MARKET MOVER MONITOR – Abbiamo una giornata a basso tenore di dati particolarmente sensitive.
Ciò detto riteniamo che il dollaro abbia esaurito la la gamba di recupero sull’euro. L’eur usd testato in chiusura di ieri area 1,1845, ovvero esattamente a ridosso della linea obbiettivo da tempo segnalata nei nostri grafici di tendenza. Ci aspettiamo in attesa della riunione mensile della BCE di giovedì una reazione del cambio verso area 1,1960/1,20.
Il tenore della reazione ci darà l’opportunità di valutare se il movimento rientra in una fase correttiva, propedeutica alla ripresa di forza del dollaro o se invece dovremmo considerare uno scenario diverso. Ci aspettiamo quindi che il mercato voglia attendere le indicazioni che emergeranno dagli incontri di BCE e Federal Reserve per avere un quadro macro su cui orientare le proprie decisioni operative. Sul tavolo ci sono da un lato gli orientamenti della BCE sulla Forward Guidance, mentre su quello della Fed l’ipotesi ventilata nei rumors della possibile applicazione di un piano di Tapering a medio termine.
Le condizioni tecniche favoriscono ed assecondano questa fase di attesa promuovendo una reazione che in termini quantitativi potrebbe anche spingere i valori verso 1,21 dove al momento collochiamo il limite superiore dell’attuale banda che delimita la fase riflessiva dell’euro.
BCE -I dati diffusi ieri mostrano che la scorsa settimana gli acquisti di titoli di Stato da parte di Francoforte hanno registrato un’accelerazione nell’ambito del quantitative easing, ma un rallentamento in relazione al programma anti-pandemico ha deluso le aspettative del mercato. In attesa del meeting di dopodomani, la Bce ha attribuito il mancato aumento di acquisti Pepp ai rimborsi, alimentando però i dubbi degli investitori sull’effettiva volontà della banca centrale di mantenere condizioni di finanziamento favorevoli nonostante l’aumento delle aspettative di inflazione.
USA – Dopo il voto del Senato, il mega-pacchetto di stimolo da 1.900 mld di dollari all’esame del Congresso passa oggi alla Camera, con i democratici che intendono dare il via libera alle misure entro la fine della settimana. Secondo il segretario del Tesoro Janet Yellen il provvedimento voluto da Joe Biden fornirà sufficienti risorse per un ripresa economica “molto forte”, ma non riuscirà ad impattare sulle disuguaglianze che da molto tempo affliggono la società americana.
STIME OCSE – Focus sull’Interim Economic Outlook che l’organizzazione con sede a Parigi diffonde in mattinata, mentre l’Europa fa i conti con il diffondersi di varianti più contagiose del virus e con gli ostacoli incontrati dalle campagne vaccinali. A inizio dicembre l’Ocse aveva rivisto al ribasso il Pil italiano per quest’anno, a +4,3% dal +5,4% stimato a settembre, e migliorato invece i numeri relativi al 2020, a -9,1% da -10,5%, pronosticando per il 2022 un rialzo del 3,2%.
ISTAT – Attesi alle 10 i numeri sulla produzione industriale italiana, che nel 2020 ha registrato un crollo dell’11,4% a causa della pandemia. Per gennaio gli economisti sentiti da Reuters ipotizzano un rialzo dello 0,7% congiunturale e una flessione del 4,2% a perimetro annuo, dopo cali rispettivamente dello 0,2% e del 2% a dicembre.MACRO EURO – Con un’agenda scarna oggi, riflettori sui dati della zona euro relativi all’occupazione finale e alla revisione del Pil nel quarto trimestre. La bilancia commerciale tedesca ha intanto mostrato a gennaio un surplus pari a 22,2 mld ben al di sopra delle attese pari a 16,4 mld.
MACRO EURO – Con un’agenda scarna oggi, riflettori sui dati della zona euro relativi all’occupazione finale e alla revisione del Pil nel quarto trimestre. La bilancia commerciale tedesca ha intanto mostrato a gennaio un surplus pari a 22,2 mld ben al di sopra delle attese pari a 16,4 mld.
DATI GIAPPONE – Il Pil nipponico del quarto trimestre 2020 è stato rivisto al ribasso con una crescita annualizzata dell’11,7% dal preliminare 12,7% e contro attese pari a 2,8%. In termini reali, nel periodo ottobre-dicembre, ha registrato un’espansione su trimestre pari al 2,8% dopo una prima lettura a quota 3%, realizzando il secondo trimestre consecutivo di ripresa. La spesa dei consumatori è scesa del 6,1% su anno in gennaio segnando un ribasso ben più marcato di quanto ipotizzassero gli analisti (-2,1%). Nello stesso periodo i salari reali sono calati per l’undicesimo mese consecutivo.