Ho già scritto della strategia negoziale seguita dal presidente Trump riferendomi al Principe di Machiavelli. Nella teoria dei giochi si chiama incertezza strategica, e Donald Trump ha finora dimostrato di essere un maestro nell’interpretare questo ruolo. E’ chiaro che non svelerà mai le sue carte, tantomeno gli errori, sino a quando non raggiungerà i suoi obbiettivi. Il fatto che tutti i leader si siano affrettati a chiedere udienza presso i suoi uffici dimostra che il gioco al momento è nelle sue mani. Tuttavia tra tutte le controparti ce ne sono due che hanno deciso di disputare la partita su un piano diverso: Vladimir Putin e Xi Jinping. Il primo gioca prevalentemente una disputa sul piano politico-militare, il secondo al momento su un piano politico-commerciale.
In questi primi 100 giorni di presidenza abbiamo visto tutto ed il contrario di tutto. Nella grande confusione si è messo in discussione qualsiasi certezza. Ma nel Suo relativismo, il Presidente non ha mai messo in dubbio la validità assoluta del ruolo del dollaro. Ha parlato e ritrattato opinioni su moltissime cose, non sul ruolo di moneta di riserva del dollaro. Il processo di de-dollarizzazione continuerà ad avere un suo percorso, ma il dollaro per il momento è destinato a rimanere al centro degli scambi economici e finanziari. Semmai è il suo valore ad essere oggetto di riallineamento.
In parte ciò è avvenuto con estrema velocità. In parte deve ancora perfezionarsi.
Il riallineamento contro alcune monete si è materializzato in tempi assolutamente fulminei e per opera di soggetti terzi (Asia), non degli interessati diretti. Parlo dell’euro. La rivalutazione della moneta europea ha avuto momenti di accelerazioni nelle sessioni asiatiche. Da inizio anno la maggior parte delle major currency hanno rivalutato mediamente dell’8% contro il dollaro, 9% nel caso dell’euro.
L’unica grande moneta appartenente ad un’area rilevante a non avere rivalutato è lo yuan renminbi. Le vendite di Treasury ordinate dalla Cina sono state neutre sul cambio: i dollari incassati dalla liquidazione dei bond americani sono stati negoziati contro euro chiudendo in modo netto la partita sullo yuan. Tuttavia Il punto critico messo a fuoco dall’Amministrazione americana riguarda lo squilibrio commerciale con la Cina. Gli Stati Uniti pensano di sanare l’asimmetria tra le due aree con una ridefinizione delle tariffe e probabilmente con una richiesta di rivalutazione del cny. Siamo tutti convinti che il livello di rimodulazione dei dazi oltre il 100% sia semplicemente astratto. In un simile regime tariffario si annullerebbero tutti gli scambi commerciali. Ciò nondimeno sia Washington che Pechino sanno che dovranno negoziare il riequilibrio degli scambi reciproci con maggiore sobrietà. E’ solo questione di tempo.
Nel frattempo l’Amministrazione statunitense si attiverà per ridurre l’impatto dei dazi sul settore auto. In primis, alleggerirà alcuni provvedimenti imposti sui componenti provenienti dall’estero utilizzati per la produzione di auto negli Usa e poi impedirà che i dazi sulle auto prodotte all’estero si sovrappongano ad altri. Inoltre, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha detto che molti tra i principali partner commerciali degli Usa hanno avanzato proposte ‘molto buone’ per evitare i dazi e uno dei primi accordi che verrà siglato sarà probabilmente quello con l’India atteso questa o la prossima settimana. Bessent ha aggiunto anche che le recenti decisioni della Cina di escludere alcuni beni Usa dalle contro misure dimostrano che Pechino è orientato a una de-escalation delle tensioni commerciali.
Nonostante la festa del lavoro abbiamo di fronte una settimana impegnativa per il mercato FX a seguito di diversi market mover in calendario
Partendo da questo scenario l’euro dovrà trovare una banda di oscillazione più controllata e comunque possibilmente non penalizzante per la competitività del made in Europe. Se all’attuale rivalutazione sommiamo i dazi di base (10%) le nostre merci costano un 15/20% oltre le quotazioni dello scorso anno. Sappiamo che il caro energia ha già messo sotto pressione i margini operativi e la competitività delle imprese. A queste considerazioni dovremmo sommare ulteriori aggravi che pesano su quest’ultime: transizione green, burocrazia, regimi fiscali restrittivi.
