I dati macro che oggi riporta il calendario fanno il punto sul percorso della ripresa in molte aree economiche.

Indubbiamente i più significativi si concentrano sugli Stati Uniti: GDP, ordinativi alle fabbriche di beni durevoli, deflattore del Pil, sussidi di disoccupazione.

Il GDP in seconda lettura per il IQ segna aspettative di crescita al 6,5%, la precedente lettura è stata stimata a 6,4%. Gli ordinativi crescono ma meno rispetto al mese precedente +0,8% (attesa) rispetto a 2,3%. Diminuiscono nelle attese anche le richieste dei sussidi di disoccupazione 425k  contro 444k. I dati sono strettamente monitorati in ottica Fed. Ieri, il vice responsabile della supervisione Fed Quarles ha detto di essere pronto a discutere di ridurre alcune misure di sostegno di emergenza all’economia, anche se solo per chiarire i piani della Fed. Verso una normalizzazione anche in Nuova Zelanda dove il governatore della banca centrale ha detto che le condizioni di politica monetaria potrebbero iniziare a normalizzarsi tra un anno se le prospettive economiche dovessero essere quelle previste.

LA FIDUCIA DELLE IMPRESE IN ITALIA CHE GUARDANO ALL’EXPORT

Questa mattina invece l’Italia riporta il dato sulla fiducia delle imprese elaborato dall’Istat a maggio il consensus ipotizza un miglioramento rispettivamente a 104,4 e 106,4. Da maggio dello scorso anno abbiamo avuto una crescita mensile lineare della fiducia. In assoluto il dato sta avvicinando i picchi che si sono visti agli inizi del 2018 e nel biennio 2005-2006. Bene.

La Bilancia Commerciale italiana riporta anch’essa un saldo positivo. Significa che l’export ha trainato ancora una volta la crescita. Mettendo in relazione i dati export fissati prima della pandemia febbraio 2019 con il mese di  febbraio 2021, l’export italiano è cresciuto dell’1,4% contro la flessione dello 0,5% di quello tedesco e  la flessione del 10,2% di quello francese. Lo stesso raffronto relativo al mese di marzo vede la Germania con un +7,4%, l’Italia con un +9,1% e la Francia con un -3,9%. Del resto avevamo già evidenziato con la lettura dei dati PMI manifatturieri un robusto segnale della ripresa del Made in Italy nel mondo.

LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN GERMANIA

l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori tedeschi che guardando a giugno dovrebbe mostrare un miglioramento a -5,2 rispetto all’inaspettato calo per -8,8 del mese precedente, in linea con gli analoghi dati francesi e con l’Ifo tedesco dei giorni scorsi.

CINA

Questa mattina  il National Bureau of Statistics cinese ha riportato l’andamento dei PROFITTI INDUSTRIALI in CINA – I profitti delle industrie cinesi sono cresciuti a un ritmo più lento in aprile. I profitti sono saliti del 57% su anno ad aprile a  768,63 miliardi di yuan, a un ritmo più lento rispetto al +92,3% visto a marzo.

USA-CINA – La rappresentante statunitense per il Commercio Katherine Tai ha detto che gli Usa devono ancora fare i conti con “sfide molto consistenti” nelle proprie relazioni commerciali ed economiche con la Cina che pertanto richiedono molta attenzione da parte dell’amministrazione Biden, come detto a Reuters.

MARKET MOVER
Benché la volatilità si sia appiattita nelle ultime ore, rileviamo acquisti significativi su BTP e Bond governativi in generale. Qualche vendita sull’equity per cui rimane sempre attiva la finestra distributiva, vendite sul comparto delle commodity ed infine vendite di euro contro dollaro, acquisti di cny contro euro e contro dollaro.

Il dollaro ritorna ad essere sostenuto dalle prime aperture Fed, ufficiali,  su un avvio del dibattito sul ‘tapering’. Attorno alle 7,40 il cross euro/dollaro è a 1,2192 (in rialzo di 0,02%); il cambio euro/yen è a 133,02 (in calo di 0,04%) mentre il dollaro contro yen scambia a 109,1 ( in calo di 0,04%). Come scriviamo da due settimana il punto centrale del mercato in questa fase rimane concentrato su quota 1,2160 eur usd.  Oggi avremo modo di collaudare nuovamente il punto qualora i dati di cui sopra dovessero confermare le attese.

GREGGIO – Prezzi in calo in un mix di fattori che vedono da un lato l’ottimismo per la stagione estiva in Europa e Usa e dall’altro i timori per la domanda dall’India e per il potenziale aumento della fornitura dall’Iran. Alla stessa ora il future sul Brent quota in calo di 29 cent a 68,58 dollari al barile e il future sul Nymex viaggia in calo di 27 cent a 65,94 dollari.

TREASURIES – Il benchmark decennale sui mercati asiatici rende 1,576%, in rialzo di 0,002 rispetto alla chiusura a 1,574%.

I DATI DI OGGI SUL PERCORSO DELLA RIPRESA

WB ANALYTICS: EUR USD

 

Le banche centrali nel dilemma tra l’andamento dei tassi, ripresa e pandemia, rimangono il faro su cui i mercati guardano con osmotica attenzione.

Ieri sera è emerso dalle minute  del Fomc che un certo numero di esponenti della Fed sembra pronto a prendere in considerazione il ‘tapering’ a fronte di una ripresa forte dell’economia.  Ma nel frattempo sono intervenuti dati sul lavoro deludenti ed inflazione elevata che potrebbero aver confermato o modificato la loro visione visione.

