSIDE CENTRAL BANK prodotti a partire dalla fine dello scorso inverno. Sarà comunque al centro delle riflessioni che porterò nel dibattito che modererò oggi al TFFD di AITI, l’Associazione Italiana dei Treasury Manager che si tiene al DumBo di Bologna .
Lo Stream (2), che cui mi è stato chiesto di moderare, è dedicato principalmente alla GESTIONE DEI RISCHI NELLE IMPRESE E LA SOSTENIBILITA’ IN UN CONTESTO COMPLESSO.
La complessità si coniuga quindi al tema dell’incertezza in un momento in cui si profilano profondi cambiamenti di scenario con l’avvento dell’Amministrazione Trump.
Dagli interventi cercherò di far emergere modelli comportamentali e strumenti per affrontare un nuovo capitolo della storia geo economica che ci apprestiamo a gestire nelle imprese con il 2025. Ci interrogheremo sui possibili scenari che governeranno rischi ed opportunità nel prossimo anno, offrendo ai Treasury manager una visione sui principali trend di mercato a partire dagli impatti su dollaro, tassi e commodity. Allegheremo la riflessione sulla gestione dei rischi considerando un perimetro più ampio a partire dal rischio catastrofe ai rischi sulle frodi.
Dagli interventi cercherò di far emergere modelli comportamentali e strumenti per affrontare un nuovo capitolo della storia geo economica che ci apprestiamo a gestire con il 2025. Ci interrogheremo sui possibili scenari che governeranno rischi ed opportunità nel prossimo anno, offrendo ai Treasury manager una visione sui principali trend di mercato a partire dagli impatti su dollaro, tassi e commodity.
L’inflazione nell’Eurozona continua a rimanere sotto controllo
Ieri la lettura finale dell’IPC relativa al mese di ottobre, strumento chiave per misurare in cambiamenti nelle tendenze di acquisto e l’inflazione in zona Euro, è rimasta invariata al 2%. L’inflazione armonizzata sulla componente core è aumentata ad un tasso annuo del 2,7%, in linea con le attese. Bundesbank ha fatto sapere che la crescita tedesca ristagnerà nell’ultimo trimestre dell’anno, dopo il debole +0,2% segnato nella terza frazione. Rispettando le attese, il Ppi tedesco diffuso stamani ha registrato ad ottobre un -1,1% tendenziale.
Nel loro insieme i dati riflettono una debole congiuntura e soprattutto le condizioni per alimentare una fattiva discussione sul processo di riduzione dei tassi.
L’avversione al rischio colpisce l’Eurozona
L’escalation proveniente dagli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina si sono fatti sentire sui mercati finanziari. L’Europa subisce più di altre aree i contraccolpi generati dall’aumento dell’avversione al rischio, di conseguenza, come abbiamo in più occasioni sostenuto, dallo scoppio della guerra in Ucraina l’euro non è più percepito come moneta di parcheggio bensì come moneta più esposta all’andamento del ciclo.
Nei confronti del dollaro e di molte altre monete continua a subire l’offerta ogni qualvolta si sommano notizie che tendono a complicare quando non ostacolare la crescita. AL TFFD analizzeremo tale contesto interrogando l’opinione degli operatori per comprendere come i trading desk delle principali banche percepiscono ed analizzano la tendenza del mercato dei cambi.