INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

Nel mese di luglio le principali banche centrali chiameranno durante i loro meeting di politica monetaria robusti rialzi dei tassi ufficiali in risposta alle pressioni inflattive. La Fed confermerà un rialzo di 75 bp, 25 la BCE, la BoE dovrebbe alzare di 50 bp, la Banca centrale australiana lo ha appena fatto. La tendenza globale di un inasprimento aggressivo della politica monetaria vedrà inoltre la stretta della Banca centrale del Canada la quale prevede anch’essa un aumento di 75 punti base questa settimana, dopo due aumenti consecutivi di 50 punti base. Nell’insieme si supererà in termini statistici  il robusto aggiornamento di giugno.

Pensiamo che l’azione vada inserita in un contesto di adeguamento degli equilibri monetari ad uno scenario in cui la crescita dei prezzi è ben oltre le dimensioni nel rapporto di scala tra tassi ufficiali ed inflazione. Mentre i primi stanno uscendo da un ciclo deflattivo e quotano ancora a sconto sull’inflazione, quest’ultima ha raggiunto valori rapportabili alla scala degli anni ’80.

Le banche centrali sono consapevoli di questa situazione, ma probabilmente giocano sul rapporto che intercorre tra politica monetaria, inflazione e debito salvaguardando il principio nominalistico del debito a discapito del suo valore reale. La strategia potrebbe essere progettata su orizzonte temporali utili per ottenere questo risultato. Il percorso di conseguenza non sarà lineare, bensì articolato.

Il riequilibrio dei prezzi delle materie prime in atto rientra pertanto su questa linea strategica e rappresenta un’adeguamento dei valori da inserire temporaneamente nel percorso di valore.

Il ribasso delle commodity industriali a cui si sta unendo quello delle agricole e dell’energia sta spingendo il mercato ad interpretare l’attuale fase come un potenziale rallentamento dell’economia globale. Per tali ragioni è più che plausibile porsi la domanda di cui agli inizi del nostro post: inflazione siamo al picco?

L’andamento delle principali commodity confermerebbe tale ipotesi, con il distinguo sui prezzi dell’energia pagati in Europa per il gas.

Ribasso delle quotazioni delle materie prime e crescita sono quindi variabili correlate direttamente.

Questa settimana avremo il rilascio di una serie di dati sul PIL per Regno Unito, Cina e Singapore, che senza dubbio saranno al centro dell’attenzione. Allo stesso tempo, i dati sulla produzione industriale per Giappone, Eurozona, India, Cina e Regno Unito saranno esaminati per verificare l’ampiezza del rallentamento dei tassi di crescita. I dati sulle vendite al dettaglio e sul sentiment per gli Stati Uniti completerà il calendario macro economico per l’ottava che ci introduce alla prossima ottava quando ritorneranno a riunirsi i consigli della FED e della BCE per deliberare l’annunciato rialzo dei tassi.

I riflettori, tuttavia, sono probabilmente puntati sulla Cina, che ha visto persistere i blocchi nel secondo trimestre, per il quale vengono diffusi i dati sul PIL. Mentre l’ultimo PMI ha rivelato un ritorno alla crescita dopo alcuni recenti allentamenti delle restrizioni COVID-19, la crescita della domanda rimane debole nonostante la politica zero-COVID in corso. Le nostre previsioni attualmente vedono la Cina continentale contrarsi nel secondo trimestre a un tasso trimestrale annualizzato dello 0,17%, portando il tasso di crescita anno su anno allo 0,8%, il più debole dai blocchi pandemici del primo trimestre 2020.

Il Regno Unito pubblicherà le stime del PIL relative al secondo trimestre mercoledì, insieme ai dati sui servizi e sulla produzione industriale, che probabilmente confermeranno il rallentamento economico atteso. Sebbene i recenti dati PMI per il Regno Unito abbiano indicato una crescita dell’attività imprenditoriale, i sondaggi mostrano anche che la crisi del costo della vita ha colpito la crescita della domanda, aumentando il rischio di un’ulteriore contrazione economica del Regno Unito e recessione tecnica nel terzo trimestre.

Il calendario economico degli Stati Uniti prevede nella giornata di venerdì la pubblicazione dell’andamento delle vendite al dettaglio ed del sentiment dei consumatori. I dati sulle vendite al dettaglio saranno analizzati per valutare se l’aumento dei costi del carburante si sia aggiunto alle pressioni sui prezzi e abbia costretto i consumatori a ridurre la spesa, come evidenziato dai recenti sondaggi PMI sui servizi in forte rallentamento e prossimo a quota 50.

L’Eurozona, il Giappone e l’India riporteranno invece i dati sulla produzione. I primi due dovrebbero confermare nelle attese un nuovo calo rispetto alla  contrazione della produzione industriale rilevata negli ultimi mesi. Nel frattempo a differenza di altre aree il settore manifatturiero indiano continua a registrare ottime performance.

INFLAZIONE: abbiamo raggiunto il picco?

I recenti sondaggi PMI hanno messo in evidenza un rallentamento dei costi di input delle aziende al ritmo più significativo degli ultimi quattro mesi, segnalando un raffreddamento dell’inflazione dei prezzi al consumo globale. Mentre la crescita e dei costi di input ha avuto improvvise accelerazioni durante la pandemia, ora sembra incontrare un significativo rallentamento della dinamica. Ciò potrebbe costituire l’inizio di una fase di riequilibrio.

In primo luogo, il recente rallentamento della domanda è maggiore che in qualsiasi momento durante la pandemia a parte la fase in cui erano attivi  i blocchi iniziali  (primavera 2020). Ritorna utile osservare  che il rallentamento dei prezzi delle commodity non è causato dalle misure di contenimento della pandemia.

In secondo luogo, il recente allentamento delle pressioni sui prezzi è associato a una sostanziale moderazione dei ritardi nella catena di approvvigionamento.

In terzo luogo, il raffreddamento della domanda finale è accompagnato da un allontanamento dalla creazione di scorte, che ridurrà ulteriormente la pressione di richiamo della domanda sui prezzi degli input.

In quarto luogo, il recente rallentamento sta determinando un forte calo delle aspettative delle imprese sulle prospettive di crescita, che ora sono scese ai minimi da settembre 2020. È probabile che questo calo della fiducia allevi la pressione sulla domanda di lavoro e sui salari, in quanto oltre ad alimentare una crescita più debole della produzione nei prossimi mesi, contribuirà ulteriormente a ridurre le pressioni sulla domanda di commodity e quindi sui prezzi.

Come sopra evidenziato rimane fuori da queste valutazioni l’incognita che più impensierisce il mondo produttivo: le quotazioni e forniture di gas in Europa.

I prezzi del future benchmark Dutch TTF dopo un consolidamento sopra quota 80 a maggio hanno ripreso a salire violando i nostri trigger di allerta per puntare verso un nuovo (ci si augura) picco tra 185/175 eur mwh. Inutile scrivere che il futuro andamento delle quotazioni è nelle mani della diplomazia, ma volendo osservare una linea più fiduciosa e fuori dagli schemi, pensiamo che prevarrà la logica di mercato. Azzardiamo pertanto l’apertura ad una visione positiva che con il ritorno dei valori sotto 135 euro possa materializzare un nuovo importante ribasso delle quotazioni.  Se ciò incontrerà i nostri auspici non mancheremo di comunicarvi i segnali per tempo.

WB MARKET MOVER MONITORFOREX MARKET

Quanto sopra scritto ci porta a confermare le nostre linee guida sull’andamento del dollaro. Il Dollar Index ha raggiunto il nostro target intermedio a quota 107 (vedi report FX OUTLOOK RISKOO). Lo abbiamo scritto e sostenuto in tempi non sospetti quando la maggioranza degli analisti istituzionali stimavano un recupero significativo per l’euro e quindi un ritorno al ribasso del dollaro.

Il rapporto eur usd invece appare destinato a verificare l’altro target per noi rilevante stimato ancora nell’OUTLOOK 2022 a 0.98 eur usd EVERYTHING MUST CHANGE.

Il mercato sta avvicinando l’area in una condizione di eccesso per cui ci aspettiamo al test  dell’area 0.99/0.98 una reazione dell’euro.

Gli operatori hanno già scontato le due manovre sui tassi attese da  BCE (+0.25%) e FED (+0.75%), in occasione delle riunioni di politica monetaria in calendario il 21 ed il 27 luglio.

Per le valutazioni sugli altri cross chiedete il nostro report dedicato FX RISKOO.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: DOLLAR INDEX TREND CYCLE

COMMODITY PERSPECTIVES

Come indicato nel nostro Outlook WB COMMODITY PERSPECTIVESla tendenza sul comparto rimane tuttora orientata al ribasso con il rame che verifica nelle quotazioni del LME area 7500 usd. le reazione susseguenti al test dell’obbiettivo atteso non modificheranno la tendenza riflessiva delle negoziazioni.

Il Brent ha collaudato area 100 usd/bar come anticipato nelle precedenti settimane, sta reagendo. Tuttavia restiamo dell’avviso che prossimamente avremo un breakout dell’area ed un declino delle quotazioni verso 80 usd/bar.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND CYCLE

Il gas naturale Dutch TTF dopo aver violato i nostri due alert trigger a 96 euro e successivamente 130 a seguito della riduzione dell’offerta russa, ha annullato almeno momentaneamente ogni ipotesi ribassista nel breve. Tuttavia come scriviamo sopra non abbiamo declinato del tutto l’attesa per un ridimensionamento dei valori che in ogni caso matura soltanto con un ritorno sotto area 135 euro.