Nel pomeriggio il ‘falco’ Isabel Schnabel, membro del Consiglio BCE,  ha sottolineato che la ripresa dell’inflazione è temporanea. Il vice presidente Luis De Guindos osservava sempre ieri che Francoforte interverrà sui mercati obbligazionari se riterrà che l’aumento dei tassi non sia giustificato, salvo che non siano accompagnati da forti segnali di ripresa dell’economia.   Oggi ritorna a parlare in un intervento previsto  nel primo pomeriggio Christine Lagarde , mentre Lane, capo economista BCE prenderà nuovamente la parola  in mattinata.

Nel frattempo ieri sera, alla lettura delle minute della FED, l’eur usd è scivolato verso quota 1,2160 dopo aver sostato per l’intera giornata sopra 1,22, ovvero sui livelli anticipati nel post di ieri in apertura di sessione .

Questa mattina la PBoC  ha mantenuto il tasso di prestito benchmark invariato per il 13esimo mese di fila, in linea con le attese del mercato. Il loan prime rate (Lpr) cinese ad un anno  resta a 3,85%, quello a cinque anni si mantiene a 4,65%.

Oltre alle parole di Christine Lagarde ad attrarre l’attenzione degli operatori saranno i dati rilasciate alle 14.30 sui sussidi di disoccupazione USA di questa settimana e l’indice di produzione della Fed di Philadelphia atteso in flessione da quota 50,2 del mese precedente a 43.

Nel frattempo questa mattina in Germania il dato sui prezzi alla produzione di aprile si è attestato a +0,8% su mese e +5,2% su anno, da +0,9% e +3,7% del mese prima, sostanzialmente in linea con le attese (0,8% e 5,1%).

DATI GIAPPONE – L’export ad aprile ha registrato il maggior incremento dal 2010 con un +38% su anno grazie alla ripresa della domanda globale di auto ed elettronica, alimentando le speranze che la terza economia mondiale possa tornare a crescere; la bilancia commerciale si è attestata a 255,3 miliardi da 662,2 miliardi di marzo, rispetto al consensus pari a 140 miliardi.

A marzo gli ordinativi di macchinari hanno registrato un rialzo del 3,7% su mese e una flessione del 2% su anno da -8,5% e -7,1% del mese prima, contro attese pari rispettivamente a +6,4% e -2,6%. A maggio l’indice manifatturiero a cura di Reuters Tankan si è attestato a 21 da 13 di aprile.

Un altro significativo tema su cui il mercato farà le sue considerazioni verte sulle vendite che ieri hanno colpito indistintamente tutti i listini azionari, accompagnati dal crash delle crypto currency. La distribuzione dei prezzi apertasi proprio a metà del mese di aprile ha scatenato ieri un sell_off sui mercati. Ne avevamo anticipato i segnali nel nostro WB Perspectives di aprile. La possibile violazione di area 2850 per l’indice Eurostoxx 50 e 4000 di Standard & Poor tenderà ad amplificare il segnale con spinte direzionali in grado di riportare i valori verso area 3650 nel breve.

Ieri sera il Nasdaq 100 dopo un’apertura di sessione all’insegna di forti negatività ha reagito da quota 13000, ritracciando il ribasso ma pur mantenendo ancora aperte i segnali di criticità, la cui verifica,  come avevamo scritto in WB Perspectives, proprio di quota 13000 rappresenta un test con significative valenze tecniche. Infine riportiamo l’importanza del collaudo per lo Standard & Poor 500 di area 4000: sotto tale livello sono presenti, secondo i nostri algoritmi, significativi ordini di vendita. Abbiamo stimato che l’eventuale breakout spingerebbe i prezzi nel breve verso area 3750.

I segnali di avversione al rischio potrebbero favorire un ritracciamento dei rendimenti dei bond governativi gradito alle banche centrali.

Le commodity tenderanno ad allinearsi a questo segnale consolidando una correzione del rialzo che al momento stimiamo mediamente nella misura del 10%.

In un recente post avevamo ribadito per il Brent il target in area 70 usd/bar. La verifica del livello tenderà ora ad aprire una correzione per la quale non escludiamo ritorni dei valori verso area 60/55 usd/bar.

Nel nuovo aggiornamento di WB Perspectives riporteremo i dettagli sulla correzione di tutte le commodity industriali a partire dai metalli.

 

RISKOO FX RISK MANAGEMENT MODEL

BANCHE CENTRALI, TASSI, RIPRESA E PANDEMIA

WB ANALYTICS: EUR USD 1,2170 19,05,21

 

RISKOO MONITOR

MARKET MOVER

 

ELEZIONI USA 2020 PENCE e HARRIS hanno dibattuto sui temi della campagna elettorale senza dare un impressione netta su quale dei due candidati abbia colpito maggiormente.

In ogni caso secondo gli analisti, il mercato comincia a credere che Biden la spunterà e che questo si tradurrà in una politica fiscale più accomodante. Il faccia a faccia questa notte tra i due candidati vice per le elezioni Usa,  Kamala Harris e Mike Pence, non sembra aver alterato la traiettoria della corsa presidenziale. Trump, intanto, ha bloccato ieri i colloqui con i dem sul pacchetto di stimolo, pur proponendo nuovi aiuti al settore aereo, in una decisione che contribuisce a mettere in forse la ripresa. 

