TREND EUR USD: dopo l’annuncio di Trump è possibile che si apra una correzione dei prezzi?
Pianificare qualsiasi linea di business per il prossimo futuro in relazione ai dazi statunitensi ed in senso lato sulla base di quanto emerge dalla linea politica della Casa Bianca appare oggi impossibile. Chi lo fa probabilmente rimarrà amaramente deluso. Verosimilmente le aziende devono invece chiedersi se sono in grado di convivere con l’incertezza di essere colpite da nuovi dazi statunitensi in qualsiasi momento, quantomeno per i prossimi tre anni, ovvero per l’intera durata dell’attuale legislazione americana.
Dalle informazioni disponibili appare che la commissione europea sia orientata a trattare per cercare un compromesso utile a mitigare le richieste del presidente Trump. Il quale cerca un risultato sbilanciato a favore degli Usa. In altre parole un compromesso al ribasso per l’Europa. Vedremo.
I mercati non hanno reagito all’ennesimo annuncio. Secondo l’opinione diffusa si presume che gli annunci shock servano per far accettare più sommessamente i veri obbiettivi negoziali perseguiti dal Presidente salesman. Tuttavia abbiamo visto parecchie delegazioni cedere alle minacce americane. Il governo canadese ha ritirato la sua tassa digitale per proseguire i negoziati con gli Stati Uniti. Il governo vietnamita ha revocato tutti i dazi sulle importazioni statunitensi per dimezzare i dazi reciproci inizialmente previsti. Anche l’UE sembra disposta ad accettare un accordo con il governo statunitense che favorisca gli Stati Uniti.
Accordi asimmetrici negoziati a favore degli Usa dovrebbero sostenere un recupero del dollaro. Un aumento dei dazi sulle importazioni da parte degli Stati Uniti, combinato con una riduzione dei dazi o un accomodamento delle regole fiscali/ commerciali da parte dei partner regionali, rappresenterebbe uno shock positivo per la bilancia commerciale statunitense. Entrambe le misure porterebbero a un aumento della domanda di beni statunitensi, che a sua volta causerebbe un aumento dei prezzi rispetto ai beni esteri. In altre parole, le misure porterebbero a un apprezzamento reale del tasso di cambio. Almeno in una certa misura quindi, ciò dovrebbe riflettersi in un rafforzamento del dollaro statunitense.
Questa settimana il cambio eur usd apre al di sotto di una soglia tecnica significativa, area 1,1785. Al momento in cui scriviamo il mercato procede con una certa cautela. Sta collaudando l’effettivo breakout del sostegno con una serie di micro movimenti orientati a verificare se effettivamente i valori consolidano tale segnale. L’eventuale discesa sotto 1.1660/50 accrediterebbe l’estensione di una correzione verso area 1,15, livello da cui comunque ci aspettiamo che possano ritornare parziali acquisti di euro.
Considerato quanto sopra, il calendario macro economico di questa settima risulta importante in quanto già martedì saranno riportati i dati sull‘ indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense e, a seguire, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) (mercoledì). I primi sono attesi in ripresa dal 2,4 al 2,6%. Gli economisti analizzeranno principalmente i segnali di inflazione correlati ai dazi nelle categorie di beni core. Non mancheranno, con una serie di interventi già calendarizzati, le riflessioni di diversi membri della Fed sii dati inflattivi, di conseguenza potrebbero verificarsi significative reazioni. Ovviamente la conferma di un rialzo dei prezzi al consumo avallerebbe la linea attendista di Powell, escludendo ulteriormente l’ipotesi di un taglio già a luglio. Il dollaro dovrebbe trarre ulteriori vantaggi di breve e completare la reazione sopra indicata.