STOCK INDEX

In un quadro di restrizioni monetarie, rallentamento della domanda i mercati azionari in correlazione con quello delle materie prime tendono a consolidare l’attuale fase riflessiva di cui abbiamo anticipato le tendenze ancora alla fine dello scorso anno. Riteniamo che non sia esaurita tale fase e che l’avversione al rischio possa ancora produrre regressioni nell’ordine del 10/15% sugli attuali valori.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: S&P 500 TREND CYCLE

BOND YIELD

E’ interessante osservare la dinamica dei rendimenti. Le curve confermano lo scenario sopra descritto tracciando un profilo riflessivo evidente anche nel tratto lungo delle duration. Il nostro modello stima una flessione dei rendimenti sul tratto a 10 anni verso 0.75% a breve termine e non esclude ulteriori ribassi a medio. Ciò significa che la nostra view sul 10 Y Treasury yield rimane orientata a verificare ribassi in direzione di 2,50/2.25% a breve, 2% in un orizzonte marginalmente più ampio. In tale contesto pensiamo che i rischi sulla frammentazione dell’eurozona possano progressivamente rientrare a beneficio del BTP.

INFLAZIONE: SIAMO AL PICCO?

WB ANALYTICS: BUND YIELD 10 Y TREND CYCLE

Il mondo economico si divide tra tre fuochi di pressione: da un lato la guerra  e le ripercussioni indotte dagli effetti delle sanzioni; l’inflazione a cui si contrappongono le azioni delle banche centrali ed infine le restrizioni sanitarie in Cina che rimettono in discussione le catene di fornitura.

Sono tre fronti a cui dobbiamo rispondere con attenzione in quanto stanno erodendo il quoziente di fiducia che le aziende avevano accumulato con la ripresa post-Covid.

Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad una serie di interventi restrittivi delle banche centrali a partire dal rialzo dei tassi di 50 bp della Federal Reserve. Inizialmente il mercato ha reagito positivamente dopo la decisione del FOMC,  sia per aver evitato di subire un aumento di 75 punti base (bps), sia per la rassicurazione del presidente della Fed Jerome Powell di non prendere in considerazione aumenti di 75 punti base nelle prossime riunioni. Detto questo, la Fed resta impegnata a frenare l’inflazione e gli ultimi dati PMI hanno suggerito che le pressioni sui prezzi nel settore privato statunitense si sono ulteriormente intensificate ad aprile. Pertanto, i rilasci di CPI e PPI di questa settimana, relativi al mese di aprile, saranno messi a fuoco dagli operatori.

I dati sull’inflazione saranno quindi al centro dell’attenzione a partire da quelli riportati dagli Stati Uniti e dalla  Cina. Avremo inoltre diversi interventi da parte di esponenti della Fed che non mancheranno di rilasciare commenti in materia.

In ogni caso la reazione positiva del mercato azionario americano si è spenta velocemente.  Gli effetti della guerra e delle relative sanzioni, come abbiamo scritto, pesano sul clima di fiducia delle imprese. Le quotazioni delle principali commodity industriali, i metalli,  hanno perso momentum. In particolare l’Alluminio è sceso pesantemente nelle ultime settimane, anche il rame ha violato significativi livelli tecnici. Altri metalli minori, quotati sui mercati a termine a Shanghai e Guangzhou in Cina sono scesi la scorsa settimana. Sul comparto delle commodity aggiorniamo in settimana l’Outlook per verificare quanto gli effetti congiunti della guerra e delle restrizioni sanitarie in Cina stiano modificando i loro trend sottostante.

Tra tutti gli elementi osservati l’unico segmento che non risente dei timori di un rallentamento della crescita è quello energetico. Il Brent oil continua a quotare sopra la linea dei 100 usd/bar, mentre il future sul Natural gas, Dutch TTF, consolida valori tra 95 e105 eur/mwh.

Il surplus della Bilancia Commerciale cinese è ampiamente sceso dai picchi dello scorso mese di marzo. Son crollate le importazioni da un anno a questa parte ma anche le esportazioni hanno subito per il sesto mese consecutivo una significativa riduzione. L’export cinese è passato dal picco di 340,40 miliardi di usd di dicembre ai 273,62 miliardi di aprile. Anche le importazioni hanno subito una significativa decelerazione: da 253,05 a 273,62 miliardi di usd.

La crescita delle esportazioni è stata una componente importante a sostegno della rapida espansione economica della Cina. Negli ultimi anni macchine e mezzi di trasporto hanno rappresentato quasi la metà delle esportazioni totali, in particolare macchine, apparecchi ed elettrodomestici elettrici (14%), apparecchi e apparecchiature per telecomunicazioni e registrazione e riproduzione del suono (12%), macchine per ufficio e macchine automatiche macchine per l’elaborazione dati (8%) e macchinari e attrezzature industriali generali e parti di macchine (5%). Altre importanti categorie di esportazione sono state: manufatti vari (23%), manufatti classificati principalmente per materiale (16%) come filati tessili, tessuti, articoli confezionati (5%), manufatti in metallo (4%) e ferro e acciaio (2%); prodotti chimici e prodotti correlati (6%); e cibo e animali vivi (3%). L’UE e gli Stati Uniti erano le principali destinazioni delle spedizioni cinesi, rappresentando oltre il 15%, seguite da Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Germania, India e Paesi Bassi (3%).

L’export dell’Italia verso la Cina è diminuito a 2,32 bil usd a marzo dal picco di 4,53 bil usd a febbraio 2022.

La principale fonte di importazioni cinesi è stata l’UE (13%), di cui Germania (5%) e Francia (2%), seguite da Corea del Sud, Taiwan, Giappone (8% ciascuna), Stati Uniti e Australia (6% ciascuna ), Brasile (4%), Malesia, Vietnam, Russia e Arabia Saudita (3% ciascuna) e Thailandia, Singapore e Indonesia (2% ciascuna).

Martedì  in Germania il Leibniz Centre for European Economic Research  riporterà le rilevazioni del sondaggio ZEW per il mese di maggio, l’indice sulle rilevazioni economiche prospettiche per l’economia tedesca. Il dato è atteso in contrazione per il secondo mese consecutivo, mentre per quanto riguarda le condizioni contingenti l’indice risulta in contrazione dallo scorso mese di ottobre.

In questo clima ci aspettiamo che la domanda rischi ulteriori rallentamenti.

Il Global PMI relativo sia al comparto manifatturiero che a quello dei servizi evidenzia in prospettiva un’erosione della domanda al punto da pregiudicare la tenuta della crescita globale nel corso del secondo semestre.

Alla base di un sentiment sempre meno positivo vi sono diversi fattori: la crisi dell’offerta (restrizioni Cina) che continua quindi a fungere da importante sostegno ai prezzi, in particolare dei beni; le sanzioni russe che continuano a fungere da supporto ai prezzi globali dell’energia.

Tuttavia, mentre l’aumento della domanda di beni ha contribuito a far aumentare i prezzi all’inizio della pandemia, questa spinta ora sta svanendo. A livello globale, secondo le rilevazioni Markit, i nuovi ordini di manufatti sono leggermente aumentati ad aprile, rappresentando comunque un quadro della domanda strutturalmente più debole. Anche escludendo la Cina, la crescita della domanda su questa misura si è notevolmente indebolita negli ultimi mesi. Pertanto, mentre il lato dell’offerta sta ancora spingendo i prezzi al rialzo, la domanda è diminuita in misura insolita in questo contesto di offerta, suggerendo che i prezzi delle merci potrebbero essere inclini a indebolirsi nei prossimi mesi.

Quanto osserviamo nelle nostre analisi sulla tendenza di diverse commodity confermerebbe tale scenario. In ogni caso, per avere un ridimensionamento più significativo dei prezzi, dobbiamo necessariamente catturare segnali di inversione di tendenza su petrolio e gas, a cascata quindi sull’energia elettrica.

In settimana osserveremo quindi sia l’andamento del future sul Gas, Dutch TTF, sia su quelli del Brent. Per il primo rimane importante il breakout di almeno area 96 eur/mwh, per il secondo quota 100 usd/bar.

WB MARKET MOVER MONITOR

FX Nel nostro streaming INSIDE CENTRAL BANK abbiamo fatto il punto sulle decisioni Fed sostenendo l’ipotesi che da area 1,05 l’eur usd potesse aprire una fase reattiva in direzione di quota 1,0850 in preparazione del meeting della BCE di giungo. Le condizioni di ipercomprato di dollari giustificano, sul piano tecnico, tale attesa. Tuttavia dovremo bilanciare tali condizioni con il rinnovato ritorno (semmai l’avesse  abbandonato) di un clima di avversione al rischio dei mercati azionari.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 19/22

WB ANALYTICS: EUR USD TREND ST

Per tale ragione sarà importante monitorare il range 1,05-1,0650 per cogliere eventuali segnali di riequilibrio del rapporto domanda/offerta e tenuta sostanziale del trend positivo della divisa americana che rimarrebbe orientato a quanto avevamo delineato in un quadro più strategico per il rapporto di cambio euro dollaro sempre durante lo streaming.

Il dollaro conferma la sua forza nei confronti del cny. Il rapporto usd cny, dopo una lunga fase di accumulazione, ha rotto gli indugi ed ha avviato una violenta fase di apprezzamento da 6,35 all’attuale 6,70/75. Ci aspettiamo una breve fase di consolidamento, ma siamo orientati a considerare un ulteriore apprezzamento del dollaro.