In un’altra mossa tesa a compiacere l’elettorato conservatore, sempre nell’ambito dei temi della campagna per le elezioni USA,  il Dipartimento di Stato potrebbe annunciare oggi nuove pesanti sanzioni al settore finanziario iraniano.

VERBALI FED

Nel contempo ieri sera sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed da cui si evince dalla maggior parte dei partecipanti che la ripresa economica susseguente al crollo del II°Q è superiore alle attese. Il FOMC ha sottolineato che l’investimento aziendale, letteralmente crollato nel Q2, ha visto un’inversione di tendenza. Nonostante ciò, come ha notato lo stesso Powell nella conferenza stampa successiva, i livelli sono ancora molto al di sotto di quelli pre-pandemia. Inoltre il Board ha fatto sapere che in ogni caso la ripresa economica potrebbe subire un rallentamento se non opportunamente sostenuta da ulteriori accomodamenti fiscali. Inoltre il Consiglio appare diviso sulla linea da adottare.  Dopo essersi mostrato compatto, ad agosto, nell’annunciare uno storico cambio di passo sull’inflazione, a settembre il Fomc è tornato a dividersi su quale metodo usare per applicare i nuovi principi nella pratica. Le dissonanze nel dibattito tra i banchieri centrali Usa, fanno notare alcuni osservatori, riflettono la totale incertezza in cui naviga l’economia, appesa all’ignota evoluzione della pandemia. La banca centrale potrebbe implementare in futuro il suo programma di acquisto di bond, hanno ribadito questa notte alcuni sui alti esponenti ma, al momento, più che sul lato monetario necessitano interventi sul fronte fiscale come anticipato sopra.

WEIDMANN  BCE

Con gli investitori che soppesano ogni sillaba pronunciata da Francoforte, il numero uno di Buba e membro del direttorio Bce, Jens Weidmann, ha detto ieri in un’intervista a Boersen Zeintung che l’attuale orientamento della banca centrale europea è “appropriata per ora”. Guardando al bicchiere mezzo pieno, l’attenzione del mercato si è concentrata su quel “per ora” piuttosto che sull’assunto – peraltro piuttosto scontato in bocca al falco tedesco – della sua attuale adeguatezza. Segno che uno shift potrà avvenire nel momento in cui – e potrebbe non essere lontano – le cose dovessero volgere al peggio. Con la seconda ondata di Coronavirus che sta impattando molti paesi Ue, con conseguenze pesanti soprattutto per il settore terziario, l’assessment della Bce potrebbe dunque cambiare in senso ulteriormente accomodante. Stando ad alcuni report, nuovi stimoli potrebbero essere implementati a dicembre, quando la banca rivedrà le sue attuali proiezioni. Occhi anche oggi sono programmati due interventi da parte di autorevoli membri dell’Eurotower da cui si potranno trarre ulteriori indicazioni.

BANK OF JAPAN

Secondo il presidente di Bank of Japan Haruiko Kuroda l’economia nipponica ha cominciato a riprendersi e il rilancio proseguirà grazie alle generose misure approvate sia sul fronte monetario che su quello fiscale. Nei dati diffusi stanotte, il surplus delle partite correnti si è attestato a 2.100 mld di yen ad agosto, contro i 1.980 stimati.

DATI MACROECONOMICI

MACRO – In un’agenda macro peraltro piuttosto scarna oggi, atteso il leading indicator dell’Ocse per l’Italia di settembre da confrontare con un dato di agosto a 97,6. 

Negli Usa, i consueti dati settimanali sulle richieste di sussidio. Secondo una survey diffusa dal World Economic Forum, sarà la disoccupazione la maggior preoccupazione per l’economia nei prossimi dieci anni.

MERCATI

FOREX Il dollaro è poco mosso su yen in area 106. Anche l’euro è stabile intorno a 1,1765 dollari. Scende dello 0,4% il dollaro neozelandese dopo che la banca centrale ha segnalato la possibilità di un nuovo allentamento monetario, con tassi negativi. Debole, anche se in misura minore, il dollaro australiano. La banca centrale della Polonia ha lasciato i tassi invariati nell’ultima riunione di politica monetaria.

L’eur usd rimane sempre all’interno del range di attuali edominio. Ci aspettiamo che le contrattazioni rimangano inserite nella gamma 1,1790 – 1,1700 eur usd.

GREGGIO Prezzi in calo su un aumento delle scorte. Il futures sul Brent cede due cent a 41,97 dollari al barile mentre il contratto Usa perde 3 cent a 39,87 dollari. Riteniamo che la partita sul petrolio si giochi in questa fase sempre sulle riposte che i Trader daranno all’eventuale test di quota 39 usd/bar (Brent). Da alcune settimane collochiamo il livello tecnico di maggior rilievo e su cui abbiamo già avuto una prima reazione dopo la recente verifica del mercato.  

METALLI – Il rame trattato al LME ha reagito anch’esso dai minimi di questa settimana fissati in area 6300/250. Il range attuale rimane circoscritto ad oscillazioni comprese tra 6620 e 6300. 

TREASURIES Mercato in calo ieri sulle speranze di un pacchetto di aiuti per il comparto aereo annunciato da Trump. A pesare anche l’asta per 35 miliardi di dollari sul decennale. Il collocamento di oggi saranno sul piatto 23 miliardi di titoli a 30 anni.

