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ELEZIONI USA, SWING MARKET

Elezioni Usa: ci siamo martedì si vota. Ci si interroga sugli effetti che l’elezione produrrà sui mercati in virtù di chi guiderà gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Sarà il mix di politica fiscale e monetaria a guidare il dollaro. Non crediamo che le reazioni siano così lineari da poter predeterminare una tendenza specifica semplicemente sulla base di chi vincerà le elezioni.

E’ il caos che domina il mondo che determinerà le scelte politiche e le risposte contingenti, fissando di volta in volta le reazioni che in sequenza impatteranno su tutti i vari segmenti del mercato: commodity, tassi, valute, azioni ed obbligazioni. E’ sempre stato così.

Il gioco dei pronostici ha il fascino dell’incertezza, ma una volta raggiunto l’esito, la sceneggiatura dei risultati possibili e dei loro effetti cede velocemente il passo agli invisibili fili che interconnettono ogni singolo pezzo di mercato alle decisioni prese in base all’evolversi della congiuntura stessa.

Certamente la linea politica seguita da un’amministrazione rispetto ad un’altra caratterizza lo scenario in cui le condizioni evolvono. Ma la sequenza degli accadimenti risponde al dinamismo globale. L’andamento del dollaro non è frutto esclusivo di un’idea precisa del programma di governo, in quanto le opzioni operative spesso rispondono alle pressioni esercitate da fatti concatenati tra loro.

La variabile dei prezzi di uno strumento quotato reagisce ad una complessa rete di relazioni ed è interconnessa alle interelazioni che altri strumenti trasmettono nell’universo investibile.

Le elezioni Usa stabiliranno chi governerà gli Stati Uniti nei prossimi anni. Dei due candidati abbiamo una relativa conoscenza degli orientamenti del programma di governo, ma non sappiamo come reagiranno a loro volta nel momento in cui dovranno prendere decisioni in virtù degli eventi che si sovrapporranno a seguito del gioco degli accadimenti globali. Quando analizziamo il dollaro implicitamente dobbiamo mettere in relazione il quadro macro con quello sottostante all’area di appartenenza alla divisa verso cui il dollaro quota. Si creano quindi interconnessione tra ciò che decidono gli Usa e ciò che decide ad esempio l’Europa, sia in termini politici che economici. Quest’ultima a sua volta è interconnessa con l’Asia, la quale al suo interno vede interconnessioni tra i diversi paesi e così via.

Quindi per comprendere il comportamento del dollaro, o meglio dell’eur usd, dobbiamo partire dagli equilibri che l’attuale contesto globale sta producendo sulla coppia valutaria in via diretta e per riflesso indiretto.

Elezioni Usa: tendenze post voto

Da ventiquattro mesi gli scambi si sono sviluppati all’interno di un macro range definito da un campo di oscillazione compreso tra 1,12 ed 1,06, con temporanei movimenti di coda fuori dall’intervallo di confidenza. Il rapporto di cambio continua a rispondere alle sollecitazioni prodotte dal differenziale dei tassi che intercorre tra le due aree valutarie. Da oltre 18 mesi lo spread gira anch’esso all’interno di una fascia circoscritta tra 200 e 150 b.p., predeterminando le pressioni sul cambio. A settembre quando eur usd quotava 1,12 lo spread transitava a 150/145, ora a 1,0770 ha fissato un picco a 200 b.p..

Se lo spread tassi rappresenta il principale driver per il cambio, i tassi d’interesse che lo spiegano costituiscono la sintesi del quadro relativo a cui dobbiamo guardare. In questa fase le due banche centrali, Federal Reserve e BCE, sono impegnate a promuovere un ciclo di allentamento monetario per assecondare da un lato il raffreddamento dell’inflazione, dall’altro la necessità di sostenere la crescita. Tra le due banche la prima si trova ad agire in un quadro in cui la crescita risulta ancora positiva, +3% tendenziale, con pressioni inflative ancora resilienti, la seconda con una contrazione significativa della crescita ed inflazione già ora sotto i livelli target.

Qui si innesca il contributo che l’uno o l’altro eletto può determinare sulle dinamica dei tassi. Nella carta il programma repubblicano tenderà ad alimentare un maggior fabbisogno fiscale e di conseguenza, nelle aspettative, spingere i tassi al rialzo. Il programma democratico appare meno chiaro e comunque relativamente neutro sui tassi nel breve medio periodo.

L’eur usd si presenta all’appuntamento con le elezioni a ridosso dell’area 1,09, livello che coincide con la mediana del range, 1,0850/1,09, ed allo stesso tempo in area 1,0920 transita la resistenza che forma una linea spartiacque tra una condizione tecnica in cui il dollaro potrebbe capitalizzare la forza acquisita durante l’apprezzamento avviato a partire da quota 1,12 a fine settembre, qualora i valori rispettassero la tenuta della barriera tecnica. In termini di scenario sul fronte opposto transita il supporto che nell’ultimo anno ha contenuto tutti i minimi di eur usd. Tale livello coincide con i minimi fissati lo scorso giovedì a 1,0770.

La risposta che il mercato darà agli importanti eventi di questa settimana, elezioni Usa e Fomc (decisione tassi), porterà il cambio a collaudare la tenuta dei due estremi 1,0920 -1,0770 eur usd. L’eventuale violazione ci consentirà di adeguare le strategie di controllo del rischio nei termini più appropriati secondo le indicazioni che abbiamo fornito nei rispettivi piani di FX Risk Management residuali per il 2024 e prospettici per il 2025..