Di conseguenza non escludiamo di dover rivedere a breve la nostra view sul rapporto eur cny. La recente costruzione di una base tecnica tra 6,95 e 7,05 potrebbe fare da leva una copertura di posizioni corte di euro tuttora presenti sul rapporto di cambio.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 19/22

WB ANALYTICS: USD CNY TREND ST

COMMODITY L’evento tecnico che stiamo monitorando con maggior interesse si concentra sui prezzi del Gas Naturale europeo. Il TTF continua ad oscillare con un effetto elastico tra 105 e 95 euro (con brevi sconfinamenti sulle code). Come da tempo scriviamo la violazione di 95 euro  aprirebbe una fronte correttivo importante trascinando con se anche i prezzi del PUN, Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica. In questo caso il punto di breakout coincide con l’area 197 eur mwh. Su questo segmento gioca in termini critici la discussione politica ed economica dell’allargamento delle sanzioni alla Russia su  gas e petrolio.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 19/22

WB ANALYTICS FUTURE GAS DUTCH TTF CYCLE TREND

MARKET MOVER MONITOR WEEK 19/22

WB ANALYTICS GME PUN Base ENERGIA ELETTRICA

EQUITY Gli indici azionari hanno aperto la settimana in ribasso sulle piazze asiatiche con riflessi negativi anche su quelle europee. Il nostro scenario di base rimane orientato al ribasso nel breve, con ulteriori ritracciamenti verso i minimi di marzo.  Giocherà un ruolo importante lil collaudo di area 3900 per lo Standard & Poor 500. Se la domanda non sarà in grado di contenere su tale area le vendite attuali i mercati corrono il rischio di approfondire ulteriormente nel breve medio periodo.

EQUITY MARKET

La crisi sanitaria scatenata dalla pandemia nel 2020 ha generato a cascata diversi effetti che hanno messo in discussione il paradigma della globalizzazione: interruzione e sconvolgimenti delle catene di fornitura, intervento monetario delle banche centrali, aumento dei prezzi delle materie prime, cambiamento delle abitudini di consumo del mass market ed infine per diverse ragioni la revisione degli equilibri geopolitici.

Abbiamo assistito alla rimodulazione della globalizzazione con una netta revisione degli equilibri di potenza politica.  Questo processo tuttora in itinere ha spinto le diverse aree economiche a polarizzare i loro interessi di appartenenza economici verso due grandi politi attrazioni: gli Usa e la Cina.

Le faglie tettoniche hanno subito una nuova marcatura della loro geografia aprendo situazioni di crisi che hanno esasperato ulteriormente gli squilibri di cui abbiamo dato evidenza.

I mercati, dopo aver reagito allo shock della pandemia con la forte ripresa innescata grazie all’abbondanza di liquidità messa a disposizione delle banche centrali, stanno ora ricalcolando gli impatti che la rimodulazione delle catene di fornitura, a cui la geopolitica sta sottoponendo le economie avanzate, hanno ed avranno sulla catena del valore, considerando che la transizione ecologica rimane nel breve e medio periodo un acceleratore di tali squilibri.

Per i mercati l’inflazione rappresenta  uno dei prodotti dello sconvolgimento di questo sistema dinamico caotico. Essa sta determinando un campo vettoriale sulla cui traiettoria si stanno indirizzando le linee di policy monetaria delle banche centrali, esattamente come abbiamo descritto nei nostri  rapporti con modalità non lineari. La Fed ha risposto con tempi e meccanica diverse, come pure la BCE e la Bank of Japan.

C’è il rischio che la guerra commerciale si trasformi in una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina producendo ulteriore effetti stagflattivi ad ampio raggio. Il disaccoppiamento sino-americano implica la frammentazione dell’economia globale, la balcanizzazione delle catene di approvvigionamento e restrizioni più severe al commercio di tecnologia, dati e informazioni, elementi chiave dei futuri modelli commerciali.

Tuttavia leggiamo tra le pieghe della contrapposizione situazioni di ambigua interpretazione.

Analizzando i fattori che hanno contribuito a far accelerare l’inflazione emergono in prima linea le commodity e tra queste quelle energetiche. petrolio, gas ed energia elettrica. Questo fenomeno risulta ancor più evidente in Europa. La guerra tra Russia ed Ucraina ha esasperato inizialmente livelli di quotazione non sostenibili dal mondo produttivo.  I picchi del gas russo segnati a dicembre ed agli inizi di marzo sono  stati seguiti da significative correzioni.

Come abbiamo scritto questa settimana il mercato sta leggendo la fascia di prezzo tra 90e 105 eur mwh per il future sul Natural gas Dutch TTF, di fatto il benchmark a cui sono indicizzati i contratti di fornitura, come possibile range su cui calibrare la prossime mosse dei prezzi. La violazione di 90 eur mwh aprirebbe la strada per una correzione significativa dei prezzi. La stessa cosa dovrebbe accadere nel caso in cui il future sul Brent dovesse scendere sotto quota 100 usd/bar.

Il nuovo blocco sanitario imposto in Cina, in particolare nelle aree ad alta intensità manifatturiera e produttiva, a partire da l porto di Shanghai, sta congelando nuovamente tutte le attività di trading commerciale. Le materie prime hanno già subito un primo contraccolpo dal riflusso dei contagi. Lunedì 25 hanno subito un significativo sell_off, altri potrebbero allinearsi nel breve, confermando l’orientamento previsto nel nostro rapporto pubblicato la scorsa settimana, WB COMMODITY PERSPECTIVES. 

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LAG

Questa situazione sta spingendo gli investitori a rivedere le loro posizioni di portafoglio.

Queste considerazioni continuano a mantenere aperte le condizioni di avversione al rischio di cui abbiamo scritto in molte occasioni nei mesi scorsi. Ci aspettiamo una SECOND LOWER LEG, una seconda gamba di ribasso nell’equity market.  Stimiamo per il mercato azionari USA ulteriori ribassi in grado di spingere lo Standard & Poor 500 verso area 3900 con il rischio di assistere ad ulteriori approfondimenti verso 3500 usd. Anche la tecnologia, bandiera della ripresa post pandemia, tendenzialmente affronterà una fase di riequilibrio. Le stime del nostro modello di valutazione calcola obbiettivi tendenziali verso area 11.000 senza escludere il rischio di un a perdita di momentum sino a quota 9000/8700. Gli indici minori ma fortemente sensibili alle dinamiche economiche americane, il Russell 2000 ed il Wilshire 5000 navigano nelle medesime acque.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: SATANDARD & POOR 500

In Europa ci aspettiamo che si replichino le analoghe condizioni con l’Eurostoxx 50 destinato a scendere oltre i minimi di marzo e fissare un nuovo minimo relativo a quota 2900, non nascondiamo condizioni più negative qualora lo scenario dovesse avvitarsi.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50

Dell’ampiezza di questo ribasso ne abbiamo parlato anche lo scorso fine d’anno sostenendo con un ALERT RISK la tesi di uno squilibrio tra fondamentali e condizioni operative delle aziende rispetto alle valorizzazioni che all’epoca i mercati esprimevano.

L’inversione della curva dei tassi USA.

I rendimenti dei Treasury americani sono scesi al di sotto di quelli triennali. L’inclinazione della curva potrebbe rispondere alle attese di una fase di rallentamento significativo della crescita, confermando un ciclo di forte correzione dei mercati azionari. Ciò non esclude in futuro una  possibile revisione dell’attuale impostazione della politica monetaria della FED con un potenziale ritorno dei tagli dei tassi   tra metà 2024 e 2026.

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: US – UEM – UK YIELD CURVE

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: NASDAQ COMP

EQUITY MARKET: SECOND LOWER LEG

WB ANALYTICS: RUSSELL 2000

 

Con i market movers di questa settimana si ritorna a guardare i fondamentali. In particolare i mercati attendono le prime stime flash sull’andamento del GDP relativo mal primo quarter del 2022 in Usa ed Eurozona, a seguire Corea del sud e Taiwan.

Le attese fanno riferimento alle previsioni aggiornate che tradizionalmente il FMI pubblica ad aprile di ogni anno. C’è stata una netta revisione al ribasso nelle stime di crescita per il 2022 e 2023. Le cause sono note e principalmente imputabili agli effetti della crisi nell’est Europa. A queste si sono aggiunti i più recenti ritorni ai blocchi sanitari imposti dal Governo cinese a Shanghai ed in altre significative zone industriali del Paese.

Nel nostro ultimo rapporto sull’andamento delle quotazioni delle commodity industriali, abbiamo messo l’accento sull’importanza del ritorno alle restrizioni sanitarie in Cina. Contribuiscono a raffreddare i commerci e gli scambi in un’area cruciale. Il probabile impatto degli ultimi blocchi cinesi sul commercio e sui ritardi della catena di approvvigionamento nei prossimi mesi, potrebbe avere minori impatti sulle pressioni nei prezzi globali. I futures sui metalli primari e minori, quotati al Shanghai Future Exchange ed  al Zhengzhou Commodity Exchange, stanno confermando nelle aperture di settimana quanto scritto nel nostro Outlook per il mese di maggio.

GDP MARKET MOVERS

I dati sul GDP Usa per il primo quarter , in calendario giovedì,  vedono attese di crescita al 1,1%, venerdì sarà Eurostat  a pubblicare i dati sul GDP del primo trimestre 2022 il cui consenso stima una crescita dello 0,3%.

Nei market movers , gli ultimi sondaggi flash PMI evidenziano un rallentamento del comparto manifatturiero in Europa contro una tenuta di quello statunitense. I servizi hanno retto meglio le pressioni esercitate dall’incertezza economica unita a quelle sull’inflazione. Nel frattempo le banche centrali hanno posto particolari accenti sulla loro intenzione di alzare i tassi di interesse: La Fed è attesa per una chiamata al rialzo nella prossima riunione di martedì 3 – mercoledì 4 maggio di 50 bp. La Bce, dopo aver sostenuto la tesi di un incremento transitorio dell’inflazione sta ora rimodulando il suo messaggio, ponendo l’accento su una maggiore persistenza dell’inflazione a causa degli effetti della guerra. Di conseguenza sono aumentate le voci, soprattutto la dialettica all’interno del variegato Consiglio, per un aumento dei tassi prima dell’autunno, probabilmente a luglio. Sul tema la nostra posizione rimane ancora conservativa, soprattutto nel caso in cui maturino le condizioni tecniche sotto esposte.