MERCATI AZIONARI – I listini azionari rimangono ancora inseriti in una fase di congestione con rischi che tuttora rimangono orientati al ribasso.

Per avere una visione più approfondita di ogni singolo segmento di mercato, forex, interest rates, commodity,… chiedi di ricevere i nostri report ed Outlook

 

 

ATTESA SUI RENDIMENTI E BANCHE CENTRALI

La nostra previsione sui rendimenti rimane neutra e riflessiva confermando l’OUTLOOK 2020 in cui esprimevamo una posizione ribassista sul tratto lungo della curva.

In area EUR e GBP le aspettative di un accomodamento delle banche centrali sono elevate ma l’impatto marginale, su tassi di mercato  già bassi, di ulteriori discorsi accomodanti e dell’elevata liquidità aggiuntiva OMRLT III, dovrebbe diminuire.

Curve dei rendimenti

Il peggioramento del sentiment e il linguaggio accomodante della banche centrali hanno posto le curve dei rendimenti in una situazione tendenzialmente piatta. Tale situazione può essere invertita principalmente con il superamento dell’incertezza politica negli Stati Uniti o con buone notizie sul fronte covid. Per il primo dobbiamo attendere novembre mentre per il secondo solo un appiattimento delle curve epidemiche e i progressi sui vaccini sarebbero accolti con sollievo dagli investitori. Allo stato attuale confermiamo la tendenza in atto.

Il discorso di settimana scorsa della BCE ha lasciato la porta aperta a ulteriori allentamenti nelle prossime settimane. Probabilmente già nel Consiglio del 10 ottobre, ma bisognerà aspettare dicembre per azioni concrete. In questo contesto riteniamo che i dati economici, ad esempio i dati della prossima settimana sull’inflazione nella zona euro, abbiano maggiori potenzialità di poter muovere il mercato

TLTRO III: aggiungere liquidità alla liquidità

Nella sua ultima iterazione dell’OMRLT.III, la BCE ha assegnato 174,5 miliardi di euro,  significatamente di più di quanto era stato previsto. Una maggiore chiarezza su come le banche possono raggiungere l’obiettivo di prestito richiesto, per beneficiare del generoso tasso del -1%, potrebbe portare le banche ad utilizzare tutte le quote a loro disposizione. Con 388 banche partecipanti, l’importo medio è relativamente piccolo: 0,45 miliardi di euro.

L’impatto diretto sull’eccesso di liquidità nel sistema bancario, a conclusione dell’operazione, sarà un’aggiunta netta di 165 miliardi di euro. È quindi molto probabile che l’importo totale della liquidità in eccesso, attualmente non utilizzata, supererà la soglia di € 3 miliardi.

Una più ampia ripartizione dovrebbe agevolare le attività di rischio in quanto prefigura condizioni finanziarie più convenienti. Un’immissione netta di liquidità aggiunge, nel breve termine,  un elemento rialzista nei mercati monetari in EUR e, in particolare, dovrebbe rafforzare le dinamiche osservate nelle ultime settimane nei fixings dell’Euribor. Una maggiore volatilità potrebbe tuttavia essere la conseguenza poiché l’attività del mercato sottostante è ulteriormente ridotta, come evidenziato ad esempio nel commercial paper market. Ciò detto in un contesto di liquidità già ampia e con  livelli Euribor prossimi all’ € STR, l’impatto dell’operazione stessa potrebbe essere ancora marginale, soprattutto per quanto riguarda lo stesso € STR in relazione tasso dei depositi.

La liquidità in eccesso e la spinta verso il basso i tassi MM

Lo spread dell’ Eonia sul tasso sui depositi presso la banca centrale ha giocato contro l’eccesso di liquidità nel sistema bancario. A partire da ottobre dello scorso anno l’EONIA è definito come € STR + 8,5 pb.

avversione al rischio

I segnali di avversione al rischio stanno ritornando a flirtare con i mercati. Lo scenario previsto sin dagli inizi della crisi OUTBREAK (24 feb) e  WB PERSPECTIVES BREVE STORIA DEL PROSSIMO BEAR MARKET rimangono di grande attualità sia per le stime effettuate sulla prima ondata di vendite sui mercati azionari, sia per i livelli indicati sin dall’inizio sui limiti del recupero. Già recupero e non rialzo. La sottile differenza corre tra la tenuta di una condizione generale di rischio e apertura di una nuova fase impulsiva di ripresa.

Del resto nelle ultime giornate è notevolmente aumentata la domanda sulla tenuta dei listini azionari ed in particolare di alcuni singoli titoli nonostante la drammaticità dei dati che stiamo leggendo e che in prospettiva rimarranno critici. Oggi avremo i dati relativi alla produzione industriale dell’Eurozona. Le attese riportano una caduta del 12,1%.

In Italia la produzione industriale è scesa del 28,4% a marzo dopo il – 10 di febbraio. L’Istat riferisce che la misura rettificata ai giorno lavorativi è scesa del 29,3% a / a (-2,3% a / a a febbraio). In entrambi i casi, sono i declini più ripidi da quando è iniziata l’attuale serie produttiva nel 1990. In un solo mese, la produzione industriale è diminuita più che durante l’intera crisi del 2008/2009.

Analizzando la suddivisione per settore, notiamo che i più colpiti sono stati i mezzi di trasporto e i prodotti tessili e in pelle, tutti contratti di oltre il 50% a/a; non sorprende che solo il settore alimentare, meno colpito dal blocco, sia stato in grado di limitare il danno, contraendo “solo” il 6,5% a a.

