Introduzione
La settimana macroeconomica si presenta atipica, con un’agenda concentrata nei primi giorni e una progressiva riduzione dell’operatività legata alle festività. Le borse europee resteranno chiuse da mercoledì a venerdì, mentre negli Stati Uniti le contrattazioni si fermeranno giovedì e venerdì, riducendo sensibilmente il flusso informativo. L’attenzione si concentra quindi su pochi indicatori selezionati: la dinamica dei prezzi in Italia, i principali riferimenti su inflazione e consumi negli Stati Uniti, le stime preliminari sul PIL americano e alcuni segnali dal mercato del lavoro e dalla fiducia dei consumatori USA. Un quadro essenziale, ma sufficiente per cogliere indicazioni rilevanti sull’evoluzione del ciclo economico e sulle aspettative di politica monetaria.
Lunedì – Prezzi alla produzione italiana in calo
L’apertura della settimana è affidata ai prezzi alla produzione italiani. L’IPP annuale di novembre evidenzia una variazione pari a -0,20%, in netto raffreddamento rispetto allo 0,10% registrato nell’ultima lettura ufficiale. Il dato conferma una dinamica dei costi ancora compressa lungo la filiera produttiva, coerente con un contesto di pressioni inflazionistiche contenute a monte.
Martedì – Crescita e domanda interna al centro della scena
Martedì concentra il nucleo informativo più significativo della settimana, interamente di matrice statunitense. I dati ADP sull’occupazione privata arrivano dopo una variazione di 16,25 mila unità nella rilevazione più recente, offrendo un’indicazione preliminare sull’evoluzione del mercato del lavoro.
L’indice dei prezzi PCE annuale in uscita nel primo pomeriggio, nella più recente rilevazione disponibile di ottobre, si colloca al 2,80%, mentre la variazione mensile dell’indice dei prezzi della spesa per consumi mostra un incremento dello 0,30%. Questi valori continuano a rappresentare un punto di ancoraggio fondamentale per valutare la traiettoria dell’inflazione americana e il quadro in cui si muove la Federal Reserve, temi che trovano approfondimento dedicato all’interno della nostra diretta streaming gratuita “Inside Central Bank”.
Sul fronte della crescita, il PIL trimestrale del terzo trimestre, in versione previsionale, è stimato al 3,20%, in rallentamento rispetto al ritmo del 3,80% osservato nella lettura precedente. Parallelamente, l’indice dei prezzi del PIL, anch’esso previsionale e riferito allo stesso periodo, è atteso al 2,60%, in aumento rispetto al 2,10% registrato in precedenza. L’insieme di questi indicatori delinea uno scenario di crescita ancora solida ma accompagnata da una dinamica dei prezzi più sostenuta, un equilibrio delicato che resta centrale nelle valutazioni di politica monetaria.
La produzione industriale mensile è prevista in crescita dello 0,10%, in linea con il dato più recente, mentre la variazione annuale rimane pari all’1,62%. A chiudere la giornata è il rapporto sulla fiducia dei consumatori di dicembre, atteso a 91,7, in miglioramento rispetto al livello di 88,7 rilevato in precedenza, segnalando una tenuta della propensione alla spesa delle famiglie.
Mercoledì – Mercati fermi in Europa, ultimi segnali dal lavoro USA
Mercoledì segna l’inizio della pausa festiva per le borse europee, che resteranno chiuse fino a venerdì, con una conseguente rarefazione dei dati macroeconomici. Dagli Stati Uniti arrivano le richieste di sussidi di disoccupazione. Le richieste iniziali fanno riferimento a una lettura recente pari a 1.897 mila unità, mentre per le richieste continuative è atteso un valore di 220 mila, in lieve flessione rispetto alle 224 mila unità osservate in precedenza. Indicazioni che contribuiscono a completare il quadro di un mercato del lavoro incerto.
Conclusione
La settimana propone un’agenda essenziale ma ben calibrata. Inflazione, crescita e fiducia negli Stati Uniti restano i principali punti di riferimento, mentre l’Europa assume un ruolo più defilato anche per effetto delle chiusure festive. Per CFO, responsabili finanziari e professionisti della gestione del rischio, il quadro che emerge evidenzia come, anche in presenza di pochi dati, il loro peso relativo aumenti nel definire le aspettative di politica monetaria e, di riflesso, nell’analisi dell’andamento delle coppie valutarie. La capacità di leggere questi segnali in modo contestualizzato rimane quindi un elemento distintivo nel nostro servizio FX Riskoo (link per richiedere informazioni)