Pensiamo che mentre l’inflazione continuerà a monopolizzare il dibattito mediatico sui temi economici,  sui mercati possa prendere corpo una correzione significativa dei prezzi di tutti i risky_ asset.  Ne avevamo anticipato i segnali nelle scorse settimane. C’è stata una tregua generata dal recupero dei prezzi, più di natura reattiva che non costruttiva. Pensiamo che l’avversione al rischio, generata dapprima dall’impostazione restrittiva della Fed, poi dall’incertezza prodotta dalla guerra in Ucraina a cui si aggiunge ora il blocco delle attività in aree cruciali della Cina, ritorni a governare l’andamento dei mercati.

I PREZZI DELL’ENERGIA RIMANGONO AL CENTRO DEI MARKET MOVERS

Una potenziale fonte di allentamento delle pressioni sui prezzi potrebbe provenire dal petrolio. Mentre la guerra in Ucraina ha esercitato una pressione al rialzo sui costi del petrolio e dell’energia, è possibile che una qualche attenuazione di questa pressione possa derivare da un rallentamento dell’economia manifatturiera globale. Come mostra il nostro grafico sottostante, il prezzo del petrolio è aumentato molto più di quanto sia coerente con l’attuale espansione manifatturiera globale, con i dati PMI di marzo che mostrano che solo due terzi di tutte le economie coperte dai PMI registrano un aumento della produzione, che in ogni caso risulta in calo rispetto ai valori registrati alla fine dello scorso anno. Se questa debolezza si diffonde ulteriormente, i prezzi di materie prime come il petrolio potrebbero solo deviare ulteriormente dai fondamentali della domanda.

PETROLIO

Sul mercato delle materie prime abbiamo fissato nel range 112 -100 usd/bar per i future sul Brent oil, l’area di definizione di un set up propedeutico proprio all’avvio di una correzione. La tenuta nelle ultime settimane di questa banda ci porta a considerare con maggior fiducia l’ipotesi che anche il petrolio possa aprire una finestra correttiva in grado di spingere i valori verso area 92 ed a seguire 80 usd/bar. Il nostro algoritmo ADVANCE CYCLE quota in territorio negativo già da quattro settimane, ovvero da quando i prezzi sono scesi da quota120 usd/bar.

MARKET MOVERS

WB ANALYTICS: BRENT OIL TREND

EQUITY MARKET

Su tale scia ci aspettiamo una nuova gamba di ribasso nei mercati equity ed in modo selettivo anche in quello delle commodity in generale, ovvero confermiamo quanto avevamo indicato nel nostro web streaming, INSIDE CENTRAL BANK,  che abbiamo tenuto dopo la chiusura della conferenza stampa di Christine Lagarde a margine del Consiglio direttivo del 16 aprile. La chiusura di venerdì scorso ha riportato a galla tale scenario.

Stiamo stimando per lo Standard & Poor 500 un nuovo ribasso che possa spingere i prezzi oltre i minimi di marzo. Al momento il nostro modello di valutazione mette in evidenza due potenziali obbiettivi a 3930 ed in successione non escludiamo 3500. In precedenza avevamo fissato una stima a 3600 usd.

Per l’indice benchmark del mercato equity europeo le valutazioni rimangono ancora orientate a rivedere i minimi di marzo con il rischio di un ulteriore coda verso area 3000 euro.

GAS FUTURE DUTCTH TTF

Nel nostro quadro congetturale stiamo ipotizzando anche un ridimensionamento dei prezzi del gas importato dalla Russia. Attendiamo con ansia la violazione di area 90 delle quotazioni del future Ducth TTF all’ICE, come già indicato nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES di maggio per poter sciogliere ogni riserva. Per le banche centrali il movimento riflessivo dei prezzi di petrolio e gas, di conseguenza anche dell’energia elettrica,  costituirebbe una auspicabile provvidenza, in quanto il maggior contributo al rialzo dell’inflazione proviene proprio dai prezzi energetici.

Il quadro dei dati economici in calendario vedrà proprio venerdì l’aggiornamento ufficiale dell’inflazione per l’eurozona. Si riferisce al mese di aprile: l’attesa è per un dato che stabilizzi il picco precedente a 7.4%. Non ci saranno quindi ancora i riflessi regressivi dei prezzi ma un sostanziale consolidamento del picco.

La lettura dei dati macro della settimana sarà quindi importante per definire il quadro d’insieme, soprattutto se unita all’andamento del PMI cinese in calendario il prossimo sabato. Le attese sono orientate ad una rilevazione inferiore a quota 50. Si confermerebbe per il secondo mese consecutivo un dato recessivo a tutta detrizione dei corsi sulle commodity.

Ritornando invece sulla lettura del GDP USA, attesa in moderata crescita dal mercato,  è bene considerare che la stima del modello GDPNow, elaborato dalla FED, per la crescita del PIL reale (tasso annuo destagionalizzato) nel primo trimestre del 2022 è dell’1,3%. L’ultimo aggiornamento risale all’elaborazione del 19 aprile, rispetto all’1,1% del 14 aprile. Dopo i recenti comunicati del Federal Reserve Board of Governors e dell’US Census Bureau , la stima attuale della crescita degli investimenti interni privati ​​lordi reali del primo trimestre è aumentata da -0,8% a 0,1%.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 17/22

Per quanto riguarda gli impegni ufficiali  delle banche centrali il calendario prevede soltanto un’unica riunione della Banca centrale del Giappone. Sebbene non siano previste modifiche sul fronte della politica monetaria, le proiezioni della banca centrale saranno esaminate con attenzione in quanto la recente svalutazione del jpy non è del tutto gradita al Board.

Sul fronte dei mercati valutaria abbiamo assistito dapprima al breakout tecnico di area 1.0850 di eur usd. successivamente il mercato ha collaudato l’evento tecnico proponendo un ritorno delle contrattazioni proprio su tali livelli. In linea con quanto avevamo previsto nell’INSIDE CENTRAL BANK del 16 aprile, il test si è concluso a favore del dollaro aprendo una nuova finestra operativa che dovrebbe portarci verso il secondo degli obbiettivi stimati per il cambio nel corso di quest’anno nel nostro FX OUTLOOK 2022 .

MARKET MOVERS WEEK 17/22

WB ANALYTICS: EUR USD ST

 

Nel fine settimana diverse fonti istituzionali e governative  hanno lanciato inevitabili allarmi negativi sul fronte economico. Le ricadute della guerra hanno fortemente raffreddato la crescita attesa per l’anno in corso.

Banca d’Italia venerdì ha stimato che l’economia ha subìto nel primo trimestre dell’anno una battuta d’arresto dello 0,7% e la produzione industriale una flessione del 2%.  Analogo monito nel fine settimana è arrivato anche dall’ufficio studi di Confindustria secondo cui la produzione è scesa a marzo dell’1,5% con un calo nel primo trimestre di 2,9% rispetto al quarto trimestre. Anche l’economia tedesca potrebbe aver accusato una regressione della crescita all’1,4%-1,5% quest’anno rispetto al 2,7% del 2021, secondo il ministro del Lavoro Hubertus Heil.

Delle ricadute della crisi ucraina si parlerà inevitabilmente al Consiglio europeo degli Affari Esteri a Lussemburgo durante il quale però non si discuterà formalmente dell’embargo sul petrolio russo.  Il presidente del Consiglio Ue Michel ha detto che di energia e di Ucraina si parlerà in un summit straordinario il 30 e 31 maggio.

In Eurozona l’energia costituisce il principale motore di divergenza non soltanto sotto il profilo politico, bensì anche  per l’impatto inflativo che produce  tra i vari paesi, conseguente al mix energetico di approvvigionamento degli stessi. E come sappiamo i prezzi dell’energia, del gas in particolare, sottendono alla crisi geopolitica nell’Est Europa.

Le iniziative diplomatiche per portare ad un tavolo Ucraina e Russia sono ora promosse dal cancelliere austriaco Karl Nehammer, recatosi sabato a Kiev per incontrare Zelensky, oggi a Mosca per incontrare Putin. Si tratta del primo leader Ue impegnato in un faccia-a-faccia con l’omologo russo.

L’inflazione rimane il principale problema economico che le banche centrali devono affrontare

Le ripercussioni della crisi, unite ai postumi della pandemia, continuano ad esacerbare le dinamiche inflative su scala globale. Questa settimana si riuniranno diversi consigli di banche centrali a partire dalla BCE. Seguiranno Canada, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Singapore, tutte impegnate ad affrontare un potenziale rialzo dei tassi.

Negli Usa verranno pubblicati dati sull’inflazione di marzo come pure nel Regno Unito e nella Cina continentale. Sempre gli Stati Uniti riporteranno i dati sulle vendite al dettaglio e la produzione industriale.

Con la Fed fermamente concentrata sulle preoccupazioni per l’inflazione, secondo gli ultimi verbali della Fed FOMC di marzo, i dati sull’IPC pubblicati negli Stati Uniti saranno al centro dell’attenzione degli operatori. Per quanto suggerito dai dati PMI di marzo, i prezzi di vendita delle aziende statunitensi hanno continuato a salire durante il mese scorso, registrando l’aumento più marcato dall’inizio della raccolta dei dati nell’ottobre 2009. Allo stesso modo, le aspettative di consenso indicano un’inflazione con una crescita più robusta dovuta anche in questo caso dagli effetti della guerra in Ucraina e dal conseguente aumento dei prezzi delle materie prime. Ad accompagnare gli aggiornamenti dei dati CPI e PPI ci saranno, durante la settimana, i consueti commenti dei governatori della Fed. Questi tenderanno a preparare il mercato ad un più veloce ritiro degli stimoli monetari anche attraverso il Quantitative Tightening, già discusso nell’ultimo Fomc di marzo.