Prepariamoci per dati ancora negativi

Con il lockdown per l’intero mese di aprile, i dati sulla produzione  saranno probabilmente peggiori. In assenza di riscontri provenienti dalla fiducia delle imprese, non pubblicati in aprile dall’Istat a causa di problemi di raccolta dei dati, il calo del PMI manifatturiero a 31,1 in aprile (dai 40,3 di marzo) ha già fornito prove qualitative inequivocabili di un ulteriore deterioramento.

Sospettiamo che il recupero non prenderà una forma a V, dimostrandosi invece solo graduale. Da un lato, le misure messe in atto dal governo italiano per sostenere le imprese e le famiglie non hanno finora filtrato nel tessuto economico dell’economia, vista la drammatica carenza di liquidità per molte imprese. Ciò è chiaramente accentuato dalla sovra rappresentazione strutturale delle PMI di piccole dimensioni, intrinsecamente finanziariamente più vulnerabile rispetto a quelle con dimensioni più grandi. In queste condizioni l’attesa per una regressione del Pil pari a poco meno del 10% rappresenta il consenso medio di mercato.

Ma i segnali critici risultano diffusi a livello globale. La caduta degli indici di fiducia delle imprese è in molti casi scesa al di sotto dei livelli registrati nel periodo 2008/9.  Il loro pessimismo apre interrogativi sugli utili delle imprese, sulla grado di resilienza su scala globale, con un maggiore accento verso l’economia occidentale.

Quindi si torna a verificare la tenuta dei mercati e gli eventuali segnali che potrebbero riaprire le condizioni di Risk Aversion.

Nell’ordine di gerarchia riteniamo che lo Standard & Poor 500 costituisca l’indicatore guida. Le due aree 2840 & 2730 costituiranno nelle prossime ore il terreno di scontro/confronto tra le mani forti che cercheranno per diverse ragioni di contrastare le vendite e quelle diffuse tra investitori professionali e non nel prendere atto che le condizioni non sono ancora mature per andare oltre l’attuale recupero.

Il breakout riporta condizioni di rischio

La violazione dl range segnalato riattiva le tattiche di avversione al rischio premiando bond governativi lunghi, monete rifugio, l’oro qualora eviti anch’esso di cedere quota 1680/70 usd/oz.

In Europa guarderemo con attenzione i riflessivi sugli indici azionari core: Dax ed Eurosotxx. Il primo presenta una fascia di protezione tra 10470 & 10250. Il secondo espone già al breakout di area 2800 precari segnali di stabilità.

Per l’Italia dovremo guardare con attenzione ciò che accadrà ai rendimenti sul BTP.  Purtroppo i segnali di avversione al rischio generale tendono a riflettere negativamente sul 10 anni Italia. Auspichiamo, ai fini di una tenuta e la ripresa di un parziale ribasso, che i rendimenti rimangano sotto quota 200 basis Point. Ciò consentirebbe agli stessi di rintracciare e con l’aiuto di mani forti scendere sotto area 1,80 dove collochiamo il trigger per l’avvio di un recupero del secondario sul MTS.

Il mercato dei cambi ed il rischio sistemico

Nel richiamare l’attenzione sugli strumenti che meglio replicano alle condizioni di avversione al rischio non possono mancare le monete. Lo yen, il franco svizzero ed il dollaro americano sono attesi in apprezzamento per effetto dei flussi che migrano dai Risky Asset verso le aree Safe Heaven. 

L?eur usd quota un livello di attrazione a 1,0770, mentre l’eur chf continua a flirtare con i minimi a quota 1,05. Il rapporto usd jpy dopo l’ennesimo sostegno offerto dalla BoJ tornerà a flettere. In questa occasione il punto da violare si abbassa a 104,60.

Si apre la prima settimana operativa di maggio, PREPARATEVI PER UNA SERIE DI DATI DELUDENTI. Il calendario economico  vede la stagione degli utili degli Stati Uniti in pieno svolgimento con oltre 1.300 aziende che riportano ile loro trimestrali, inoltre ci sono anche importanti rilasci di dati sul mercato del lavoro e PMI in tutto il mondo e negli Stati Uniti, alcuni aggiornamenti del PIL asiatico e riunioni della banca centrale nel Regno Unito e in Brasile.

I sondaggi PMI di aprile, riguardanti la produzione e i servizi, sono pubblicati in tutto il mondo sulla scia di dati PMI flash che hanno mostrato tassi di crollo economico in aumento. I numeri dettagliati delle PMI del settore registreranno anche l’entità dell’impatto per i diversi settori.

Con le misure adottate per contenere l’epidemia di COVID-19 che si è intensificata in molti paesi durante il mese di aprile, in particolare negli Stati Uniti ed in Europa, l’impatto economico sembra essere stato proporzionalmente maggiore. I dati sulla produzione manifatturiera per la Cina, già pubblicati fino ad aprile, hanno nel frattempo mostrato solo una ripresa molto modesta, subendo una nuova accelerazione del tasso di declino delle esportazioni, suggerendo fortemente che la ripresa rischia di svanire.

Finora i settori dei servizi hanno subito le conseguenze maggiore dal distanziamento sociale. Seguendo a rotazioni le rimossioni effettuate i mercati analizzeranno i dat iniziali e gli effetti a partire dalla Cina. Gli investitori  guarderanno quindi ai dati PMI del settore dei servizi cinesi per indicazioni sull’entità dei potenziali rimbalzi. Gli indici PMI  forniranno quindi gli indizi su come le economie si sono comportate all’inizio del secondo trimestre.