C’è da chiedersi dunque quale sia la soglia marginale oltre la quale la prognosi da riservata si traduca in come irreversibile.
La BCE nel suo ultimo meeting non ha voluto tracciare un percorso netto sulla direzione della policy monetaria, ma appare piuttosto plausibile attendersi altri tagli dei tassi per non eccitare l’euro e comunque stimolare per quanto possibile gli investimenti. Lo scorso anno in tempi altrettanto difficili indicavamo per l’Euribor 3 mesi una discesa dei tassi dal 4 al di sotto del 2%. Per molti la visione sembrava a dir poco lunare! Per essere precisi avevamo lanciato tale ipotesi già al TFFD di Aiti il 15 settembre 2023. Oggi vediamo concretizzarsi questo scenario per cui, salvo shock nel mercato azionario, non ci aspettiamo un restringimento sostanziale dello spread tassi eur usd, fatta eccezione per le oscillazioni all’interno del range 130/200 bp. Pertanto il differenziale dovrebbe comunque sostenere la divisa americana. Di conseguenza pur con le cautele tecniche, riteniamo che si possa considerare l’apprezzamento dell’euro in uno stadio avanzato, il cui esaurimento coinciderebbe con una perdita di momentum sotto area 1,13. Nei prossimi giorni ritorneranno a pesare le ponderazioni sui fondamentali economici. Il calendario offre diversi market mover degni di attenzione: in Eurozona GDP (Eurozona – Germania – Francia – Italia) a seguire i dati sull’inflazione di aprile; negli Statu Uniti Gdp IQ e inflazione aprile. E’ bene notare che le rilevazioni sul PIL appartengono al periodo pre dazi. Venerdì invece avremo la pubblicazione dei PMI manifatturieri di aprile per l’Eurozona e per gli USA. Pertanto il mercato avrà l’occasione di valutare i primi segnali sull’andamento della produzione e delle esportazioni dopo gli annunci sulle tariffe “reciproche” del 2 aprile. Completeranno la batteria dei dati le statistiche sull’occupazione Usa sempre per il mese di aprile. In questo caso avremo la lettura attraverso l’analisi del rapporto (preceduto dai dati JOLTS di mercoledì, che monitora le posizioni vacanti) dell’impatto dei tagli di posti di lavoro correlati al DOGE e il più ampio trend delle assunzioni. I sondaggi hanno finora evidenziato una solida tenuta del settore privato, ma dopo il 2 aprile la fiducia è crollata, giustificando una certa cautela in relazione al futuro andamento occupazionale. I dati precedenti mostravano un aumento di 228.000 occupati a marzo, superiore alle aspettative, per aprile si attendono 129.000 nuovi occupati con il tasso di disoccupazione al 4,2%. La Fed guarderà con attenzione tutti i valori per adeguare la sua postura sui tassi, come pure la BCE che attende conferme dal percorso di contrazione dell’inflazione per procedere, come atteso, con ulteriori tagli.
E’ iniziato un ribilanciamento dell’euro contro il dollaro?
La scorsa settimana avevamo anticipato la costruzione di un iniziale segnale di raffreddamento dell’euro dopo l’elevata volatilità che l’ha spinto sino a superare momentaneamente la soglia 1,15. contro il dollaro. Di conseguenza il valori sono scesi, come atteso, sotto la prima soglia di supporto presente in area 1,14. Ora gli investitori si prenderanno una pausa che traduciamo con un’azione di consolidamento tra 1,1325 ed 1,14/1,1425. I dati potrebbero favorire una maggior distensione spingendo il cambio a violare anche la soglia 1,1325/1,13 per completare la correzione verso area 1,11 nel brevissimo termine.
La Fed ritorna a riunirsi il 7 maggio. Per quella sessione di politica monetaria non sono attesi tagli. Si sconta un primo intervento di 25 bp nel Fomc del 18 giugno.
GIOVEDì 8 Maggio alle 9.30 analizzeremo in diretta streaming con INSIDE CENTRAL BANK, gli effetti delle decisioni che il presidente della FED annuncerà in merito alla politica monetaria ed ai tassi d’interesse. Per chi lo desidera postiamo il link per partecipare all’evento organizzato con l’AITI, l’Associazione Italiana dei Tesorieri d’Impresa. [link per ricevere l’invito].
INSIDE CENTRAL BANKle analisi, gli impatti sui tassi di interesse e sull’euro, dopo le decisioni della FED