Nel frattempo, pensiamo che altre banche centrali seguiranno l’esempio della Fed nell’assumere una posizione policy monetaria più aggressiva . In particolare, si prevede che la Bank of Canada (BoC) e la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) nel loro meeting di questa settimana, aumenteranno i tassi di interesse. La BoC potenzialmente potrebbe chiamare un rialzo di 50 bp..

La Banca centrale europea (BCE), che riunisce il Consiglio giovedì,  diversamente da quelle di estrazione anglosassone non dovrebbe toccare i tassi. Eventuali mosse sono previste in autunno. Tuttavia i commenti di Christine Lagarde, in conferenza stampa a partire dalle 14.30, saranno oggetto di valutazione da parte del mercato. Copriremo l’evento con la diretta in web streaming, INSIDE CENTRAL BANK,  alle ore 16.00, dopo la chiusura della conferenza stampa,  con le analisi di Wlademir Biasia. (Per ricevere l’invito basta iscriversi cliccando il seguente link).

Per chi ha posizioni in dollari di Singapore, sarà interessante seguire anche la riunione dell’Autorità Monetaria di Singapore (MAS).

Infine, l’Inghilterra e Singapore  pubblicheranno i dati sul PIL: entrambe le regioni continuano ad evidenziare una tenuta della crescita, nonostante le indicazioni di un rallentamento globale, particolarmente sentito nelle aree Ue, Cina e Giappone.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 15/22

GLOBAL PMI COMPOSITE CONSENSUS

WB MARKET MOVER MONITOR

COMMODITY

Il nuovo lockdown imposto a Shanghai sta riducendo sensibilmente le attività di trading commerciale da e per la Cina. Il porto paralizzato impone un nuovo brusco raffreddamento degli scambi commerciali, di fatto provocando un nuovo possibile allentamento delle quotazioni di molte commodity. Il PMI cinese è sceso sotto quota 50 sia per il comparto servizi che per quello manifatturiero. L’indicatore Expected Future Output sta scendendo anch’esso in linea con Giappone ed Eurozona. Potrebbe essere il segnale che anticipa una discesa dei corsi delle commodity. Nell’analisi flash che riportiamo i valori delle principali commodity quotano tutti a ridosso di aree di supporto tecnico significative nonostante le tensioni inflative presenti.

ENERGY Ci sono molti temi da seguire questa settimana sui mercati: materie prime, forex con i rilessi sul mercato azionario ed obbligazionario.

Iniziamo dalle materie prime mettendo a fuoco l’andamento del comparto energia. Il Brent future sta scivolando verso la nostra area di verifica della tenuta del ciclo rialzista. Stiamo seguendo le negoziazioni nel range 108/98 usd/bar. Si auspica il breakout di 98 usd per avere un vero segnale utile per la costruzione di una correzione dei prezzi. Tale indicazioni fornirebbe utili riflessi all’andamento dei prezzi del gas e quindi dell’energia elettrica. Di conseguenza abbiamo messo a fuoco nell’ordine per il future sul gas europeo Dutch TTF 98/108 eur/mwh, sul prezzo unico nazionale dell’energia elettrica, GME PUN, area 215/195 eur/mwh.

Al momento rileviamo segnali incoraggianti in termini di perdita di momentum, utili per proseguire la fase correttiva delle quotazioni avviata nella seconda metà di marzo.

METALLI INDUSTRIALI Osservando le negoziazioni al LME rileviamo alcuni segnali significativi. Le quotazioni del Rame al LME stanno logorando il livello lungo il quale avevano definito la supply line nell’ultimo anno. Tale livello transita questa settimana in area 10000 usd/ton, siamo di fronte ad un potenziale segnale distributivo utile per definire, a seguito di un breakout, l’apertura di una fase correttiva. Estendiamo le medesime valutazioni  per l’Alluminio: i prezzi stanno collaudando un ‘importante area tecnica a 3250 usd.  Nell’immediato ci aspettiamo un rimbalzo, ma senza escludere un ritorno dei valori su tale area la cui violazione darebbe il via ad una significativa correzione.

Diverse sono le valutazioni per l’Acciaio prodotto in Europa. I prezzi che si sono formati dopo l’invasione dell’Ucraina hanno subito un significativo apprezzamento. Ci sono timidi segnali correttivi, ma per poter rilevare un ritracciamento più significativo dovremmo avere la conferma di una correzione dei prezzi energetici (vedi sopra) ed una riapertura delle produzioni nell’est europa.

FOREX La BCE focalizzerà l’attenzione dei trader, come pure il dato sull’inflazione USA. Come scritto la scorsa settimana ci aspettiamo una reazione del cambio eur usd. Il ritorno degli scambi sopra 1,0935 alimenta tali attese che per il momento rimangono limitate su ritorni in direzione di area 1,10/1,1035. In ogni caso le aspettative per una linea policy monetaria divergente continua a mettere a fuoco il ruolo strategico si area 1,0850 eur usd. La rottura, che annullerebbe le deboli attese per un ultimo rimbalzo, rimane vincolata alle indicazioni che fornirà il governatore Lagarde in conferenza stampa.   Il dollaro allunga nuovamente sullo yen oltre area 125. La tenuta del livello apre la via per un possibile movimento di medio termine in direzione di 130 usd/jpy. Abbiamo visto un consolidamento del dollaro anche nei confronti del cny. Le negoziazioni dovrebbero affrontare presto l’area 6,40 usd/cny con possibilità di fissare un break up.

In vista della riunione del Bank of Canada e della MAS, Monetary Authority of Singapore, il dollaro canadese dovrebbe subire un ritracciamento dei valori in direzione di area 1,40, come pure quello di Singapore dove ci aspettiamo una reazione dell’euro verso area 1,51.

EQUITY I mercati azionari continuano a guardare con più interesse ai ripetuti tavoli che si aprono tra Ucraina e Russia alla ricerca di un accordo. L’ennesima iniziativa, sostenuta dal cancelliere austriaco, sta favorendo una reazione degli indici azionari europei. Tuttavia rimaniamo piuttosto scettici sulla possibilità che i valori possano costruire un nuovo segnale di rialzo. Gli investitori stanno osservando il comportamento degli scambi delimitando la reazione a quota 3950 per l’Eurostoxx 50. La volatilità rimane ancora elevata e vulnerabile a nuove accelerazioni lo Standard & Poor 500 dovesse cedere quota 4450 in settimana.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 15/22

WB ANALYTICS: EUR USD ST

 

Dopo la grande ubriacatura sull’imminente avvio del ciclo rialzista dei tassi di interesse, dove si sono alternate voci ed aspettative sul numero ed ampiezza delle singole chiamate, gli operatori dovrebbero ritornare a considerare l’altra faccia della luna in un mondo in cui, benché l’inflazione incalzi le banche centrali,  il rischio di un rallentamento della crescita potrebbe risultare più concreto di quanto non sia atteso.

I recenti sondaggi sulla fiducia delle imprese su scala globale elaborati da Markit, hanno mostrato che la crescita economica mondiale è scesa al livello più basso da un anno e mezzo a gennaio. I dati settoriali dettagliati dell’indice PMI rivelano come i settori a contatto con i consumatori siano stati i più colpiti dal rallentamento a causa della variante Omicron, con il turismo e le attività ricreative che hanno registrato la flessione di gran lunga più marcata. Molti altri settori hanno visto il trend della produzione deteriorarsi durante il mese a causa della diffusa carenza di personale e materiali.  C’è comunque la convinzione che quest’ultimi possano rimbalzare velocemente una volta esaurita la diffusione dei contagi e soprattutto dopo il ritiro dei blocchi sanitari.

I grafici mettono chiaramente in evidenza la recente perdita di momentum generalizzata rispetto all’andamento rilevato lo scorso dicembre.

MARKET MOVER MONITOR WEEK 8/22

GLOBAL PMI AREA & SECTOR OUTPUT GENNAIO 22 [FONTE MARKIT JP MORGAN]

 Martedì e mercoledì Markit pubblicherà i nuovi  dati flash per il mese di febbraio. Le attese per l’Eurozona e gli Stati Uniti non evidenziano ulteriori rallentamenti rispetto al dato di gennaio. Per il Giappone e l’Australia invece il consensus prevede un ulteriore rallentamento, come pure in Gran Bretagna.

Markit riporterà anche il dato PMI per Francia e Germania: le attese confermano un rallentamento per il segmento services ed un consolidamento per il manufacturing.

La carenza di materiali rimane diffusa, ma in media si attenua
La produzione sia nel settore manifatturiero che nei servizi è stata spesso limitata dai continui ritardi nella catena di approvvigionamento. Il numero di aziende in tutto il mondo che hanno riferito che la produzione era limitata dalla carenza di materiali ha continuato a crescere a 2,3 volte la media di lungo periodo, un rapporto superiore a qualsiasi cosa vista prima della pandemia. Tuttavia, questo è in calo da un massimo di 3,4 dello scorso ottobre, al culmine delle interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla variante Delta.

L’allentamento del numero di vincoli di produzione dovuti alla carenza di materie prime, nonostante l’aumento della variante Omicron, fornisce notizie incoraggianti sulla catena di approvvigionamento, sebbene chiaramente la situazione generale rimanga quella di ritardi nella catena di approvvigionamento che limitano la capacità operativa.