I numeri del PIL del primo trimestre aiuteranno inoltre a valutare gli impatti di COVID-19 su Hong Kong, Indonesia e Filippine.

In settimana le decisioni della Banca Centrale  del Brasile sembrano destinate  ad aggiornare il ivello dei tassi verso nuovi minimi record, poiché il paese combatte una crisi economica che ha portato i suoi cambi a raggiungere il minimo storico. Gli analisti saranno anche ansiosi di vedere la reazione  della Bank of England alle notizie sull’economia del Regno Unito in contrazione  ad un ritmo senza precedenti ad aprile.

La settimana si conclude con il rapporto sull’occupazione degli Stati Uniti. Si prevede che i libri paga non agricoli siano fortemente diminuiti e il presidente della Fed Powell ha avvertito che il tasso di disoccupazione potrebbe salire a doppia cifra.  Il PIL degli Stati Uniti è già diminuito del 4,8% su base annua nel primo trimestre e il nostro tracker del PIL indica un calo del 37% nel secondo trimestre. Preparatevi per una serie di  dati inediti.

FOREX

Questa mattina abbiamo osservato il  dollaro ben intonato, nei confronti sia dello yen sia soprattutto dell’euro. Deboli i listini asiatici, che soffrono delle nuove tensioni politiche tra Washington e Pechino, mentre la pausa per festività della piazza cinese e giapponese riduce notevolmente il volume degli scambi. Poco prima delle 8 euro/dollaro 1,0925/29 da 1,0983 venerdì sera in chiusura negli Usa, dollaro/yen 106,76/77 da 106,93 ed euro/yen 116,66/70 da 117,39.

Giovedì il mercato è rimasto deluso dalle misure comunicate dalla BCE. Ha quindi coperto posizione corte di euro sul dollaro. Il rientro del cambio si colloca ancora una volta  su ribassi che siano in grado di spingere nuovamente i corsi sotto area 1,0880. Ci aspettiamo la conferma di un ritorno del clima di avversione al rischio. Il dollaro quindi dovrebbe recuperare momentum.

COMMODITY

Si muovono con il segno decisamente negativo i derivati sul greggio, penalizzati dai dubbi sulle prospettive della domanda oltre che dalle nuove tensioni tra Usa e Cina. Poco prima delle 8 il futures Brent per consegna giugno arretra di 43 centesimi (1,63%) a 25,96 dollari il barile, mentre il contratto Nymex giugno scivola di 1,41 dollari (7,13%) a 18,38 dollari.

I metalli rimangono deboli ed allneati ad un trend ancora debole/riflessivo. Il rame potrebbe aver esaurito la spinta reattiva. Temiamo che durante le prime settimane del mese  possa verificarsi  una flessione del 5%.

Tra i coloniali il contratto future sul Caffè C conferma l’Outlook II°Q Riskoo. I prezzi stanno scendendo verso la bse della banda di negoziazioni di medio termine che quota una demand line in area 102.

RENDIMENTI BOND GOVERNATIVI

Governativi Usa in denaro sul finale della seduta asiatica, con il decennale di riferimento che avanza di 7/32 al rendimento di 0,618%.  IL PUNTO DI MAGGIOR ATTENZIONE QUESTA SETTIMANA TRANSITA A 0,5%.

Il 10 anni Germania tende a puntare verso area -o,7%. Dovremmo assisstere ad un raffreddamento dell’Euribor 3 mth dopo la forte reazione delle precedenti settimane.

STOCK INDEX

Come atteso le borse tenderanno ad aprire la fase di collaudo della tenuta dell’azione reattiva dai minimi di marzo. I livelli già segnalati la scorsa settimana entreranno nella verifica di mercato a partire da quota 2730 di S&P 500. Anche in questo caso siamo preoccupati per il  momentum.

DATI MACROECONOMICI

ITALIA

Pmi manifattura aprile (9,45) – attesa 30.

Ministero Trasporti, immatricolazioni auto aprile (18,00).

Tesoro, fabbisogno statale aprile.

Istat-Iss, presentazione rapporto “Mortalità in Italia”.

 

FRANCIA

Pmi manifattura finale aprile (9,50) – attesa 31,5.

 

GERMANIA

Pmi manifattura finale aprile (9,55) – attesa 34,4.

 

GRECIA

Pmi manifattura aprile (10,00).

 

SPAGNA

Pmi manifattura aprile (9,15) – attesa 35.

 

ZONA EURO

Pmi manifattura finale aprile (10,00) – attesa 33,6.

Indice Sentix fiducia investitori maggio (10,30).

 

USA

Indice Ism New York aprile (15,45).

Revisione beni durevoli marzo (16,00).

Ordini industria marzo (16,00) – attesa -9,5% mese

Il 20/20 riceve in eredità il ritorno in grande stile della monetizzazione del debito operato dalle banche centrali. La Federal Reserve, la BCE e la PBoC si sono ritrovate a riaprire in programmi di stimolo monetario per ragioni diverse, ma con un unico denominatore: evitare che i mercati monetari prosciughino la liquidità. L’azione di primo piano spetta alla Riserva Federale con immissioni prossime a 500 miliardi di dollari. La Banca Centrale cinese taglia i requisiti della riserva obbligatoria di 50punti base liberando l’equivalente di 115 miliardi di dollari.