Il calendario macro economico oltre le elezioni USA.

Sono molti gli eventi economici da seguire. Questi includono i dati del sondaggio PMI mondiale e una serie di riunioni di politica monetaria, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

I sondaggi per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti si chiudono martedì 5 novembre, ma la tensione della gara suggerisce che potremmo dover aspettare un po’ di tempo prima che emerga un vincitore. Ci sono voluti quattro giorni per dichiarare le elezioni del 2020. Con i due candidati che offrono programmi politici notevolmente diversi, in particolare in relazione al commercio e al protezionismo, i mercati potrebbero vedere una notevole volatilità in mezzo alle speculazioni sul risultato.

Giovedì si terranno annunci di politica monetaria sia dal Federal Open Market Committee negli Stati Uniti che dal Monetary Policy Committee della Bank of England nel Regno Unito. I mercati stanno scontando tagli di 25 punti base da entrambi, soprattutto dopo i dati sul mercato del lavoro USA riportati lo scorso venerdì.

Il taglio del FOMC, quasi completamente scontato dai mercati dopo il dato sull’occupazione di venerdì, porterebbe il tasso dei fondi federali a un intervallo del 4,50-4,75%, aggiungendosi all’allentamento della politica monetaria iniziato con il taglio di 50 punti base di settembre. Un ulteriore taglio di 25 punti base è probabile anche a dicembre con ulteriori tagli fino al 2025, mentre le pressioni inflazionistiche continuano ad attenuare, sebbene condizionate da eventuali cambiamenti nelle prospettive della Fed dopo le elezioni.

Un taglio ampiamente previsto di un quarto di punto da parte della Banca d’Inghilterra porterà il tasso di interesse di riferimento del Regno Unito al 4,75%, in seguito a un allentamento iniziale della politica monetaria di dimensioni simili ad agosto. Tuttavia, i mercati hanno iniziato a ridurre ulteriormente la portata della banca centrale del Regno Unito per tagliare ulteriormente i tassi nel prossimo anno rispetto ad altre grandi economie, in seguito alle nuove politiche governative annunciate nel bilancio autunnale. Il governo ha aggiornato le proprie previsioni sull’inflazione media al 2,6% nel 2025, in aumento rispetto a una previsione pre-bilancio dell’1,5%.

I dati PMI globali, servizi e composito

La pubblicazione dei numeri PMI manifatturieri globali di lunedì sarà seguita dai numeri PMI compositi e dei servizi mondiali tra il 5 e il 6 novembre. Le performance dei servizi saranno attese dopo che il PMI flash ha mostrato una crescita per le principali economie sviluppate del mondo, le economie “G4”, in calo a causa del deterioramento delle condizioni del settore manifatturiero, sebbene abbia retto bene per gli Stati Uniti. I dati dettagliati del settore saranno pubblicati anche durante la settimana per approfondimenti sulle aree chiave di crescita e debolezza.

ELEZIONI USA, SWING MARKET
WB ECONOMICS: EUROZONA PMI

Americhe: elezioni USA, riunione del FOMC, PMI dei servizi ISM, dati su commercio e occupazione in Canada

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti domineranno la settimana alla luce delle implicazioni economiche legate al risultato, in particolare per quanto riguarda le prospettive per le politiche fiscali e commerciali. Abbiamo anche la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) di novembre che si svolgerà nella settimana e un taglio dei tassi di 25 punti base ampiamente previsto, sebbene sia stato pienamente scontato dal mercato prima della riunione secondo lo strumento CME FedWatch. La retorica sul futuro percorso dei tassi rimane un’area chiave di attenzione, sebbene probabilmente sarà oscurata dalle elezioni.

Inoltre, martedì sarà atteso l’indice PMI dei servizi ISM, in vista della lettura preliminare della fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, prevista per venerdì.

EMEA: riunione della BOE, PMI delle costruzioni dell’Eurozona, vendite al dettaglio, commercio con la Germania, indice dei prezzi delle case nel Regno Unito, inflazione in Turchia

La Banca d’Inghilterra (BOE) si riunirà per la riunione di novembre e si prevede che riprenderà ad abbassare i tassi di interesse, dopo aver mantenuto il tasso di interesse di riferimento invariato al 5% a inizio settembre.L’ultimo Flash PMI del Regno Unito di ottobre ha mostrato un raffreddamento dell’inflazione dei costi di input , offrendo ulteriore spazio alla BOE per abbassare ulteriormente i tassi di interesse; secondo i mercati, il successivo taglio dei tassi è probabile a gennaio 2025.

Sul fronte dei dati, oltre alla pubblicazione dei dati PMI, saranno al centro dell’attenzione i dati sulle vendite al dettaglio nell’eurozona e sul commercio con la Germania.

APAC: RBA, BNM meeting, dati su commercio e inflazione della Cina continentale

Secondo le attese dalle riunioni delle banche centrali in Australia e Malesia che si terranno questa settimana non sono attese modifiche nelle impostazioni della politica monetaria. Nel frattempo, le principali pubblicazioni di dati includono dati commerciali e di inflazione in arrivo dalla Cina continentale. Saranno inoltre aggiornati i dati commerciali dell’Australia, oltre a una serie di dati CPI della regione.