Sempre martedì avremo il dato IFO per la Germania. Le stime prevedono un ulteriore incremento dell’indice che riporta il – clima di fiducia – dopo il leggero rimbalzo di gennaio.GERMAN IFO INSTITUTE

WB ECONOMICS: IFO BUSINESS CLIMATE DATA

GERMAN IFO INSTITUTE

WB ECONOMICS: GERMAN IFO INSTITUTE GROWTH MODEL FORECAST

In questa fase i dati sulla crescita saranno attentamente analizzati dalle banche centrali e rapportati all’andamento dell’inflazione per approntare l’azione di policy monetaria. Pertanto continueremo a mettere in relazione tali fattori per identificare il grado di severità con cui i consigli affronteranno l’attuale contesto inflazionistico.

I mercati stanno prendendo sul serio l’atteggiamento più risoluto delle banche banche centrali. Rispetto all’ultimo semestre dello scorso anno, dove privilegiavano un comportamento autoreferenziale, gli investitori stanno considerando seriamente il rischio prodotto da un potenziale ciclo restrittivo. Nelle ultime settimane c’è stata a nostro avviso una ubriacatura delle aspettative sui rialzi dei tassi. Alcune banche di primario standing si aspettano nientemeno che la Fed operi sette rialzi nel corso dell’anno, la BCE almeno due chiamate.

Noi siamo ancora dell’avviso che la Fed procederà con cautela, come pure la BCE. Il nostro scenario di base rimane orientato ad un’azione immediata della FED con tre rialzi ed uno eventuale della BCE in autunno. Molto dipenderà dall’andamento dei prezzi dell’energia: per gli Usa faranno fede le quotazioni del petrolio, per l’Uem quelle del gas importato dalla Russia.

WB MARKET MOVER MONITOR

COMMODITY ENERGY NATURAL GAS TTF [THE ICE]  Il forte deterioramento della situazione sulla linea di contatto nel Donbass sarà al centro dell’attenzione per comprendere gli sviluppi del confronto tuttora aperto tra i vari schieramenti in campo. I trader sul gas  la scorsa settimana avevano spinto nuovamente i prezzi del future sul NG Dutch TTF verso l’area 75/76 eur/mwh dopo la discesa precedente sotto quota 70 euro. La chiusura di venerdì ci è parsa nel segno di un rinnovato ammorbidimento delle tensioni.

Sarà importante che i prezzi defluiscano sotto quota 75 e riprendano ascendere per confermare lo scenario che da oltre due mesi riportiamo nei nostri post. Quest’oggi si guarderà a quota 70 come pivot point per cogliere le necessarie conferme in grado di dissipare ciò che le notizie farebbero supporre.  Per la giornata di lunedì e martedì ci aspettiamo oscillazioni comprese tra 75 e 67 eur.

In prospettiva, dovendo navigare in un ambiente fortemente contaminato dalla disinformazione, dobbiamo affrontare il percorso delle negoziazioni  assicurandoci che i passaggi tecnici confermino, passo per passo, i segnali che ci stanno conducendo verso l’area 55 eur/mwh dove collochiamo l’obbiettivo successivo alla violazione di area 70/67 euro.

– BRENT OIL [IPE] La scorsa settimana abbiamo fissato a quota 91 il primo trigger sotto il quale catturare un iniziale segnale di allentamento della forza del trend rialzista che sta governando le quotazioni del greggio. Tuttavia per imprimere una direzione più sostanziale alla correzione che ci aspettiamo dovremmo attendere la violazione al ribasso di area 85 usd/bar. E’ questo percorso che analizzeremo nel corso della settimana in sovrapposizione alle trattative sull’accordo nucleare con l’Iran.

FOREX – EUR USD Gli scambi continuano ad oscillare all’interno di una congestione causata dal posizionamento del mercato in merito alle attese di policy monetaria che le due principali banche centrali, FED e BCE, stanno alimentando. Il mercato ascolta ogni singola dichiarazione rilasciata dagli esponenti dei rispettivi board e ne proietta i contenuti sui prezzi. C’è una componente piuttosto significativa che si aspetta decisioni significative da parte della BCE a marzo, mantre per quanto riguarda il flusso delle informazioni relative alla Fed si discute sull’ampiezza del rialzo dei tassi. Il braccio di ferro ha formato una resistenza in area 1,14 ed un supporto 1,1280 eur usd. La distribuzione dei prezzi è altresì correlata all’andamento dei mercati azionari.

Segnali di ulteriore debolezza dei corsi azionari tendono a spostare i flussi in uscita verso le monete di parcheggio a partire proprio dal dollaro.

EQUITY – I principali indici azionari sono e stanno ritornando a collaudare i livelli che da mesi segnaliamo come aree estremamente critiche: in sintesi sono quota 4300 per lo Standard & Poor 500, quota 4050 per l’Eurostoxx 50. A conferma di quanto scritto nel nostro Outlook 20/22, EVERYTHING MUST CHANGE,  il percorso da noi atteso rimane orientato al ribasso secondo le ampiezze segnalate agli inizi di febbraio

GOVERNMENT BOND – Il rendimento 10 anni BTP è parzialmente sceso dai massimi fissati al 2% il 15 febbraio. La discesa potrà tradursi in un segnale più concreto soltanto nella condizioni in cui si dovesse violare quota 1,75.  lo spread rimane ancora ampio e sotto pressione. Pertanto soltanto un ridimensionamento del 10 anni Bund può mitigarne l’andamento del rendimento sul BTP. Tale ridimensionamento, atteso al momento non oltre quota 0,15%, può migliorare la situazione scendendo nuovamente verso quota 0%.

Con la scorsa ottava si è chiusa la prima sequenza di incontri di consigli delle più significative banche centrali: FED, BoE e BCE.

Al segnale restrittivo confermato dalle prime due si è aggiunto anche quello della BCE. Christine Lagarde ha gestito la conferenza stampa, seguita al Consiglio, in modo piuttosto ambiguo rispetto ai contenuti dello statement rilasciato alla conclusione del Baord. I mercati, lunghi sul dollaro, hanno in parte operato uno short squeeze  sull’euro spingendo il cambio oltre quota 1,14.

Questa settimana avremo la lettura aggiornata dei dati sull’inflazione USA per il mese di gennaio. L’attesa riporta un consensus pari al 7,3% in rialzo rispetto al precedente mese fissato al 7%. La conferma rianimerà ulteriormente l’aspettativa sul rialzo dei tassi a marzo da parte della FED.

Anche in Germania avremo il rilascio dei dati sull’inflazione: l’attesa stima un ribasso del tasso tendenziale annuo dal 5,3%  al 4,9%.

BCE – In un svolta che apre la porta ad un rialzo dei tassi già quest’anno, la presidente Bce ha preso atto senza mezzi termini, per la prima volta, che i rischi di inflazione nel blocco puntano verso l’alto. La lettura di gennaio ha consegnato un +5,1% annuo. Lagarde ha aggiunto che Francoforte non si affretterà ad applicare una stretta, ma non ha escluso esplicitamente che tale evenienza possa concretizzarsi già nel 2022.

In un’intervista ieri alla tv olandese, Klaas Knot – membro del board noto per le sue posizioni decisamente hawkish – ha previsto un rialzo nel quarto trimestre dell’anno, aggiungendo che il programma di acquisti dovrebbe essere invece concluso il prima possibile. Attualmente la Bce ha in programma di portare il piano di acquisti a 40 miliardi mensili nel secondo trimestre e a 30 nel terzo per poi proseguire con 20 miliardi mensili. Il mercato seguirà con attenzione il meeting di marzo quando, oltre al possibile ricalibramento, arriveranno anche le nuove stime macro per l’anno in corso.
Alcuni analisti pensano che il possibile prevalere dei falchi in seno al consiglio potrebbe portare ad accelerare troppo l’inasprimento monetario, in una scelta politica, tesa anche a placare l’opinione pubblica preoccupata dall’aumento dei prezzi, che avrebbe con sé un alto rischio d’errore.
I mercati,  già non allineati con l’attuale guidance ultra-dovish Bce, hanno rafforzato intanto le attese di un irrigidimento, passando a prezzare un primo ritocco verso l’alto di 10 punti base già a giugno, per un totale di 50 punti entro dicembre che porterebbe allo 0% il tasso sui depositi. Il presidente Christine Lagarde riprenderà la parola questo pomeriggio, in un’audizione alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo.

FED – Anche sul fronte Fed si fanno sempre più intense le prospettive di stretta, soprattutto dopo i numeri decisamente sopra il consensus giunti la scorsa settimana sull’occupazione Usa, nonostante il dilagare di Omicron. Il mercato sconta un ciclo di cinque incrementi per quest’anno, il più rapido dal 2005-2006, che potrebbe aprirsi a marzo con un +25 pb anche se alcuni analisti non escludono un +50.

Come scritto saranno cruciali in questo senso le statistiche sull’inflazione in calendario giovedì, che dovrebbero evidenziare, secondo le previsioni, un indice annuo ancora in salita al 7,3%.

Le principali banche centrali mondiali stanno per intraprendere “il più grande quantitative tightening della storia”: saranno 2.200 i miliardi di dollari di stimolo che verranno ritirati dai mercati nei prossimi 12 mesi.

L’euro dollaro sarà quindi oggetto di una certa volatilità. Le parole del Presidente della BCE hanno confuso l’opinione dei mercati sulle possibili mosse che il Board potrebbe deliberare nel futuro prossimo. Alcuni operatori si aspettano  sino a due rialzi dei tassi da parte della Banca centrale europea nel corso dell’anno.

