Le dinamiche geopolitiche continuano a plasmare l’andamento dei mercati, dopo le forti tensioni tra i leader delle maggiori economie mondiali, la settimana in corso si apre con migliori prospettive sui rapporti diplomatici. Nonostante il conflitto Ucraina-Russia sembri non concedere segnali credibili di pace, i dialoghi tra Usa e Cina appaiono in parte rasserenati, con delegazioni che si sono confrontate su commercio e tecnologia, e su annunci procedurali sulle sospensioni di misure punitive. Per quanto riguarda il conflitto Israele–Palestina, i conflitti sul territorio sono diminuiti grazie ad accordi di riduzione delle ostilità mediati da paesi terzi, con annunci di scambi e rilasci di prigionieri e feriti. Il complesso delle dinamiche elencate ha attenuato le tensioni sui mercati, con un riposizionamento dei premi di rischio, portando a un moderato aumento dei principali indici azionari e a un ribasso discreto del prezzo dell’oro.
Nonostante ciò, i mercati rimangono sempre in allerta sull’evolversi delle relazioni internazionali, in quanto gli eventi positivi manifestatisi in questi ultimi giorni si riferiscono per la maggior parte a scambi diplomatici informali, e non a trattati con carattere definitivo.
Spostando l’attenzione sui mercati europei, oggi è stata rilasciata la valutazione dell’attuale condizione economica tedesca, in leggero ribasso rispetto alle aspettative a 85,3. Ad ogni modo l’impatto negativo di questo dato è stato bilanciato da un indice IFO sul sentiment futuro nel settore aziendale in lieve aumento a 88,4 contro la previsione di 88,1. Domani avremo disponibili il livello di fiducia delle aziende italiane, e nel pomeriggio il rapporto sulla fiducia dei consumatori USA atteso a 93,9, che permetterà di ottenere informazioni aggiuntive sull’andamento della spesa futura dei clienti.
La giornata chiave della settimana sarà mercoledì, quando la Fed prenderà posizione sui tassi di interesse; i mercati scontano ampiamente un taglio di 25 bp, fattore avvalorato dai dati sull’inflazione di venerdì scorso al di sotto delle attese ma pur sempre in rialzo rispetto a settembre.
Oltre a ciò, potremo osservare l’indice IPP dell’Italia, utile per esaminare le dinamiche di trasferimento dei costi nel processo aziendale, e perciò pone le basi per lo studio dell’andamento inflazionistico. Giovedì ritorna a riunirsi anche la BCE per prendere decisioni sui tassi di interesse; la maggior parte degli operatori non si aspetta alcuna mossa, a causa dell’andamento dell’inflazione e delle dichiarazioni sull’adozione di un atteggiamento prudente da parte dell’istituto. Sia nella seduta della FED che della BCE ci saranno diversi punti da monitorare: valutazione della persistenza dell’inflazione, lettura del mercato del lavoro da parte della FED e l’impatto delle forniture energetiche e dei livelli di stoccaggio. Noi saremo in prima linea, con la nostra analisi in diretta di INSIDE CENTRAL BANK di giovedì 30 ottobre alle ore 16, in cui analizzeremo le dichiarazioni dei due istituti, valuteremo gli impatti dei provvedimenti assunti, nonché forniremo interessanti spunti sull’andamento futuro dei mercati (link per ricevere l’invito a partecipare).
Inoltre giovedì verranno annunciati i dati previsionali del PIL italiano, statunitense e dell’eurozona, quest’ultimi due sono attesi in diminuzione rispetto ai rilasci precedenti. Venerdì invece verranno pubblicati i dati stimati sull’IPC italiano e dell’eurozona, fornendo un quadro aggiornato sulla dinamica dei prezzi dopo la decisione sui tassi presa il giorno prima. Queste stime influenzeranno i mercati finanziari, i quali terranno conto della coerenza fra i dati aggiornati e scelte assunte.
Prezzi delle commodity tra distensione geopolitica e movimenti di offerta
Nell’ultima settimana i mercati delle materie prime hanno mostrato movimenti differenziati. Il brent si è mantenuto intorno a 63 usd, raggiungendo 65 usd (prezzo attuale), a causa delle prese di posizione sull’offerta legate a decisioni OPEC+ e tensioni geopolitiche. Tuttavia come affermato in apertura dell’articolo, questi attriti sembrano attenuarsi, e di conseguenza i prezzi all’interno della giornata odierna sono orientati al ribasso. Il gas naturale USA (Henry Hub) ha registrato la scorsa settimana un elevato aumento, passando da 3 usd a 3,84 usd, per poi raggiungere area 4, e attestandosi attualmente a 3,92, confermando quindi le dinamiche previste nel nostro outlook di ottobre ( richiedilo al seguente link). In Europa il TTF ha confermato il nostro trend ribassista, dopo un lieve aumento dovuto a timori di fornitura a metà settimana verso circa 31 euro, è tornato in area 30. Oro e argento dopo un fervente rally, spinto dalle incertezze globali, stanno correggendo i valori con una diminuzione dei prezzi cominciato all’ inizio della settimana passata. Ciò nonostante, i rapporti diplomatici in corso saranno cruciali, in quanto un proseguimento o un’interruzione degli stessi saranno cruciali per l’andamento delle due materie.
EUR-USD rispetta le nostre previsioni, FED e BCE sotto i riflettori
Il rapporto EUR-USD si attesta all’interno del range già annunciato nel nostro precedente articolo, in vista delle riunioni delle banche centrali di mercoledì e giovedì. L’indebolimento dell’euro persiste a causa dei dati economici negativi, provenienti soprattutto dalla Germania. Tuttavia venerdì il tasso di cambio in questione ha subito un contenuto rimbalzo dovuto ai dati previsionali PMI positivi dell’Eurozona e Germania, e ai valori dell’inflazione sotto le attese degli Stati Uniti. Ciò nonostante, le riunioni della FED e BCE di questa settimana saranno cruciali per valutare l’andamento di eur usd, e più in generale dell’andamento del mercato. Noi saremo pronti a valutare e analizzare l’impatto sui mercati con la nostra diretta INSIDE CENTRAL BANK di giovedì alle 16 (link per ricevere l’invito a partecipare).