La Bce riapre come noto il programma QE con acquisti mensili al momento programmati a 20 miliardi di euro. L’azione della Fed è stata prevalentemente dettata dall’esigenza di raffreddare le forti tensioni che si erano generate sul mercato monetario USA. Le stesse motivazioni hanno guidato la Cina. In generale i rendimenti sui governativi hanno riassorbito parte della flessione registrata per buona parte del 2019 (min settembre). Il 10 anni US, dopo un’apertura a 2,70%, era sceso sino a quota 1,40% per chiudere il 2019 a 1,90%. Al recupero dei rendimenti americani si sono allineati  la gran parte dei tassi governativi, europei compresi.  Per quanto abbiamo osservato in questi ultimi anni pensiamo che le banche centrali desiderino mantenere i tratti lunghi della curva ancora in una condizione riflessiva. Riteniamo pertanto che la recente risalita sarà circoscritta a breve.

Nel nostro scenario di riferimento per il 2020 abbiamo riconfermato i target di tendenza già stimati  lo scorso anno. Con gli interventi di cui sopra le banche centrali dimostrano di non voler dissipare tutto il lavoro di sostegno costruito a partire dal 2009 con l’immissione di ben oltre 12 trilioni di dollari producendo un collaterale di 17 trilioni di dollari di bond nel mondo scambiati con rendimenti negativi.

Su tutti i valori coperti dalla nostra ricerca suggeriamo di fissare come limite allo scenario riflessivo atteso quota 2,10/15% per il 10 anni US. Tale valore costituisce, alla partenza del 2020, lo sbarramento di confine tra il ciclo negativo dei tassi, rispetto ad un reversal della tendenza dominante. Su tale valore ovviamente convergono segnali che possono alterare gli equilibri su tutti i segmenti di mercato contribuendo ad aumentarne la volatilità intrinseca.

 

ITALIA – Il 10 anni BTP ha recuperato parziale terreno dopo la discesa a 0,80%. Nonostante le difficoltà politiche e la difficile congiuntura che espone il debito pubblico a valutazioni sulla sua sostenibilità, riteniamo che i rendimenti siano destinati a scendere nuovamente verso i precedenti supporti e fissare nuovi minimi in corso d’anno. Ciò significa che ci attendiamo un ulteriore manovra di restringimento dello spread sotto area 130. Il dato relativo all’ammontare dei governativi italiani, nel portafoglio del settore bancario con sede sul territorio nazionale, riporta una detenzione pari a 405,471 miliardi (mese d ottobre) su uno stock di debito prossimo a 2450 miliardi di euro.

Per il 2020 ci aspettiamo al di là delle vicende di natura politica un ulteriore movimento di convergenza dei rendimenti italiani rispetto a quelli benchmark delle emissioni tedesche. Confermiamo quindi l’obbiettivo già indicato lo scorso anno a 0,50% per il10 anni ed un target per lo spread a 70 punti base.

Gli attivi obbligazionari, governativi e corporate, beneficeranno della presenza delle banche centrali. Potenziali fonti di rischio possono essere ricondotte, sotto il profilo intermarket, ad un rialzo dei prezzi del greggio oltre i 70 usd barile (tensioni MO).

Abbiamo fissato come livello di warning generale sull’andamento delle quotazioni dei bond il superamento dei rendimenti sul 10 anni USA del 2,10/15%.

Per evitare i rischi dovuti al forte indebitamento raggiunto dal settore governativo e da quello corporate, pensiamo che le banche centrali continueranno a promuovere nuove azioni di stimolo monetario con l’intento ultimo di mantenere bassi i livelli dei tassi. La loro azione risulterà meno efficace verso il segmento corporate nel caso in cui dovesse aprirsi una fase recessiva negli USA (al momento non attesa dal nostro modello). L’attesa per un ridimensionamento degli earnings potrebbe rendere più vulnerabile la percezione sulla sostenibilità del debito corporate.

 

2020 OUTLOOK RENDIMENTI

2020 OUTLOOK BOND YIELD

 

 

PORTAFOGLI IN BOND?
Può un battito d’ali di farfalla a New York scatenare un uragano a Francoforte?

WB ANALYTICS: USA 10 Y YIELD TO MATURITY


Con gli inizi del 2018 il tratto lungo della curva dei rendimenti  ha subito in generale l’atteso rialzo. Il 10 anni USA ha alzato il range di oscillazione da 2-2.60% nel 2017 a 2.60-3.3% nel 2008. Lo shift , piuttosto repentino, ha trovato i mercati impreparati. Benchè l’aspettativa fosse condivisa, il timing si è rivelato più veloce delle attese.  Questa accelerazione verso quella che in molti definiscono normalità, ha obbligato gli asset managers ad un fine tuning dei portafogli ponderando sui multipli di mercato le valorizzazioni aggiornate dei rendimenti.
Il rialzo del 10 anni US ha spostato all’unisono tutti i rendimenti creando anche nel comparto obbligazionario vendite generalizzate. Hanno accusato il riassetto tutti i comparti con duration medie ed elevate. Le vendite hanno colpito i governativi ed i corporate, in particolare gli HiYield. Pure il comparto degli emergenti ha subito un ribilanciamento al ribasso mettendo in discussione in generale il riassetto dei portafogli nell’ambito di una visione non più accomodante dei tassi.
WB ANALYTICS:JPM EMBI + BOND INDEX