WB MARKET MOVER MONITOR

WB MARKET MOVER MONITOR WEEK
FOREX MARKET

In virtù di questa nuova impostazione dovremo capire come i nuovi equilibri impatteranno sul cambio. Questa settimana ci focalizzeremo quindi sulla verifica iniziale di area 1,1390 ed eventualmente 1,1340 eur usd per un test sulla tendenza dominante. L’esito del collaudo della fascia indicata ci consentirà di fare il tagliando sul trend dopo il cambiamento di prospettiva emerso dopo la conferenza stampa di Christine Lagarde. Ritorni delle quotazioni sotto 1,1340 eur usd dovrebbero riportare nuovamente denaro sul dollaro. Diversamente la tenuta di 1,1390/80 dovrà essere letta come possibile segnale di variazione del trend che dallo scorso gennaio del 2021 abbiamo letto in termini riflessivi.

WB ANALYTICS: EUR USD SHORT TERM

WB MARKET MOVER MONITOR ANALYTICS: EUR USD SHORT TERM

La scorsa settimana la Bank of England ha chiamato per la seconda volta da dicembre il rialzo dei tassi di riferimento, portandoli allo 0,5%. Era dal 2004 che la BoE non alzava i tassi d’interesse. Stiamo monitorando l’area ,85/,84 per catturare eventuali segnali di inversione del trend dominante che secondo il nostro modello continua a rimanere a favore del pound.

WB ANALYTICS: EUR GBP LONG TERM

WB MARKET MOVER MONITOR ANALYTICS: EUR GBP LONG TERM

EQUITY MARKET

Nei prossimi giorni avremo altre importanti verifiche: innanzitutto vogliamo capire se i mercati azionari tenderanno a premere ulteriormente il piede sui realizzi. Da inizio anno prevale un segno di avversione al rischio. Gli indici azionari sono scesi in direzione dei livelli indicati nel nostro Outlook 20/22. Le fasce di prezzo segnalate, 4400/300 S&P 500, 4050 per Eurosotoxx 50, costituiscono un importante barriera da cui abbiamo già visto una reazione ma non ancora sufficiente da allontanare il timore che il ritorno su tali livelli possa produrre un pesante breakout  ed imporre l’esecuzione di stop loss in grado di produrre ulteriori vendite.

I segnali di rallentamento della crescita che si sono innestati recentemente, uniti a politiche monetarie restrittive propendono per un breakout. Temiamo che lo Standard & Poor 500 possa cercare nuovi equilibri tra domanda ed offerta in area 3800/3600 con un target intermedio a 4000. La violazione di quota 4300/250 conferma lo scenario atteso. Ciò significa che l’Eurostoxx 50 collauderà nelle prossime ore la fascia 4080/50. La violazione del livello aprirà una finestra di riequilibrio verso 3900 e successivamente 3700/650.

L’avversione al rischio tenderà a stemperare in parte il timore che le banche centrali possano agire in modo aggressivo sul piano monetario. Tuttavia, sullo sfondo, permarrà comunque l’attesa per i rialzi dei tassi annunciati.

COMMODITY MARKET

Lo scenario descritto nel MARKET MOVER MONITOR WEEK, riporta l’attenzione su altri interrogativi aperti le cui risposte sono fortemente attese dalle aziende manifatturiere: l’andamento dei prezzi delle materie prime e dell’energia.

Partiamo dal gas naturale importato dalla Russia. Come noto i prezzi sono oggetto di forti speculazioni sui rischi che le tensioni diplomatiche tra Nato-Usa e Russia possano scivolare sul piano militare. Noi, al momento,  non riteniamo tale opzione plausibile. Lo affermiamo in forza del fatto che il mercato, nonostante il racconto mediatico sempre fermo sull’ipotesi di un’invasione imminente dell’Ucraina da parte dei Russi, abbia accompagnato tale narrazione quotando prezzi nella fascia bassa del modello di prezzi che rileviamo dallo scorso autunno. Se i traders temessero l’ipotesi di un’invasione, quoterebbero il future sul Dutch TTF a ridosso di quota 100/105 eur/mwh. Invece i valori continuano a sostare sopra quota 75 euro.   Come scriviamo nei nostri report dedicati al tema, quota 75 rappresenta lo spartiacque tra la tendenza rialzista dei prezzi e l’avvio invece, in caso di breakout,  di una correzione ampia e definitiva delle quotazioni verso area 25 eur/mwh (fine estate).

WB MARKET MOVER MONITOR ANALYTICS: DUTCH TTF NATURAL GAS

WB MARKET MOVER MONITOR ANALYTICS: DUTCH TTF NATURAL GAS

Sul fronte dei metalli rileviamo una parziale debolezza del rame. Gli scambi al LME continuano a fissare prezzi sotto area 10000 usd/ton. Ci aspettiamo un breakout di 9600 usd ed un ritorno dei valori verso la mediana inferiore in transito a 9300. Questa perdita di momentum risulterebbe, per i nostri algoritmi, propedeutica all’avvio di un movimento riflessivo più ampio come riportiamo nel report di aggiornamento che pubblichiamo in settimana.

 

WB MARKET RISKOO ENTERPRISE RISK MANAGEMENT

 

WB ANALYTICS: STANDARD & POOR 500

WB ANALYTICS: STANDARD & POOR 500

WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50

WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50

INSIDE CENTRAL BANK

INSIDE CENTRAL BANK

Questa mattina abbiamo fatto il punto sulle decisioni della FEDERAL RESERVE con un live streaming in collaborazione con AITI, Associazione Italiana Tesorieri d’Impresa,  fissano il quadro di tendenza innescato dalle decisioni annunciate da Jerome Powell nella conferenza stampa di chiusura del Fomc.

La Fed, come da attese, ha definito probabile un rialzo dei tassi a marzo ribadendo l’intenzione di porre fine agli acquisti di titoli nello stesso mese, in quella che il presidente Powell ha definito una battaglia serrata contro l’inflazione. Powell ha spiegato che molte cose non sono ancora state decise compreso il ritmo del rialzo dei tassi. Il riferimento al fatto che presto verrà presa una decisione su quando iniziare a ridurre il portfolio da oltre 8.000 miliardi in bond in mano alla Fed ha fatto lievitare i tassi dei Treasuries a lungo termine. Le conseguenze del meeting si sono fatte sentire anche sulla parte breve della curva con il tasso del 2 anni che ha toccato il massimo da 23 mesi negli scambi asiatici  ma anche in Giappone dove il tasso dei governativi a 2 e 5 anni è salito al massimo di sei anni. I futures sui Fed funds prezzano ora cinque rialzi dei tassi nel 2022 dai quattro precedenti al meeting.
FED DOT PLOT RIALZO TASSIL’eur usd ha accelerato al ribasso confermando la tendenza che abbiamo indicato nel nostro Outlook 20/22.  A breve il mercato si posizionerà nei pressi dei minimi segnati a fine novembre in area 1,1150.

FOREX MARKET: EUR USD

WB ANALYTICS: EUR USD

Le decisioni della Fed hanno inoltre mosso significativamente il tratto lungo della curva dei Treasury allargando ulteriormente lo spread tra il 10 y USD ed il 10 y Bund in direzione del massimi storici a 200 bp. Tale movimento tenderà a supportare ulteriormente il dollaro secondo quanto riportato nella nostra visione per il 2022.

WB ANALYTICS: SPREAD 10 Y UST - 10 Y DE

WB ANALYTICS: SPREAD 10 Y UST10 Y DE

Le borse dovrebbero reagire ancora in negativo. Ci aspettiamo che lo Standard & Poor 500 violi definitivamente al ribasso l’area 4400 accelerando verso gli obbiettivi del nostro modello (anche questi indicati nell’Outlook 20/22) a 4000/3800 usd.

STOCK INDEX: S&P 500 TREND

WB ANALYTICS: STANDARD & POOR 500

OUTLOOK 2022 FOREX COMMODITY

OUTLOOK 2022: EVERYTHING MUST CHANGE

REMEMBER THE PAST    THINK THE FUTURE

FINANCIAL MARKET –  FOREX – COMMODITY OUTLOOK 2022

 

Siamo nel nuovo ventennio.
Nel Liveable World.

In uno dei più rivoluzionari articoli scientifici pubblicati da Albert Einstein nel 1905, venne presentata la formula E=mc2, dove “E” indica l’energia, “m” la massa e “c” la velocità della luce nel vuoto. Da allora E=mc2 è diventata una delle equazioni più famose al mondo. Anche coloro che non hanno alcuna conoscenza della fisica conoscono questa equazione e sono consapevoli della sua prodigiosa influenza sul mondo in cui viviamo. La maggior parte delle persone non ne coglie tuttavia il significato. Semplificando, questa equazione descrive la relazione esistente fra l’energia e la materia, facendoci dedurre in sostanza che l’energia e la materia sono interscambiabili. Questa equazione apparentemente così semplice ha cambiato per sempre il modo di considerare l’energia, fornendoci la base per giungere a molte delle tecnologie avanzate di cui disponiamo attualmente.

Nella storia delle civiltà l’Energia e la Tecnologia sono state da sempre il prodromo di grandi cambiamenti rivoluzionari.

E’ questo il preludio del percorso che abbiamo elaborato sviluppando le nostre idee e convinzioni sullo scenario che che configurerà il 2022.

Partendo da una macro visione abbiamo fissato le nostre attese sull’andamento dei mercati finanziari mettendo in relazione linee di policy con tendenze e quotazioni di tassi di cambio e materie, mettendo a fuoco il momentum sugli indici di borsa ed obbligazionari.

