GIOCHIAMO A SCACCHI?
LE TENSIONI COMMERCIALI USA/CINA RIMANGONO IN PRIMO PIANO
Nel fine settimana alcuni tweet tra D Trump e la delegazione cinese hanno acuito nuovamente le tensioni sui negoziati commerciali. I mercati valutari stanno reagendo alla prospettiva di un’eccedenza della bilancia commerciale IMPORT EXPORT della Cina in calo e le società cinesi con $ 840 miliardi di prestiti in valuta estera tendenzialmente dovranno coprirsi sul rispettivo rischio di cambio verso il dollaro: un comportamento simile lo scorso anno ha fatto salire il tasso di cambio da 6,25 a 6,95 usd cny.
Questa mattina in Asia il cambio tra le due monete si è ulteriormente mosso a favore del dollaro. Stiamo avvicinando la soglia critica a 6.90, livello oltre il quale si azzera tutto il recupero della divisa cinese nei confronti di quella americana con i segnali annessi di volatilità su tutti i mercati.
La forza del dollaro nei confronti dello yuan segnala che il biglietto verde dovrebbe rimanere forte rispetto alle altre principali valute, fatta eccezione per lo yen (moneta rifugio). Un biglietto verde fortemente aumentato alimentato dalle guerre commerciali rimane una delle principali minacce per i mercati.
Per la Federal Reserve – ancora poco propensa a prendere in considerazione l’allentamento della politica monetaria – un’impennata del dollaro potrebbe diventare un rischio per la sua attuale visione neutrale. Non a caso alcuni osservatori tendono a mettere in relazione le attuali tensioni diplomatiche ed il conseguente effetto riverbero sui mercati con l’intenzione di D Trump di esercitare una più convinta pressione al Board della Federal Reserve affinché si decida ad annunciare un ritorno verso una politica monetaria ancor più accomodante (riduzione tassi).
I mercati azionari tenderanno a soffrire un ulteriore aumento della volatilità. E’ possibile che le vendite possano mettere sotto pressione l’area 2800 dell’S&P 500. Il Ftse Mib potrebbe accusare anch’esso ulteriori vendite in direzione di 20500.
I flussi in uscita dall’azionario tendenzialmente si dirigeranno verso i Treasury americani e l’obbligazionario di qualità elevata compresi i governativi europei.