EFFETTO FED SUI MERCATI

L’effetto Fed sui mercati dopo la decisione di ieri 21 settembre tende a rafforzare le dinamiche già in atto su dollaro, materie prime e mercati azionari.

La revisione al ribasso della crescita prospettica per il 2022 e 2023 tenderà a raffreddare ulteriormente le quotazioni delle materie prime quotate nei rispettivi mercati a termine e rafforzare il dollaro. Le borse dovrebbero trarne le conseguenze e capitolare verso i livelli che ci siamo dati come obbiettivo di tendenza nel nostro Outlook 2022. Su questo segmento ci aspettiamo ancora che lo Standard & Pooor 500 possa scivolare verso 3300 punti e non escludiamo ulteriori debolezze nella parte iniziale del prossimo anno a quota 3000.

L’inflazione da combattere rimane il faro delle decisioni FED. Il Board si aspetta un ritorno verso l’area neutra 2% nel 2024, con un percorso che dovrebbe materializzarsi a partire dalla fine di quest’anno.

Negli Stati Uniti l’indice CPI da 9.1% è sceso ad agosto a 8.3%. Il CPE si stabilizzerà quest’anno al 5.4% con il PCE core al 4,5% per passare nel 2023 al  3,1%, nel   2024 al 2,3%.

Il diagramma DOT PLOT è stato rivisto al rialzo con un tetto implicito  al 4.65% nel 2023.  Questo sta nuovamente appiattendo la parte lunga della curva con nuove possibili inclinazioni negative al ribasso del tratto finale.

Il differenziale dei tassi USA UEM potrebbe salire a favore dell’area dollaro dagli attuali 180/170 bp ad oltre 200 per fissare un picco a 250/75.

Per le ragioni di avversione al rischio e di maggior remunerazione degli attivi in dollari  parcheggiati sul hot money, la divisa americana dovrebbe trarre ulteriori vantaggi.

Potete scaricare le slide e la registrazione relative al focus e gli obbiettivi di mercato presentati nello streaming INSIDE CENTRAL BANK cliccando il seguente link