Abbiamo declinato il nostro approccio intermarket ai  Super Trends partendo dagli impatti che i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite tenderanno a governare i flussi finanziari. Gli SDGs costituiranno sempre più i principi guida per l’attività economica e lo sviluppo futuro, delle relazioni internazionali. Nel nostro ruolo di  advisors per le aziende proiettate verso la crescita globale osservare e considerare il ruolo di tali principi risulta imprescindibile dall’attività che svolgiamo tutti i giorni.

Abbiamo una long and widing road  da percorre. Che le difficoltà possano essere trasformate in una spinta positiva per vincere le Vostre sfide.
Buon 2022.

Wlademir Biasia

 

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  • OUTLOOK 2022

  1. EVERYTHING MUST CHANGE

4

  1. 20/22 GLOBAL GROWTH

10

  1. 20/22 FINANCIAL MARKET                                                              

12

  1. FOREX MARKET

19

  1. FX CHART BOOK TREND

29

  1. COMMODITY                                                                 

38

  1. COMMODITY CHART BOOK TREND

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MARKET MOVER MONITOR WEEK 40 Questa settimana avremo la possibilità di analizzare i nuovi sondaggi  PMI relativi al comparto dei servizi su scala globale dopo gli aggiornamenti del PMI manifatturiero. Venerdì uscirà anche l’attesissimo rapporto sul mercato del lavoro statunitense di settembre. Prima di ciò, si svolgeranno riunioni della banca centrale in Australia e Nuova Zelanda.

La settimana  sarà caratterizzata dalla pubblicazione di molti dati economici il principale dei quali coinciderà con la diffusione delle statistiche sull’occupazione USA (venerdì 8 ott).

Jerome Powell nel corso delle ultime uscite ha modificato la sua narrazione sul tapering, aiutato in questo dai numerosi interventi di membri del Fomc, tutti ormai concordi nel sostenere che i tempi siano maturi per avviare la riduzione degli stimoli monetari.

I mercati che sino a qualche settimana fa non ponderavano tale ipotesi, si stanno velocemente convertendo all’idea che presto la Fed inizierà a  ritirare gli stimoli monetari.

Sono giunte e si accoderanno liquidazioni di portafoglio sugli attivi a rischio, equity e commodity. Di questo abbiamo evidenziato i segnali già al primo battito d’ali delle vendite . 

In settimana ci concentreremo sugli impatti che il dato sull’occupazione potrà produrre su tutti i segmenti del mercato a partire dal forex, usd, per collegare le reazioni al dato su tutto il comparto delle materie prime. Come noto già negli Outlook (WB COMMODITY PERSPECTIVES) di fine primavera abbiamo avviato una significativa copertura sul potenziale segnale di raffreddamento del rialzo dei prezzi dei metalli non ferrosi, prima, per seguire in successione temporale il condizionamento verso tutti i metalli ed a seguire le commodity energetiche. In occasione del recente mini rally su petrolio oltre 76 usd/bar (Brent Crude Oil)  abbiamo segnalato accanto il rischio sugli obbiettivi del rialzo, l’ipotesi che tale movimento potesse rappresentare una cosiddetta bull-trap! 

Gli eventi delle ultime ore stanno confermando tale ipotesi operativa ancorché attendiamo un ritorno degli scambi sotto quota 76 usd/bar per il Brent per convalidare il reversal  ed estenderlo ad altri segmenti del comparto a partire dal Natural Gas.

Oggi prende il via l’incontro Opec per stabilire quanto greggio immettere in un mercato in cui i prezzi hanno recentemente superato gli 80 dollari al barile sulla scia dei problemi alle forniture e di un picco della domanda dopo la pandemia. L’Opec+ ha acconsentito a luglio ad aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno ogni mese almeno fino all’aprile 2022. Quattro fonti Opec hanno detto a Reuters la scorsa settimana che i produttori stanno valutando se immettere più di quanto non preveda quell’accordo anche se nessuno si è spinto a fornire dettagli su quantitativi precisi o sulle tempistiche.

E il tema del rincaro dei prezzi dell’energia sarà al centro della discussione dei ministri delle Finanze della zona euro che si riuniranno oggi a Lussemburgo. Alla riunione — in cui si discuterà anche di piani per la ripresa Ue, dei meeting G20 e Fmi e di unione bancaria — parteciperanno anche la presidente Bce Lagarde e l’esponente del board Panetta.  Nel fine settimana il governatore di Bankitalia Visco ha ribadito che le pressioni sui prezzi dovrebbero rivelarsi temporanee aggiungendo però che il fenomeno va monitorato.
INDICE SENTIX ZONA EURO – Unico appuntamento macro di rilievo a livello europeo quello del mattino con l’indice Sentix che monitora il morale degli investitori nella zona euro. A ottobre, da attese, l’indice dovrebbe scendere a 19,0 dal 19,6 di settembre.

MARKET MOVER

MARKET MOVER MONITOR WEEK 40

E’ estremamente importante mettere in relazione il comparto delle commodity con il Forex in quanto fornisce utili elementi di valutazione analitica per la pianificazione dei rischi tendenziali e l’implementazione delle metodologia di policy per la gestione degli stessi con un atteggiamento proattivo orientato alla protezione dell’Ebitda dell’azienda.

Il nostro processo di analisi che sta a monte di tutta la programmazione di Risk Management,  integra una suite di algoritmi proprietari dove dialogano segnali di natura macro economica con analisi quant per definire il momentum di ogni singolo strumento coperto dalla nostra ricerca.

Questo processo ci consente attraverso le analisi di momentum  di integrare view di mercato con la mappatura dei rischi economici e transattivi.

FOREX Le interelazioni  che stanno maturando   tra commodity, forex ed interest rates definiscono un quadro potenzialmente positivo per il dollaro con riflessi negativi sulle commodity in particolare quelle industriali.La scorsa settimana l’eur usd è scivolato sotto quota 1,1675 avviando la pre-apertura di una finestra riflessiva per l’euro con valenze cicliche significative. In termini tecnici questa settimana il mercato si preparerà al dato sull’occupazione USA seguendo mercoledì le anticipazioni dell’ADP, venerdì il dato effettivo rilasciato dal U.S. Bureau of Labour Statistics. Il primo prevede una crescita di 430 k di nuove buste paga per i settori non agricoli, il secondo 460k.  Dati in linea o più robusti aumenterebbero sensibilmente la probabilità che la Fed annunci il tapering nel Consiglio di inizio novembre.

Sul mercato Forex abbiamo visto la scorsa settimana l’euro soffrire contro le monete scandinave, con il rublo, contro il cny, ed altre monete minori. La sterlina dopo un iniziale correzione generata dalle notizie relative alle difficoltà di fornitura in UK ha delimitato il ribasso sull’euro su quota 0,8650 dove abbiamo collocato il nostro primo livello di warning contro euro.

MARKET MOVER MONITOR WEEK

WB ANALYTICS: EUR USD B_T

COMMODITY  Il rame continua a consolidare un’area di congestione che rimane sempre propedeutica alla prosecuzione del ribasso atteso e anticipato in termini di segnali nel nostro WB COMMODITY PERSPECTIVES. In settimana monitoreremo il range 9250-8900 per catturare eventuali segnali di breakout e conferma del movimento atteso.

Continuano nel frattempo a subire i realizzi altri metalli industriali con le contrattazioni sul future del LME che la scorsa settimana hanno messo in evidenza ribassi di oltre 2 punti percentuali (rame, minerale di ferro, nickel); l’alluminio dopo una striscia positiva con picchi di prezzo ha segnato una significativa battuta d’aresto con un calo settimanale frazionale ma significativo (-0,69%). L’acciao ha reagito alle recenti vendite con un leggero recupero.

Nel frattempo i noli marittimi continuano a salire di prezzo. In settimana il valore del Baltic Dry Index è salito oltre il precedente picco segnato nel novembre 2009 a 4730. Ci aspettiamo ancora positività nel breve in direzione di area 5500/6000 dove pensiamo che le quotazioni possano esaurire il loro rally.

La causa dell’ulteriore coda di rialzo di molte commodity è imputabile al prezzo del petrolio. la scorsa settimana avevamo segnalato la possibile costruzione di un movimento di reversal sui prezzi del Brent. La vendite sono rimaste contenute delimitando il ribasso proprio sopra quota 76 usd/bar dove abbiamo collocato il punto di breakout per dare il via ai realizzi. Continueremo oggi ed in settimana momitorare tale valore soprattutto dopo le decisioni Opec. Discese sotto 76 usd aprirebbero una chance di ribasso per 72 e 66 usd nel breve. L’eventuale brakout di 76 usd è importante anche per poter collegare a tale segnale un ‘eventuale raffreddamento dei prezzi del Natural Gas. Purtroppo venerdì i valori hanno contenuto l’offerta sopra 5,50 usd. Ci aspettiamo ancora un ‘evlevata volatilità sugli scambi nel range 5,50-6,50 usd.

WB ANALYTICS: BRENT OIL USD BAR

WB ANALYTICS: BRENT OIL USD BAR

WB ANALYTICS: LME COPPER B/T

WB ANALYTICS: LME COPPER B/T

EQUITY & BOND  I mercati azionari continuano nel frattempo a muovere all’interno di una fascia di valori che secondo i nostri algoritmi ne qualifica il momentum in una condizione in cui le mani forti tendono a distribuire posizioni con vendite progressive. I minimi della scorsa settimana si sono infatti allineati lungo i valori che avevamo anticipato (vedi sezione Equity) Ci aspettiamo un potenziale breakout di tali valori e l’apertura di una fase correttiva piuttosto significativa. Ciò dovrebbe alleviare la tensione sui corsi dei governativi (per approfondire chiedete il nostro WB PERSPECTIVES)

MARKET MOVER MONITOR WEEK

WB ANALYTICS: EUROSTOXX 50