WB ANALYTICS:JPM EMBI + BOND INDEX


Il  timore  di un cambiamento del mood relativo alle linee di policy monetarie perseguite dalle banche centrali è diventato certezza.  Si discute su quante saranno ile chiamate al rialzo dei Fed Funds quest’anno: tre o quattro! Qualcuno ipotizza anche cinque rialzi. La “forward guidance” della BCE potrebbe subire un cambiamento. I Bund a 5 anni non quotano più rendimenti negativi, il 10 anni potrebbe spingere sino a quota 1/1.10% entro la primavera.
WB ANALYTICS:JPM EMU BOND INDEX

WB ANALYTICS:JPM EMU BOND INDEX


Alla base di questa rimodulazione del rischio tasso vi è la maggior sensibilità verso le aspettative di crescita inflattiva. In Europa il consenso stima una spinta dell’inflazione verso l’1,8%.
In un quadro più cosciente del ritorno della crescita dei prezzi si sovrappone un tema che da mesi sta preoccupando il Direttorio della BCE e non solo, e che potrebbe rimettere in gioco nuovamente le stime poc’anzi esperite. Il dollaro debole rischia di rimettere in discussione queste quasi certezze. Il cambio, sulla spinta di mani interessate,  ha rimesso in discussione gli equilibri valutari. In particolare rischia di esacerbare le relazioni tra Uem ed Usa nel caso in cui quota 1.25 non dovesse contenere ulteriori flessioni della moneta americana. Il  break up oltre tale soglia  aprirebbe infatti un range di osservazione la cui coda non esclude spinte dei prezzi oltre 1.30. Non abbiamo ancora prezzato sull’inflazione gli effetti di un cambio nuovamente forte, anche perché nel frattempo il rialzo dell’euro è maturato in parallelo al rialzo delle commodity, petrolio in testa ora in sensibile correzione.
WB ANALYTICS: EUR USD

WB ANALYTICS: EUR USD


Lo scenario si complica terribilmente per tutti coloro i quali devono orientare i propri portafogli, magari cercando un riparo dall’avversione verso i risky asset.  Nel recente rialzo dei rendimenti, che ha innescato il mini crash sulle borse,  hanno subito vendite anche i prodotti indicizzati all’inflazione.   Cosa fare quindi in un quadro così complesso? Cash is the King. La liquidità  rappresenta l’unico asset in grado di mettere nel breve termine al riparo dalla volatilità negativa.  La diversificazione non riesce da sola a garantire nel breve una protezione dai rischi. In un orizzonte più ampio gli eccessi di negatività sui bond potranno offrire opportunità di acquisto tattiche. In questo caso il timing costituisce una leva gestionale importante, ma bisogna saperla praticare. Un’alternativa valida, se si accetta l’impatto che nelle fasi di cambiamento degli equilibri può cagionare perdite iniziali, è rappresentata da prodotti alternative, con deleghe ad asset manager capaci di modulare beta ed alfa dei portafogli.
Lo scenario verso cui ci dirigiamo non consente di assumere posizioni  lunghe  anche a contenuto obbligazionario con duration superiori ai 3 anni senza un adeguato controllo del rischio.
Il reversal  a cui stiamo assistendo potrebbe rivelarsi sistemico. Le banche centrali tenteranno di contrastarlo ma la via del rialzo dei rendimenti sembra ormai un fatto concreto.

WB ANALYTICS:JPM GLOBAL BOND INDEX


 
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SLOWHAND SLOWTAPER

Dieci! Tanti sono gli anni da cui ha preso avvio la grande depressione che le banche centrali hanno combattuto con armi non convenzionali. Dopo il lustro veloce che ha radicalmente cambiato la società e l’economia, due delle più importanti banche centrali sono ancora impegnate a promuovere stimoli monetari per sostenere la paradossale lentezza con cui il mondo sta uscendo dalle proprie difficoltà. Il presidente Draghi era attesissimo in quest’ultimo meeting. I mercati volevano conoscere le carte; i rumors riportavano la presenza di hedge fund già pronti ad aggredire gli anelli più deboli della catena europea ed invece è andata così….continua a leggere

WB ANALYTICS: BCE MEETING 26.10.2017 DECISIONE QUANTITATIVE EASING

WB ANALYTICS: BCE MEETING 26.10.2017 DECISIONE QUANTITATIVE EASING


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MILANO FRANCOFORTE

FRANCOFORTE: gli NPL, i crediti deteriorati in Europa ammontano a 988 miliardi di euro; l’Italia ne detiene 249.. Troppi per la vigilanza della BCE.

La Bce starebbe valutando un aumento degli accantonamenti non solo per gli NPL che interesseranno i bilanci delle banche dell’Eurozona dal 2018 in poi, ma anche per l’intero stock degli NPL stessi, che ammonta a quasi 1 trilione di euro (IMF World Economic and Financial Surveys ).  La notizia innervosisce gli operatori in quanto dall’addendum della Bce diffuso qualche giorno fa era emerso che le nuove disposizioni sarebbero state applicate solo ai flussi futuri dei crediti deteriorati. E’ vero che l’addendum sarà sottoposto a consultazione, e dunque la sua versione finale potrebbe essere diversa, ma l’attrito tra l’Italia e la supervisione bancaria della Bce che ha capo a Daniele Nouy, non fa altro che acuirsi.
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